
LAURENTINO – A trent’anni esatti dal primo spettacolo, il Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli” torna alle sue origini con un nuovo adattamento del capolavoro shakespeariano che ne segnò il debutto: “Sogno di una notte di quasi estate”, in scena l’8 e 9 giugno alle 21:00 al Teatro Elsa Morante. L’ingresso è libero, ma la prenotazione è obbligatoria (laboratoriopierogabrielli@teatrodiroma.net).
Nel 1995, infatti, al Teatro Argentina, il regista Roberto Gandini metteva in scena per la prima volta Sogno di una notte di mezza estate, segnando la nascita del laboratorio voluto da tre enti promotori – Comune di Roma, Provveditorato agli Studi e Teatro di Roma – come spazio permanente dedicato al teatro integrato tra ragazzi con e senza disabilità. Trent’anni dopo, la celebrazione si fa spettacolo, con lo stesso regista, lo stesso autore di riferimento (William Shakespeare) ma un nuovo titolo, a segnare la distanza – e l’evoluzione – nel tempo: “quasi estate”, e soprattutto quasi una nuova epoca.
L’adattamento, firmato da Gandini e Roberto Scarpetti, trasporta la magia della commedia shakespeariana in un contesto scolastico contemporaneo, ambientato alla fine dell’anno scolastico. Non ci sono più adulti: i protagonisti sono adolescenti alle prese con i turbamenti dell’amore, i conflitti tra coetanei e i sogni di una giovinezza che si affaccia all’età adulta. Tuttavia, la foresta incantata rimane, popolata da esseri misteriosi che danno corpo a quella parte immaginifica e visionaria senza la quale il Sogno non sarebbe tale.
Lo spettacolo è il frutto del Laboratorio Pilota, parte centrale delle attività del Gabrielli, che coinvolge ogni anno decine di studenti in un lavoro teatrale integrato che va ben oltre l’esperienza scolastica. Sul palco, un cast giovane e variegato, guidato da una squadra di educatori, artisti e professionisti della scena, in collaborazione con licei e istituti romani, tra cui il Confalonieri – De Chirico, il Luigi Einaudi, il Montale e il Righi.
LA FESTA PER I 30 ANNI
Ma il momento più emozionante sarà il 9 giugno, subito dopo lo spettacolo: alle 22:00, il Teatro Elsa Morante ospiterà una festa aperta al pubblico per celebrare i trent’anni del Laboratorio. Un’occasione per ritrovare ragazzi e ragazze, ormai adulti, che nel corso dei decenni hanno calcato le scene sotto l’egida del Gabrielli, insieme a operatori, registi, musicisti e insegnanti che hanno fatto di questo progetto un punto di riferimento nazionale per l’inclusione attraverso il teatro.
UNA STORIA CHE COMINCIA NEL 1982
Il Laboratorio porta il nome di Piero Gabrielli, ex rugbista della Nazionale italiana negli anni Cinquanta e convinto sostenitore dell’inclusione sociale come “gioco di squadra”. Ideato nel 1982 durante l’iniziativa “Mille bambini a via Margutta”, il progetto ha preso forma stabile nel 1995 con un protocollo d’intesa tra le istituzioni. Nel tempo, ha affiancato al laboratorio principale numerose attività parallele: corsi per insegnanti, percorsi propedeutici per attori e musicisti, e la nascita, nel 2004, della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli, dove l’esperienza amatoriale ha incontrato la professionalità teatrale.
IL DIETRO LE QUINTE
Il nuovo “Sogno” è una produzione del Teatro di Roma – Teatro Nazionale, con musiche originali di Andrea Filippucci e Luigi Gramegna (eseguite dal vivo), scene e costumi di Tiziano Juno, realizzati in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Sul palco, una ventina di giovani attori, sostenuti da un nutrito staff artistico e tecnico. Tra i tanti nomi coinvolti: la maestra del coro Maura Nardelli, l’assistente alla regia Davide Marinacci, e le docenti dei laboratori scolastici che hanno accompagnato il percorso creativo.
UNA VISIONE CHE GUARDA AVANTI
Trent’anni dopo il primo “sogno”, il Laboratorio Gabrielli continua a dimostrare che l’inclusione non è un obiettivo da raggiungere, ma una pratica quotidiana che si rinnova e si trasforma, scena dopo scena. E mentre si celebra il passato, l’energia di questi giovani attori e l’impegno della rete che li sostiene lasciano intuire che anche i prossimi trent’anni saranno ricchi di teatro, emozioni e sogni condivisi.
Redazione