
ROMA – Dal 16 giugno al 9 luglio 2025 la Capitale si trasforma in un palcoscenico diffuso con la decima edizione di Fuori Programma, il festival internazionale di danza contemporanea ideato e diretto da Valentina Marini. Con il titolo evocativo In-Canti, l’edizione 2025 promette una narrazione collettiva fatta di visioni, sospensioni poetiche e tensioni utopistiche, offrendo un’alternativa al disincanto che permea il nostro tempo.
Promosso dal Centro Nazionale di Produzione della Danza ORBITA|Spellbound – di cui entra ufficialmente a far parte – il festival si estende tra il Teatro India, il Teatro Biblioteca Quarticciolo, il Parco Tor Tre Teste e una misteriosa location ancora da svelare. Dodici spettacoli tra prime nazionali e anteprime, tre progetti speciali e due residenze artistiche compongono un programma che coinvolge artisti provenienti da Libano, Spagna, Scozia, Irlanda del Nord e Italia, in una composizione di linguaggi, visioni coreografiche e contaminazioni interdisciplinari.
Tra gli appuntamenti più attesi spicca Totentanz. Morgen ist die frage di Marcos Morau e della sua compagnia La Veronal, in scena il 5 luglio al Teatro India: un affondo contemporaneo nel tema della danza macabra medievale che si trasforma, sotto la guida del coreografo catalano, in un rituale collettivo che interroga la fragilità e il valore della vita. Sempre dalla scena spagnola, GN|MC (Guy Nader e Maria Campos) propongono il 2 luglio Time Takes the Time Time Takes, in cui il corpo dei danzatori diventa un meccanismo oscillante e ipnotico, mentre KRUID di Sau-Ching Wong e Carles Castaño, in scena il 3 e 4 luglio, sperimenta un’inedita fusione tra danza e realtà virtuale.
L’energia fisica e politica di Oona Doherty irrompe il 6 luglio con Hope Hunt and the Ascension into Lazarus, un viaggio nella complessità dell’identità maschile nei quartieri popolari di Belfast, mentre lo Scottish Dance Theatre porta in scena Ray di Meytal Blanaru, creazione che esplora lo stato di emergenza come impulso coreografico collettivo.
La scena italiana è ben rappresentata da Roberto Zappalà con Brother to Brother – dall’Etna al Fuji, un dialogo tra vulcani e culture accompagnato dai tamburi giapponesi dei Munedaiko. Tra le proposte più sperimentali troviamo Redrum di gruppo nanou, installazione coreografica ispirata all’immaginario disturbante di Shining, e Human di Biagio Caravano, performance audiovisiva dove suono, corpo e immagine si fondono in una trama visiva e sensoriale. Il 6 luglio, Andrea Costanzo Martini gioca con l’intelligenza artificiale in Life in Lycra, mentre Francesco Marilungo, reduce dal successo dello scorso anno, ripropone il toccante Stuporosa, ispirato alle lamentazioni rituali meridionali.
Accanto agli spettacoli, Fuori Programma 2025 propone una sezione di progetti speciali che amplificano il legame tra arte e partecipazione. Primi Tempi, in co-programmazione con Dominio Pubblico e Avvertenze Generali, presenta il 29 giugno al Teatro India tre performance di giovani artisti under 25, in un’occasione di scambio e confronto con il pubblico. Michele Di Stefano, Leone d’Argento per la Danza, torna l’8 luglio con Veduta>Roma, una performance modulare in cuffia che guida lo spettatore in un viaggio intimo attraverso la visione urbana. La chiusura del festival, il 9 luglio al Parco Tor Tre Teste, è affidata a Picnic sul ciglio della strada, performance partecipativa curata da DOM- in collaborazione con Asinitas: un rito collettivo ispirato alla Stanza dei Desideri del romanzo Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugackij, che mette in dialogo corpi, storie e desideri nella periferia romana.
Fuori Programma non dimentica la sua vocazione al sostegno della creazione e ospita due residenze artistiche al Teatro Biblioteca Quarticciolo, con le prove aperte al pubblico. Le artiste coinvolte sono Masako Matsushita, in collaborazione con la scrittrice Laura Pugno, e Nunzia Picciallo, coreografa attiva anche nel campo delle arti visive.
Completa il quadro un laboratorio condotto da Teatro e Critica, che dal 2 al 6 luglio guiderà 12 partecipanti in un percorso tra scrittura critica e pedagogia, con l’obiettivo di raccontare e approfondire il festival da prospettive plurali.
Concepito come uno spazio di possibilità e meraviglia, Fuori Programma 2025 – In-Canti si propone non solo come vetrina d’eccellenza della danza contemporanea internazionale, ma anche come dispositivo poetico e politico, in grado di immaginare nuovi modi di abitare lo spazio urbano e sociale attraverso il corpo e il gesto. Un festival che celebra i suoi primi dieci anni invitando il pubblico a sospendere la logica, per riscoprire insieme il potere trasformativo dell’incanto.
Redazione