Home Cultura Teatro

Aldo Morto 54 al Teatro dell’Orologio

 

Al Teatro dell’Orologio la verità storica e la verità umana si costruiscono nella prigionia.

Ads

 
Ci sono episodi della storia italiana che sono molto più che cicatrici. Ci sono eventi che costituiscono un codice genetico nazionale. Quella di Aldo Moro, del suo sequestro e della sua morte, di una vita intera e della sua conclusione tanto repentina quanto duratura, è ancora oggi parte integrante della nostra fisionomia di nazione. E siccome Aldo Moro non si risolve nella sua fine ma assorbe in sé un tratto di storia cruciale, “Aldo Morto 54” è molto più di uno spettacolo. È un itinerario, un’esperienza continuativa, l’alienazione dalla cronaca e dalle sedimentazioni di 35 anni di opinioni e congetture necessaria a ricostruire una verità. Daniele Timpano, autore, attore e ostaggio, dal 16 marzo fino all’8 maggio è rinchiuso nella sua prigione, la stessa dove per 55 giorni ha vissuto Moro. Ed è visibile sempre, da tutti. Non un reality ma la possibilità di accedere sempre all’esperienza (molto più di un’interpretazione) che l’attore affronta quotidianamente. Una telecamera è puntata sulla stanza e segue tutte le sue azioni, dal suo computer Aldo-Daniele interagisce con il mondo esterno, che lo osserva senza bisogno di spiegazioni. L’ora d’aria quotidiana coincide con l’uscita sul palco per la messa in scena dello spettacolo, quello “tradizionale”, dopo si ritorna a essere prigioniero. Chi vuole può visitarlo, ogni giorno dalle 17.00 alle 18.30, oltre a scrivergli durante il giorno. Non si tratta più di attore e pubblico, non esiste più alcun consolatorio diaframma tra vita narrata e ascoltata. Fino al 9 maggio la vita si risolve nella storia, nella sua rifondazione attraverso la verità di un’esperienza quotidiana, continua e condivisa. Ed a margine di questo percorso lungo quasi due mesi c’è l’opportunità di parlare di quella storia, rimettere assieme i pezzi. Attraverso i film che hanno narrato quegli anni e le letture di tutte le tracce che conserviamo, lasciate da Moro e da tutti i cronisti d’azzardo, con tutto ciò che ci ritroviamo di questi Settanta ancora così vicini. La volontà è quella di arrivare ad una verità, che sia tale perché condivisa, riconosciuta, discussa e soprattutto vissuta. Per seguire la prigionia di Daniele Timpano, accedere al suo video diario, vedere gli incontri speciali che fa e conoscere tutte le occasioni di confronto che accompagneranno “Aldo Morto 54” rimandiamo al sito www.aldomorto54.it.

Quello a cui si assiste grazie a questa idea e pratica d’arte è un’autentica rivoluzione teatrale. Se l’esperienza collettiva della verità è l’obiettivo del teatro e se lo sono anche la sua esperibilità e il contatto intimo con essa, “Aldo Morto 54” risponde in pieno ad ognuna di queste vocazioni esigenti e insopprimibili. La prigionia di Timpano dura un giorno in meno di quella effettiva, quello della morte, che pure è un tema dello spettacolo. Non muore il prigioniero di oggi perché la verità di ieri non sia più negoziabile, legata ad una manciata di immagini che sembrano essere gli unici ancoraggi al reale, ma che si sono trasformate in feticci. Non muore perché quella rifondazione del vero deve proseguire oltre, allargandosi a tutti i giorni che hanno preceduto e seguito il sequestro di Moro. Un’esperienza da affrontare, una rivoluzione a cui partecipare e che inizia dalle sale del teatro, una vicenda non da riscrivere ma da conoscere davvero e finalmente. Un momento che diventa una storia, quella di tutti.

Aldo Morto 54

Fino all’8 maggio

Teatro dell’Orologio

Via de’ Filippini 17/a (corso Vittorio Emanuele II)

www.teatrorologio.it

www.aldomorto54.it

06 6875550

Stefano Cangiano