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The Doors – The Doors

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Uno dei grandi debutti della storia del rock

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I grandi debutti della storia della musica si sono spesso contraddistinti fondamentalmente per due motivi: ottima musica e grandi novità. Esistono eccezioni a questo binomio, ma sono poche e rare, e soprattutto non è tra queste che troviamo il primo album (eponimo) dei Doors. Sul cantante e frontman Jim Morrison si è scritto tutto ed il contrario di tutto: poeta maledetto e rocker immenso, dotato di una voce baritonale e sensuale come poche altre prima e dopo di lui nella storia del rock, vero e proprio mito moderno dopo la sua morte avvenuta a Parigi a soli 27 anni. La sua grandissima ed importantissima figura non è però riuscita a far dimenticare le doti degli altri componenti del quartetto: il chitarrista Robby Krieger, gran compositore ed ottimo esecutore, capace di spaziare tra un’infinità di tecniche e generi, il tastierista Ray Manzarek, uno dei musicisti con il tocco ed il sound più riconoscibili della storia, ed il batterista John Densmore, di formazione jazzistica, capace di accompagnare perfettamente i tempi e i ritmi ipnotici del gruppo. Nel 1967 il loro disco d’esordio costituì fin da subito un vero e proprio punto di non ritorno: dall’inizio folgorante e tiratissimo del primo pezzo, quasi un esempio di punk ante-litteram (la celeberrima “Break on through”), alle atmosfere di pura psichedelia ed onirismo di “Soul kitchen” e “Crystal ship”, i Doors si ripropongono di spezzare le catene che ci tengono legati al nostro mondo e spalancare le porte della percezione, aprirci a nuove e più alte esperienze sensoriali, mischiando suggestioni orientali con la tradizione occidentale, come nella trasfigurazione del mito di Edipo nella mitica “The end”. Un album unico, straordinario capolavoro fuori dal tempo.

Flavio Talamonti