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In Arte son Chisciottə in scena all’Argot Studio

Dal 28 al 30 aprile in scena ad Argot Studio In Arte son Chisciottə 

Ad Argot Studio arriva una delle produzioni teatrali più interessanti del 2021, In Arte son Chisciottə della compagnia aretina Officine della Cultura, nata per lo streaming nel difficile momento dell’interruzione dello spettacolo dal vivo ma riproposta nella stagione in corso per un’edizione capace di coniugare sul palcoscenico e per il pubblico le tante arti, le tante domande e i molteplici mestieri del teatro, compresa la dimensione multimediale.

Sarebbe stato di certo lieto Miguel de Cervantes per questo nuovo dialogo intorno al complesso, articolato ed affascinante universo del suo Don Chisciotte che unisce alle imprese già note quella, ulteriore, di raccontare il cavaliere della Mancia al femminile, portando in scena non solo il gioco e il sogno, l’ironia e la speranza ma anche la “questione di genere”, la giustizia, il riscatto, il senso dei diritti, la vita. Il teatro, per dirla con una parola, anzi con una lettera: la “schwa”.

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Una produzione originale, ricca di riflessioni sul nostro tempo pur nell’omaggio ad uno dei romanzi e dei personaggi più noti della storia della letteratura, che per il suo percorso di studio e messinscena è stata recentemente premiata da Agis e Meta nell’ambito del contest nazionale #SociaLive.

Dodici i protagonisti in scena in una rappresentazione del vivo, tra quarta parete e quinte mobili, dei tanti residenti di un palcoscenico teatrale e del lavoro di cui sono responsabili, più o meno visibili che siano: dalle attrici Elena Ferri e Luisa Bosi, nei panni di Don Chisciotte e Sancio Panza a I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo per l’incalzante esecuzione dal vivo delle musiche di scena, Luca Roccia Baldini (basso, cajon), Massimo Ferri (chitarra, oud, mandolino), Gianni Micheli (clarinetto, fisarmonica, flauto), Mariel Tahiraj (violino); dalla scenografa Lucia Baricci al tecnico di scena Paolo Bracciali; dalla regia video live di Pierfrancesco Bigazzi, Giulio Dell’Aquila e Stefano Ferri al fonico Gabriele Berioli. A coordinare il tutto la regia di Luca Roccia Baldini con le musiche originali scritte da Massimo Ferri e la drammaturgia di Samuele Boncompagni.

 Red