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Coworking Municipio IX: l’opposizione chiede l’annullamento

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Scontro sul bando per l’assegnazione dei locali dell’ex scuola di via Comisso

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Tratto da Urlo n.115 maggio 2014

FERRATELLA – Il 22 aprile scorso è stato pubblicato l’avviso pubblico (in scadenza il 19 maggio) per la gestione di “Combinazione Creativa” il primo spazio di coworking nel Municipio IX. Il progetto prevede la realizzazione di 6 postazioni per il coworking, una sala formazione ed una galleria espositiva, il tutto in uno spazio di 300 mq ricavati in un’ala della ex scuola di via Comisso 24, nel quartiere Ferratella all’Eur. Il costo di ogni postazione è stabilito a 200 euro al mese. Inoltre, come spiegato dal Presidente Santoro, “i professionisti che lavoreranno nel coworking offriranno al Municipio la propria creatività per le campagne di comunicazione istituzionali”. Una “Combinazione Creativa”, questo il nome del progetto, è anche l’obiettivo che Santoro vuole raggiungere con l’iniziativa: “La Combinazione Creativa è quello che noi intendiamo per patrimonio pubblico bene comune: dopo il censimento dei mesi scorsi vogliamo dire basta ad una malagestione dei locali pubblici – spiega – vogliamo dare spazio ai talenti del municipio, vogliamo luoghi dove ognuno contribuisce economicamente, vogliamo scambio di competenze. Oggi sembra una rivoluzione ma vogliamo che in questo municipio diventi la normalità”. Uno spazio di lavoro a costi contenuti, una ricetta sicuramente funzionale in un momento di crisi, per far fronte alla difficoltà di fare impresa: “In un momento come questo – sottolinea il Presidente – dare la possibilità a tanti di poter allestire la propria postazione di lavoro a non più di 200 euro è un segnale importante. Inoltre la ‘combinazione creativa’ sarà anche lo scambio di competenze con il Municipio”. È proprio questa frase di Santoro ad aver fatto mobilitare l’opposizione municipale sull’analisi dell’avviso pubblico. Le critiche arrivano dal Vicepresidente del Consiglio del Municipio VIII, Massimiliano De Juliis che ha elencato i molti punti dell’operazione ritenuti oscuri: “Va premesso che il co-working viene definito come ‘raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento’. Quindi questo progetto già parte al contrario, prima si individua il soggetto affidatario e poi i co-worker”. Altro elemento su cui il Consigliere De Juliis chiede chiarezza riguarda i costi delle postazioni, calmierate a 200 euro mensili a favore di chi vincerà il bando: “Scopriamo che i co-worker non verranno selezionati dal Municipio ma dal soggetto vincitore del bando”. La domanda che De Juliis si pone è semplice: “Come verranno utilizzati questi fondi? La risposta – aggiunge – riguarda la comunicazione della Giunta Santoro. Cosa c’entrano i fini commerciali con i fini sociali? Crediamo che il bando debba essere annullato”. È soprattutto la scelta del luogo a non convincere l’ex Presidente della Commissione Scuola al Municipio IX, il Consigliere Fi Gino Alleori, che spiega l’importanza di restituire quegli spazi alla loro funzione originaria: “La destinazione d’uso dell’edificio è la scuola, infatti una parte delle sue aule è stata destinata al vicino Liceo Aristotele. Poi il Presidente del Municipio, spostando il suo ufficio al piano terra del terzo ponte, ha dislocato la ‘Banca del tempo’, cui erano destinati i locali, all’interno della ex scuola di via Comisso, dove è stata trasferita anche la Casa della Famiglia. Ora negli spazi rimasti Santoro vuole inserire il coworking”. La contrarietà di Alleori è palese: “Viste le lunghe liste d’attesa scolastiche nel Municipio si sarebbe potuto pensare ad un utilizzo legato alla destinazione originale dell’edificio. Inoltre è singolare che una struttura comunale, seppur tramite bando e quindi con la massima trasparenza, venga di fatto assegnata ad un singolo, per la gestione del coworking in piena libertà di affitto delle postazioni e senza pagare alcun canone al Municipio. Non capisco – conclude – come si possa pensare di utilizzare una struttura pubblica senza alcun riscontro per il territorio e per i cittadini”. 

 

Leonardo Mancini