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Santo Tomaino in mostra al Museo Carlo Bilotti

L’Aranciera di Villa Borghese, ora sede del Museo Carlo Bilotti, ospiterà fino all’8 Marzo una retrospettiva sul pittore calabro-torinese : “Santo Tomaino : Epic Painting”

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Santo Tomaino nasce in Calabria nel 1954 ma si forma artisticamente a Torino, la città dove attualmente vive e lavora come insegnante di tecnica pittorica in un liceo artistico . E’ considerato uno dei maggiori artisti italiani del nostro tempo, interprete di una corrente pittorica che ha vissuto la transavanguardia come liberazione dell’arte povera. La sua opera si connota per un tratto decisamente figurativo, che rimanda, però, a valenze più simboliche, con evidenti riferimenti all’action painting americana. E’ stato protagonista di importanti personali e collettive in tutta Europa, a Barcellona, Parigi, Berlino. In Italia gli sono state dedicate varie mostre.

Il titolo scelto per questa mostra, allude proprio alla peculiarità della sua pittura, al carattere narrativo delle sue immagini. L’artista elabora racconti di cui sono protagoniste creature arcane e mitologiche. Si tratta di una mitologia calata nella storia reale, anche contemporanea, o personale dell’artista. I protagonisti dei suoi nuovi miti si muovono tra noi, sullo sfondo delle nostre città, su veri campi di battaglie, durante guerre antiche o ancora in corso, oppure occupano il paesaggio delle sue memorie infantili, i boschi della Sila, la terra di cui è originario. Il costante intreccio tra leggenda e realtà, il ricorso alla metafora è il metodo con cui l’artista recupera l’aspetto narrativo del linguaggio pittorico. Il senso della sua ricerca si comprende a pieno solo inquadrando il pittore nell’ambiente della sua formazione, cioè la Torino degli anni ’70, anni di drammatiche tensioni politiche e sociali e dell’avvento della nuova arte italiana: l’Arte Povera, il movimento che predilige il ricorso a tecniche e materiali antiartistici e, nel nome della predominanza del gesto creativo, fa slittare in secondo piano la manualità dell’artista mettendo in crisi linguaggi tradizionali come quello della pittura. In quegli anni i pittori erano visti come degli anacronisti, comprare colori e pennelli era motivo di discriminazione. Tomaino si distanzia da quegli artisti che seguono il filone contemporaneo dell’arte povera e di reazione e lavora per il ritorno alla pittura, alla manualità e alla figurazione. Si avvicina ai nuovi pittori tedeschi, in particolare a Kiefer e Baselitz. Parte dall’Action Painting, l’ultima grande esperienza pittorica moderna, quella degli anni astratti del ’40 e ’50 riprendendo l’acceso cromatismo e l’impasto denso di quella pittura e alcune invenzioni tecniche che creano un effetto di vero e proprio dripping, ad esempio l’evocazione di una tempesta di neve ottenuta sparando sulla tela polpa di cellulosa con un compressore. Tomaino vi aggiunge però la figura, creando un effetto sospeso sul vuoto dell’astrazione. Questo tipo di figurazione non era mai stata utilizzata a fini di resa mimetica della realtà, ecco la grande innovazione di Tomaino: un astrattismo naturalista, che meglio definisce il racconto. Anche il colore è sempre concepito con valenze simboliche e come rappresentazione di uno stato d’animo. Le sue storie non sono mai narrate da opere singole, ma da cicli di dipinti. Nella mostra del Museo Carlo Bilotti sono esposti lavori tratti dai cicli più significativi prodotti dal pittore a partire dall’inizio degli anni ’90 sino ad oggi.

Orario: dal Martedì alla Domenica ore 9.00-19.00; Chiuso il lunedì
Biglietto integrato Museo + Mostra: Intero € 7,00, Ridotto € 6,00.
Dal 21 Gennaio fino all’8 Marzo, Museo Carlo Bilotti,”Santo Tomaino. Epic painting”

 

Emanuela Maisto