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Il campo nomadi di Tor de’ Cenci verra’ sgomberato

Divise maggioranza e opposizione sul destino dei suoi occupanti.

Tor de’ Cenci non è un quartiere che si sente spesso nominare. Eppure, nelle ultime settimane, ha guadagnato la ribalta della cronache romane. Dapprima una lettera dell’Assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso, recapitata ai residenti del quartiere. Poi una sua intervista a Il Messaggero.
E se ne è cominciato a parlare. Si è iniziato a discutere di ciò per cui, più d’ogni altra cosa, Tor de’ Cenci è nota: il campo nomadi.
La storia delle popolazioni senza fissa dimora, e del loro rapporto con il quartiere che a sud lambisce la tenuta di Castel Porziano, abbraccia un arco temporale di oltre venti anni. Dapprima con l’insediamento di via Lo Rizzo, a Spinaceto. Poi con la realizzazione di un campo nomadi che, nelle intenzioni iniziali, doveva divenire un modello di accoglienza e di integrazione.
Sono seguiti lunghi anni di silenzio. Da parte dei media e delle istituzioni. Il rapporto si è incancrenito, il campo è stato ripetutamente bonificato e abbandonato. I servizi sociali ed i controlli, al suo interno, sono stati attivati e poi lasciati morire. Ad ondate cicliche.
Oggi ci vivono circa 350 persone, principalmente di origine Macedone e Bosniaca.
E se ne è tornato a parlare, perché esiste un progetto, presentato in campagna elettorale dal sindaco Alemanno. Il cosiddetto Piano nomadi, che prevede la riqualifica di alcuni campi, e lo smantellamento di altri. Come è stato per Casilino 900.
Da qui nasce la questione, posta dai 350 nomadi di Tor de’ Cenci, che vogliono conoscere la propria destinazione. E che non è chiara neppure ai consiglieri dell’opposizione del XII Municipio che, come Andrea Santoro (Pd), denunciano un mancato dialogo tra l’amministrazione centrale e quella territoriale: “Siamo stanchi di leggere sui giornali di decisioni che andrebbero prese con la nostra collaborazione. L’Assessore Belviso sta snobbando totalmente il Municipio dodici ed  è un peccato, perché lei proviene proprio da questo territorio. Nessuno ha chiesto un parere al Municipio su che cosa si pensasse della chiusura del campo nomadi di Tor de’ Cenci e della collocazione a Castel Romano dei suoi abitanti. Per questo ho chiesto una commissione consiliare sicurezza, che verrà fatta nei prossimi giorni. La nostra posizione è chiara e l’abbiamo messa per iscritto: siamo per la chiusura a condizione che si trovi una soluzione alloggiativa per le famiglie che ne hanno diritto,  cioè quelle che non hanno commesso reati.  Vogliamo dargli una situazione alloggiativa decente, da esseri umani”. E questa è anche l’impostazione  del Presidente dell’Opera Nomadi Massimo Converso, che chiede case al posto di nuovi villaggi.
Ma soprattutto Tor de’ Cenci esiste anche a prescindere dai suoi nomadi.

Fabio Grilli

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