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“Un’alba da qualche parte”, l’emigrazione raccontata da una donna

Il lavoro vincitore del Concorso “Donna mostra Donna” al teatro Lo Spazio.

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Un lembo di terra che potrebbe essere ovunque ma che scopriamo in America, la tanto amata, evocata e cercata America. Uno scorcio dal quale prende vita una storia intera, una storia familiare modellata attraverso il ricordo di una discendente, di chi il viaggio e la vita oltreoceano li ha solo ascoltati e non vissuti ma non per questo non interiorizzati, sentiti fluttuare e ripresentarsi dentro. E il ricordo ha un suono, più di un suono, la colonna sonora di una vita, che sta sullo sfondo e si presenta di tanto in tanto, come corollario della storia raccontata dalla protagonista (Tiziana Scrocca), fatta di andata e ritorno, di Oceani attraversati in una direzione e nell’altra, di sensazioni contrastanti e complementari, che si manifestano nella bellezza senza tempo dei canti popolari italiani intonati dalle due voci e accompagnati da fagotto e fisarmonica. E il calore, la sostanza del racconto si arricchiscono anche del contributo visivo dei filmati proiettati sullo sfondo, portando così alla costruzioni di tre piani di significato in un gioco di vasi comunicanti che non fanno altro che amplificarsi a vicenda e potenziare ulteriormente il messaggio, che sta nel “una riflessione sul ruolo e sulla trasformazione della memoria nel processo di costruzione delle identità personali e familiari che vede sullo sfondo il complesso tema dell’emigrazione/immigrazione del popolo italiano”. E questo diventa evidente nel finale, quando ad essere proiettato sarà lo sbarco a Lampedusa di un gruppo di migranti, quelli del XXI secolo che, in condizioni ancora peggiori degli italiani del XX, affrontano e sfidano la sorte in un modo che non migliora e sotto alcuni aspetti sembra essere rimasto immobile, anzi peggiorato, se si pensa ai respingimenti, che non consentono nemmeno di raggiungere “lamerica”, come l’avrebbe chiamata Gianni Amelio nel ‘94 . Dalla dimensione familiare a quella universale, umana, di tutti noi che, come ha detto Federica Migliotti (autrice dello spettacolo e vincitrice decretata dalla critica del Premio Ermo Colle), abbiamo “un passato o un presente di parenti emigrati all’estero”. E allora le valenze sociali si associano a quelle personali, la dimensione umana del viaggio come ricerca di una vita vivibile al ricordo delle traversate altrui, e lo spettacolo si configura come l’opportunità per riflettere davvero su chi parte, su chi ritorna, sul proprio impulso ad andare via, sulla necessità materiale di lasciarsi alle spalle la propria vita e la propria storia senza mai dimenticare, per darsi un’opportunità, per poter ammirare, dopo la notte, “un’alba da qualche parte”

Info:
Un’alba da qualche parte
Dal 3 al 6 febbraio
Teatro Lo Spazio
Via Locri 42 (San Giovanni)
06/77076486  06/77204149
http://www.teatrolospazio.it

Stefano Cangiano