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“Il gatto con gli stivali” secondo Queneau nelle case famiglia romane

E’ “Quello che una favola può fare”, il progetto che coinvolge bambini e giovani delle case famiglia, incentrato sulle infinite possibilità della fantasia e sul coinvolgimento diretto grazie al teatro

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Sono iniziate ieri le messe in scena del celebre spettacolo di Perrault, “Il gatto con gli stivali”, ad essere coinvolti e rapiti dalla scena sono stati i giovani della casa famiglia Villaggio Sos Roma. L’esperimento è avvincente, l’idea nasce dalla fusione tra una delle fiabe più celebri del mondo e l’interpretazione che Raymond Queneau aveva dato della letteratura in genere nel suo “Esercizi di stile”. L’autore francese aveva dimostrato come fosse possibile, con gli stessi elementi di partenza a disposizione, costruire storie di ogni tipo, con accenti e significati diversi, esiti di volta in volta mutati e con valori nascosti. Ed è quello che è successo ieri e continuerà a succedere nelle messe in scena pensate per “Quello che una favola può fare”,un progetto sostenuto anche da Zetema e che basa la performance artistica sulla fantasia e il coinvolgimento del pubblico, in questo caso composto da bambini e ragazzi. Rappresentazioni molteplici all’interno dello stesso spettacolo, personaggi che, mantenendo le stesse sembianze, cambiano umore, personalità, ruolo, e il coinvolgimento dei giovani nella costruzione della storia, nella concreta realizzazione dello spettacolo, nella creazione della favola. I bambini e gli adolescenti delle case famiglia verranno portati sul palco, vestiti, diventeranno loro stesso personaggi della favola, assieme agli attori professionisti coinvolti in questa avventura dal valore sociale e coordinati dal regista Fabio Mureddu: Ruggero Lorefice, Laura Monaco, Manuela Fioravanti e Andrea Maurizi.

Proprio da chi lo spettacolo lo ha pensato e realizzato viene chiarito il senso importante di questa scelta: “Il progetto permetterà di esplorare il fantastico e meraviglioso mondo della fantasia. Proprio la fantasia  che sfida e impegna la mente più di un indovinello, che ci diverte, ci fa viaggiare, ci allarga la vita mostrandoci vasti mondi tutti da scoprire, da esplorare. L’obiettivo di ‘Quello che la favola può fare’ è, oltre a far vivere ai bambini/ragazzi un’esperienza teatrale gioiosa, anche quello di stimolare e sviluppare la loro comunicatività (verbale, corporea, visiva ecc) e creatività”
I prossimi appuntamenti sono per l’11 novembre alla Casa Famiglia  Myriam, in via Maremma Inferiore 430 (Guidonia) e il 12 presso Il Fiore nel deserto, via del  Cottolengo 30 (Gregorio VII)

Stefano Cangiano