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Pellegrino & Zodyaco – Koiné

Quando Pellegrino Snichelotto fondava Early Sounds Recordings nel 2016, forse non immaginava che Napoli sarebbe tornata al centro della mappa con un suono tutto suo. Eppure, da quelle prime uscite è nata una corrente nuova: funk, soul, jazz e mediterraneo che si fondono in una nuova identità partenopea. La scintilla iniziale è diventata movimento, e oggi si può parlare di una vera scuola sonora, fluida ma riconoscibile.

Con “Koiné”, terzo album di Pellegrino & Zodyaco, quel percorso si fa ancora più ampio e consapevole. Non si tratta più solo di far ballare, ma di proporre un nuovo “linguaggio comune”, capace di connettere le radici mediterranee con una visione globale. Non è un caso che il titolo si ispiri al saggio Éloge de la fuite di Henri Laborit, né che l’album suoni come un’esplorazione collettiva e intima allo stesso tempo.

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La tavolozza sonora è ricca: funk elegante, jazz-fusion, soul, inflessioni latine. Ma ogni traccia ha una sua personalità. Mario è leggero e scintillante, con echi degli Azymuth. L’aura è notturna e fluida, sospesa tra sensualità e malinconia. Palepoli vira verso un mood più urbano, quasi rap, con ritmiche reggae e un’atmosfera introversa. Facussì, invece, accelera: city pop partenopeo, basso pulsante, tastiere che danzano. C’è una cura artigianale negli arrangiamenti, e ogni elemento sembra posato al punto giusto.

La forza di “Koiné” è nel suo doppio registro: frizzante in superficie, profondo sotto pelle. È musica per ballare ma anche per ritrovarsi. Dietro la patina vintage, c’è un’urgenza attuale: in un’epoca “iperconnessa con tutto tranne che con noi stessi” (come dice Snichelotto), serve qualcosa che ci riporti al corpo, all’ascolto, al presente. In questo senso, “Koiné” non è solo un disco, ma un gesto: quello di riconnettere le persone attraverso il ritmo, la melodia, la vibrazione comune.

Anche la copertina racconta questa ambizione: un collage spirituale e culturale che mescola tempi e spazi diversi, come a dire che questa musica non ha confini, né data di scadenza.

Riccardo Davoli