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Discarica Falcognana: dal Presidio un nuovo esposto

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Gli attivisti si rivolgono alla Procura per far luce sui controlli ambientali

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CARENZE ED OMISSIONI – Il Presidio No Discarica Divino Amore, dopo aver avuto accesso agli atti dell’Arpa ha dichiarato di aver riscontato numerose carenze ed omissioni nei controlli prescritti sull’attività di gestione del sito: “A fronte dell’accertamento del superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (fluoruri, ferro, manganese e arsenico) – recita la nota del Presidio – non risulta siano state attivate le procedure di bonifica prescritte né ulteriori accertamenti di caratterizzazione del sito, come espressamente previsto dalla legge”.

 

L’ESPOSTO – gli attivisti del Presidio hanno quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica per segnalare queste incongruenze: “Ciò che con l’esposto abbiamo segnalato alla Procura – continua il Presidio – riguarda, a fronte del rilascio dell’AIA 2010, la mancata attivazione delle procedure di bonifica, la mancata istruttoria sulla contaminazione, sull’accertamento della tenuta del sistema di impermeabilizzazione, sull’assenza di collaudi delle opere (escluso il primo invaso)”. E ancora il mancato rispetto del monitoraggio ambientale (controlli annuali delle matrici ambientali e sui prodotti agroalimentari zonali), previsto dal Piano e prescritto nell’AIA: “Controlli che o non sono stati effettuati o non sono stati trasmessi all’ARPA impedendo, di fatto, la verifica di eventuali contaminazioni; ulteriori carenze poi nell’assenza di analisi e/o verifiche sulla dispersione del biogas; rispetto al percolato mancano analisi di caratterizzazione ai fini dell’ammissibilità in discarica e valutazioni analitiche circa la sua pericolosità”.

LA PREOCCUPAZIONE – dei cittadini riguarda quindi le conseguenze che questi mancati controlli potrebbero avere sulle aree circostanti: “Ne vien fuori un quadro molto articolato e preoccupante che se da un lato conferma quanto fossimo nel giusto allorché chiedevamo già ad ottobre la bonifica del sito, dall’altro denota che, malgrado la rilevata contaminazione, le attività nella discarica siano proseguite da oltre tre anni nell’assoluta assenza di qualsiasi controllo ed è per questo – dichiara infine il Presidio – che abbiamo chiesto l’intervento della Procura a tutela della salute umana, dell’ambiente e del paesaggio in linea con lo spirito che ha sempre animato l’azione del Presidio”.