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Casale Papillo: bagarre in Aula sulla mozione di sgombero

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Consiglio municipale bloccato per diverse ore. Alla fine, con la celere, arriva il voto ed un tavolo di lavoro per lunedì

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MOMENTI DI TENSIONE – ieri in via Silone nel Municipio IX, quando gli attivisti del Casale Pachamama (lo stabile in via Moravia nel quartiere Papillo), hanno occupato per diverse ore l’Aula del Consiglio Municipale, impedendo la discussione di una mozione di sgombero. I motivi riportati nel documento, oltre al ripristino della legalità, parlano di pericolo per la sicurezza degli occupanti in relazione alla stabilità dell’edificio. 

 

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA – è il vice Sindaco, Luigi Nieri, presente anche all’assemblea pubblica sul casale del 23 novembre scorso, a ricostruire la vicenda amministrativa che ha bloccato il restauro del casale per tutti questi anni: “Nel 1993 l’Amministrazione comunale ha ricevuto, nell’ambito di una convenzione urbanistica con il Consorzio privato Acqua Acetosa Ostiense, il Casale Papillo – spiega Nieri – Il Casale risultava, però, fortemente degradato e necessitava di una elaborata ristrutturazione, prima di definirne l’uso d’accordo con il Municipio e i cittadini. Tale ristrutturazione è, allo stato attuale, ancora da effettuare da parte del Consorzio, come previsto dall’accordo. Roma Capitale deve dunque attendere la necessaria ristrutturazione e la riconsegna ufficiale del bene prima di prendere qualsiasi decisione in merito alla struttura e al suo utilizzo pubblico, come previsto dagli obblighi contrattuali reciproci”. Passano gli anni e Roma Capitale ancora attende il completamento della convenzione: “Con il rispetto del contratto in tutte le sue parti – continua l’Assessore al Patrimoni – In diverse occasioni l’Amministrazione ha provato ad entrare effettivamente in possesso del bene, accettandone la cessione. Ma dopo che i tecnici hanno effettuato diversi sopralluoghi, hanno riscontrato che persistevano sempre delle condizioni che non rendevano possibile l’effettiva presa in carico del Casale che, dunque, risulta ancora in possesso del Consorzio Acqua Acetosa Ostiense, cui spetta anche la sorveglianza della struttura”. Il Vice Sindaco non manca di richiamare anche la vicenda del Punto Verde Qualità, altro oggetto del contendere nell’area del Papillo: “ Va detto che nella stessa zona, in precedenza, era stata messa in programma anche la realizzazione di un Punto Verde Qualità, immediatamente confinante con l’area di cui alla convenzione urbanistica. Nel 1998, quindi, l’amministrazione comunale in carica decise di estendere il Punto Verde Qualità anche all’area interessata dalla convenzione. Il privato che doveva realizzare il Punto Verde Qualità, successivamente, ha ceduto al Consorzio Acqua Acetosa Ostiense la realizzazione del Punto Verde Qualità. Il Consorzio, dunque, è subentrato nell’assegnazione e nella realizzazione anche delle opere previste dal Punto Verde Qualità. Tutte queste vicende hanno complicato e messo in fase di stallo la situazione del Casale Papillo per lunghissimi anni”. La volontà sarebbe quella di comporre i contrasti: ”è evidente che al momento è necessario trovare una soluzione condivisa con tutti i soggetti coinvolti, che riconosca le aspettative degli abitanti del quartiere e di chi propone un progetto socio-culturale per la struttura, evitando che l’amministrazione capitolina perda fondi pubblici per una struttura che rischia di finire completamente in mano privata. Ed è in questa direzione che noi stiamo lavorando insieme al Municipio IX”.

DAL PACHAMAMA – Sono gli stessi occupanti, con una nota del comitato di gestione, a rendere noi i motivi del blocco dei lavori in Municipio IX: “Gli occupanti del “Casale Pachamama”, insieme al movimento per il diritto all’abitare Action, hanno presidiato lo svolgimento dei lavori dell’aula consiliare, affinchè non venisse votato un atto che chiedeva lo sgombero dei casali che, da ormai 7 mesi attraverso un percorso di partecipazione e condivisione con la cittadinanza, stanno recuperando e restituendo alla collettività”. Non manca la nota dolente da parte degli occupanti, che hanno visto, ancora una volta, maggioranza e opposizione unite nelle richieste di sgombero: “La risposta della maggioranza e dell’opposizione congiunte è stata però ancora una volta vincolata alle esigenze di equilibri politici e sottomessa a forti poteri economici, piuttosto che alla relazione e all’ascolto di chi, in prima persona e con i propri sforzi, sta animando l’esperienza di Pachamama”. Evitato anche lo scontro con il reparto celere, chiamato dalla presidenza per ristabilire l’ordine in Aula: “Anche oggi noi siamo stati più intelligenti, evitando che una occupazione pacifica e simbolica si trasformasse in uno scontro con la celere, chiamata dal presidente del municipio, e presente con uno spiegamento di forze eccessivo e intimidatorio, in un luogo che dovrebbe essere di confronto con i cittadini e le cittadine di un territorio”. Nonostante la presenza degli attivisti la risoluzione, definita dagli occupanti ‘imprecisa e scorretta nel metodo’, è stata comunque votata, chiedendo quindi lo sgombero dei casali. Non tutto però sembra essere perduto, infatti sono gli occupanti del Pachamama ad aver raggiunto due fondamentali obiettivi: “Da lunedi prossimo si terrà un primo tavolo di partecipazione e progettazione sul futuro dei casali – spiega il comitato di gestione – inoltre il municipio si impegna a chiedere al comune la revoca dell’assegnazione alla società dei costruttori di zona, deliberata dalla precedente giunta, dei casali e dei terreni circostanti”. Riaprendo di fatto la partita sul restauro e la gestione degli spazi.

IL PRESIDENTE SANTORO – al termine della vicenda confida in una nota stampa per spiegare ai suoi cittadini quanto accaduto in Aula consigliare: “Lo considero un grave incidente di percorso e ribadisco che l’occupazione dell’aula da parte di chiunque non sarà mai uno strumento per dialogare con l’amministrazione che mi onoro di guidare. Non è concesso a nessuno impedire che consiglieri municipali non possano essere messi in grado di votare un documento. Da parte mia ci sarà sempre il massimo del dialogo ma nel rispetto delle Istituzioni e di tutta la comunità” Non manca di ringraziare le Forze dell’Ordine per aver ristabilito la possibilità dei consiglieri di esprimere il loro voto nei confronti dello sgombero: “Dopo sei ore di occupazione dell’aula il Consiglio municipale ha potuto votare all’unanimità un documento che chiede al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di liberare il Casale del Papillo occupato da mesi per poterlo mettere in sicurezza”.

DALL’OPPOSIZIONE – arriva dura la condanna dell’occupazione dell’Aula come del Casale: “Dopo tutti questi mesi non è più tollerabile che un bene pubblico sia abusivamente in mano a dei soggetti privati – spiega il vice presidente del Consiglio Municipale, Massimiliano De Juliis – Questo è ancora più grave perché il Comune di Roma sta predisponendo dei bandi per affidare dei terreni comunali a cooperative e a giovani agricoltori. Chi ha buone idee può presentarle nelle sedi opportune partecipando a regolari bandi pubblici non occupando pretendendo e calpestando le regole democratiche”. Con lo sgombero dell’Aula e la votazione in consiglio dell’atto, secondo i consiglieri di centro destra al Municipio IX, sarebbe stata ripristinata la legalità: “Ora attendiamo che il provvedimento doveroso venga eseguito al più presto – spiegano in una nota congiunta – è ora di dire basta ad ogni tipo di esitazione e colpevole collusione che lega i professionisti delle occupazioni con alcuni rappresentanti politici”. Critici anche nei confronti dell’atteggiamento sulla vicenda tenuto dal Consigliere Capitolino di sel, Gianluca Peciola: “ha sorpreso l’atteggiamento del Capogruppo di Sel – spiegano – che continua a solidarizzare con chi prepotentemente, dal mese di Giugno, sta tenendo sotto scacco un quartiere intero. Ora attendiamo, anche in considerazione di quanto accaduto oggi, la massima severità e celerità da parte del presidente Santoro e dell’Assessore Nieri affinché, con determinazione, venga restituita credibilità alle Istituzioni in tutta questa triste e grave vicenda”. Andrea De Priamo dirigente romano di Fdi, e Simone Sordini capogruppo nel Municipio IX, parlano invece di libertà di voto dei Consiglieri, a loro dire messa a rischio dall’occupazione dell’Aula: “Quanto accaduto stamane nel Municipio IX con l’occupazione dell’aula è gravissimo. Il consiglio doveva votare una mozione approvata in due commissioni, atto che chiede di ripristinare legalità al casale del Papillo, che da convenzione spetterebbe ai cittadini ed è invece occupato da centri sociali ed extra comunitari dalla scorsa estate –seguitano – Gli occupanti hanno disturbato i lavori, insultando sia i cittadini che consiglieri, impedendo di fatto la discussione della mozione”.

IL TAVOLO – Lo stesso documento votato in aula impegna Santoro alla convocazione di un tavolo tecnico per sbrogliare questa vicenda. Il Presidente ha fatto quindi sapere che lunedì prossimo inviterà gli assessorati all’urbanistica, al patrimonio e ambiente di Roma Capitale per “riordinare l’ennesimo cortocircuito politico-burocratico che ho trovato in questo Municipio – conclude – L’unica cosa che mi interessa è dare quella struttura ai cittadini per renderla fruibile a tutta la comunità”. In quella sede probabilmente si dovrà preoccupare anche di rispondere alle quattro domande poste dagli occupanti del PachaMama: “Perchè ci si è occupati di questi casali finora lasciati al degrado e all’incuria, solo dopo che li abbiamo occupati per recuperarli e riconvertirli in senso sociale ed ecologico ambientale? – seguita il comitato di gestione nella sua nota – Perchè il richiamo alla legalità, così fortemente sbandierato da maggioranza e opposizione oggi, non valeva quando bisognava impedire la realizzazione della discarica della Falcognana, occasione in cui consiglieri di entrambe gli schieramenti parteciparono a mobilitazioni ed iniziative “non autorizzate”? – ancora – Perchè non si è dato seguito, sin da subito, ai tavoli partecipati sul futuro dei casali e non si è costretto il proprietario di quell’area ad iniziare subito i lavori di ristrutturazione, come promesso dal municipio? – infine – Con più di 40 casali a disposizione in quel territorio, perchè mai tanto interesse specifico? Perchè accanirsi con questa realtà, esperienza innovativa e baluardo di coesione sociale in un periodo di crisi economica e imbarbarimento delle relazioni sociali? Forse perchè abbiamo toccato un “nervo scoperto” e cioè la gestione dell’enorme patrimonio pubblico? Forse perchè la nostra proposta del riuso del patrimonio pubblico in senso sociale ed ecosostenibile spaventa i poteri forti di questa città?” .

Leonardo Mancini