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Al Teatro Palladium la prima nazionale di “Anima chamuscada (per una vita in più)”

Il 16 novembre in scena lo spettacolo di Ariel Divone, Fernanda Docampo e Lorenzo Basurto

Foto: Grito_Fernanda Docampo_Anima Chamuscada_ph.Cabri Lynch_Teatro Palladium 2024-2025

GARBATELLA – Dopo il debutto con Il fuoco era la cura del collettivo Premio UBU Sotterraneo, Audience Revolution 2024, progetto del Teatro Palladium che punta a rivoluzionare il rapporto fra pubblico e teatro, prosegue il 16 novembre con lo spettacolo Anima chamuscada (per una vita in più) di Fernanda Docampo, Ariel Divone, Lorenzo Basurto. La produzione argentina, in prima assoluta, racconta l’immersione nell’universo poetico, narrativo e biografico della scrittrice peronista argentina Aurora Venturini.

“Siamo sedute a guardare il fiume che scorre. Due uccelli sfacciati arrivano volando a tutta velocità e spazzano via il nostro pranzo. Lei abbaia indignata, facendomi scoppiare a ridere. Questa apertura della bocca si collega al mio stomaco e mi viene fame. Sentiamo la fame di una lunga giornata che ci aspetta. E lì sta il cielo, ingoiando i nostri panini ripieni di futuro…”.

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Inizia così l’opera e con essa un viaggio pieno di sorprese e pericoli che spaventano meno di ciò che viene lasciato alle spalle. Un’immersione della scrittrice peronista argentina Aurora Venturini, territorio ideale in cui intrecciare autofinzioni, alla ricerca di un “Noi” dove siamo tutte gentili, crudeli, tragiche, deliranti e desiderose, capaci di creare spazi dove prima non esistevano e di tornare ad essere, rinnovate.

Un tentativo di recuperare un pezzo simbolico di chi non sarà più. Una vita interrotta. Ricordi lontani di un’innocenza calpestata. Le marginali, quelle che patiscono il padrone. Quelle che, seguendo una traccia, tornano dagli inferi dopo aver perso la loro terra. Quelle che trovano braccia che le accompagnano fino a quando riescono a svelare la verità e ad assumere il dolore per rigenerarsi e ricominciare.

Audience Revolution, promosso dalla Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e realizzato con il contributo MiC – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo, con la direzione artistica di Alessandra De Luca, propone anche quest’anno il suo caratterizzante teatro-forum, concepito per favorire un dialogo aperto e profondo tra il pubblico, le opere teatrali, gli artisti e i giovani studenti e studentesse. Parallelamente agli spettacoli infatti viene realizzato un laboratorio gratuitp di scrittura critica e guida alla visione condotto da Antonio Audino, redattore del Sole24Ore e curatore degli spazi teatrali di Rai Radio3, e una serie di incontri pubblici con le compagnie ospiticondotti dagli studenti e dalle studentesse partecipanti al laboratorio, che si svolgono dopo la fine di ogni spettacolo.

Il titolo di quest’anno di Audience Revolution è MERDA! MERDA! MERDA!

Chi conosce il teatro lo sa: MERDA! MERDA! MERDA! non è un insulto ma un augurio urlato un istante prima di solcare la soglia della scena da attori, attrici, regist* e maestranze. La singolare maniera di augurarsi buona fortuna prima dello spettacolo nasce tra ‘700 e ‘800, quando ci si recava a teatro in carrozza. Se quindi nel parcheggio del teatro si accumulava “tanta merda”, significava che c’erano tanti cavalli e carrozze. E quindi tanto pubblico! Per Audience Revolution MERDA! MERDA! MERDA! è un augurio che travalica la soglia della scena e si espande a tutta la sala, abbracciando spettatori e spettatrici. E poi dalla sala pervade tutto il teatro, con una forza in grado di spalancare le sue porte e arrivare fino a fuori, alla piazza, alla città, al mondo!  E soprattutto ai più giovani, affinchè si concedano uno spazio di riflessione critica, lenta, dal vivo. Il teatro è uno dei pochi luoghi e accadimenti in cui si viene invitati a spegnere il cellulare. MERDA! MERDA! MERDA! è l’augurio inconsueto a godersi un tempo di vita lontano dagli schermi e a vivere totalmente il pensiero, l’emozione, le gioie e i tormenti. Può essere un atto rivoluzionario e sorprendentemente eccitante, se più persone lo fanno, “navigando” controcorrente.

Giancarlo Pini