
Marracash torna con È finita la pace, un album che segna un ulteriore passo all’interno del suo percorso evolutivo, lontano dalle aspettative di chi sperava in un disco più simile ai precedenti. Senza featuring, senza singoli di lancio e senza l’ormai consueto hype sui social, il rapper riflette sulla società, la politica e la musica con un linguaggio crudo e diretto.
L’album apre con “Power Slap”, un brano potente che critica l’omologazione nel panorama musicale. “Ne abbiamo piene le palle” canta Marracash, accusando il mercato di premiare la mediocrità. Il disco prosegue con “Crash”, un brano che, grazie a un beat ansiogeno, riflette sul sistema politico e sociale, e con “Gli sbandati hanno perso”, un pop-rap che potrebbe diventare uno dei pezzi da ricordare di quest’anno.
Ma l’album non è solo energia: brani come “Detox/Rehab” e “Soli” esplorano temi intimi e sociali, mentre “Mi sono innamorato di un AI” spinge la sua ricerca musicale verso territori più elettronici. “Pentothal” è una riflessione dolorosa sulla fragilità umana, una delle tracce più intense dell’album.
Concludendo con “Happy End”, Marracash segna la fine di un capitolo della sua carriera, ma senza esaurirsi. È finita la pace non è un exploit, ma un’evoluzione del suo stile, che conferma la sua posizione di punta nell’hip-hop italiano. Un album che, pur restando fedele al genere, spinge sempre oltre i confini.
Riccardo Davoli