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THE BLACK KEYS – EL CAMINO

Ci sono dischi che sanno di participio passato e ci riportano a quel decennio in cui ci si sbatteva per portare a casa gli esami durante la sessione estiva, si lavorava e ci si perdeva dentro una marea insalubre di alcolici il lunedì sera all’Any Given Monday. Nel 2011 usciva il settimo disco dei The Black Keys, El Camino, lp che abbiamo consumato e attorno al quale si è costruita la fenomenologia dell’hipster. Hard rock, blues rock, garage rock o rock alternativo sono i generi con cui l’album viene catalogato, ma come già detto poche righe fa, si può semplicemente definire hipster. Al massimo scialbo-chic. Ad ogni modo delle undici tracce, il tormentone, quella che ha letteralmente invaso ogni dispositivo audio sul pianeta, è stato il singolo “Lonely Boy”. Ricordo gruppi di camicie bianche ballarla sotto cassa, piuttosto che gente smanicata piena di tatuaggi cantarla a squarcia gola in tutte le salse fino a perdere il fiato. Il brano ha riscosso un enorme successo, tanto da essere nominato canzone dell’anno, miglior canzone rock e miglior esibizione rock ai Grammy Awards 2013. Anche la clip promozionale per “Lonely Boy”, girata in piano sequenza, mostra l’attore, musicista, nonché guardia giurata Derrick T. Tuggle ballare sotto le note della canzone nell’atrio di un motel. Clip diventata virale con oltre 400.000 view in sole 24h. Tuggle ha affermato di aver preso le movenze da John Travolta in La febbre del sabato sera e Pulp Fiction, dal ballo di Carlton Banks (interpretato da Alfonso Ribeiro) in Willy, il principe di Bel-Air e da Michael Jackson.

Riccardo Davoli

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