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Youth Lagoon – The Year of Hibernation

22 anni, 8 canzoni, 1 video in prima posizione nella categoria best video di Pitchfork. Questi sono alcuni numeri che descrivono Trevor Powers aka Youth Lagoon, giovane figlio della periferia americana. Nato e cresciuto nell’Idaho, di certo non lo stato più famoso degli USA, vicino a foreste e montagne che probabilmente hanno ispirato i suoni onirici che contraddistinguono la sua musica.

Pitchfork nella sua biografia ci parla di un ragazzo depresso e spaventato dal mondo costretto a chiudersi in casa sulla sua musica per sfuggire dai suoi ‘fantasmi’. Di certo è vero che la musica ha un effetto terapeutico se Powers riesce a parlarci, in questo concept album, di tutte le sue paure ed ansie di adolescente coniugandole con una musica che veramente poco ha a che fare con rabbia e frustrazione.
Il genere musicale di Power pesca in quel dream pop lo-fi che tanto va di moda ultimamente ma lo fa in maniera esperta, da musicista navigato, capace di armonizzare alla perfezione le melodie per produrre un suono pulito e compatto. Non ci sono sbavature in questi 8 pezzi che seguono le stesse linee melodiche e sembrano far parte di un’unica ‘storia’.
“Posters” in alcuni passaggi è cupa ma è un perfetto preludio al disco come il buoi prima di addormentarsi. Con “Cannons” inizia il viaggio nella mente sognante di “Powers” che già con “Afternoon” prende ritmo e velocità. Il quartetto composto da “17”, “July”, “Daydream” e “Montana” è la parte più entusiasmante del disco, musica da ascoltare in cuffia ad occhi chiusi. Così coinvolgente che, se saprete immedesimarvi nelle atmosfere suonate da Youth Lagoon, rischierete di perdere il contatto con la realtà e ritrovarvi ibernati a sognare.

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Simone Brengola