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The XX – XX

XX (2009) è uno degli esordi più belli che io possa ricordare. Meno di 40 minuti per suggellare una singolare linea musicale, quasi unica nel panorama elettro-pop: il basso e la voce di Oliver Sim, la chitarra e la voce di Romy Madley Croft e l’elettronica del piccolo genio Jamie Smith, uniti in una indissolubile sintesi minimale.

Il disco della band londinese sembra un’unica epica traccia che si muove come un solo corpo attraverso dolcezza, tensione, semplicità e contrasto. Ma la vera forza di questo disco è dimostrare, ancora una volta, che negli anni 2000 di buona musica se ne fa ancora, eccome!

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Già la prima traccia “Intro” inchioda all’ascolto: sublime, emozionante, intensa, probabilmente il pezzo più noto e più amato degli XX. L’album prosegue con “VCR” e “Crystalized”, dove i duetti di Romy e Oliver accompagnano melodie efficacemente minimali e mai banali. Poi “Islands”, con la sintesi elettronica a spiccare. Si va avanti con “Heart skipped a bit” e “Fantasy” che avviano il disco a un mood quasi post-rock. L’essenzialità ha il suggello con “Shelter”, pezzo che ho adorato fin dal primo ascolto: la voce di Romie, dolce ma al contempo completa e compiuta, entra fin nelle ossa, il suono della sua chitarra è bellissimo, pulito e semplicemente perfetto.

A questo punto il disco si avvia alla chiusura con brani che continuano a mescolare in armonia i giochi vocali di Romy e Oliver facendo risaltare le incredibili doti del cuore pulsante a suon di beat della band, Jamie: “Basic Space”, “Infinity”, “Night Time” e “Stars”.

David Gallì