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Il Municipio IX vota il sostegno al Rojava

Votato all’unanimità l’atto di solidarietà nei confronti del popolo Curdo e di condanna all’offensiva militare turca

MUNICIPIO IX – È un atto votato dal Consiglio del Municipio IX quello che il 28 novembre scorso ha manifestato la vicinanza dell’ente di prossimità al destino delle popolazioni Curde in Siria. Un atto che allo stesso tempo chiede al Comune di Roma e al Governo nazionale una netta condanna nei confronti dell’attacco del 9 ottobre scorso da parte delle forze armate turche contro le postazioni curde nel nord della Siria.

IL DOCUMENTO DI CONDANNA

Nel testo del documento votato all’unanimità dai consiglieri municipali, oltre ad una ricostruzione di quanto avvenuto in queste settimane su territorio siriano, si legge che “Si stanno levando, anche nel nostro paese, numerose e autorevoli voci di sdegno contro l’aggressione turca, tese a fermare immediatamente quest’azione militare, con la messa in atto di numerose manifestazioni locali e nazionali, a cui deve andare tutto il sostegno della nostra comunità locale; è stato avanzato un appello, contro l’invasione turca in questione e per il ripristino immediato della pace nell’area, da centinaia di amministratori locali, sindaci, consigli comunali di ogni parte d’Italia”.

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LA SOLIDARIETÀ AL POPOLO CURDO

È sulla scia di questa serie di condanne giunte dalle amministrazioni locali di tutta Italia che anche il parlamentino di via Silone ha deciso di esprimere “tutta la sua solidarietà al popolo curdo e alle altre popolazioni che convivono pacificamente nel Rojava”, ma allo stesso tempo di condannare “senza appello l’aggressione turca e le sue tragiche conseguenze, fra cui l’uccisione di numerosissimi civili e la creazione di nuovi profughi in fuga dalla zona di guerra, nonché condanna tutte le azioni di guerra e di violenza compiute su tutto il territorio siriano, così come in ogni parte del mondo”.

L’INTERVENTO INTERNAZIONALE

Naturalmente un atto votato da un Municipio su questioni di questo genere non ha rilevanza pratica, se non quella d stimolare una riflessione sulle sfere superiori del Governo. In particolare infatti la richiesta nei confronti dell’Esecutivo è quella di “attivarsi a tutti i livelli internazionali per prendere una posizione chiara e contraria alla guerra, a favore della pace e per lo schieramento di una forza di interposizione, sotto l’egida delle Nazioni unite, al confine tra la Siria e la Turchia – oltre a chiedere che – simili misure vengano avanzate anche a livello dell’Unione Europea e in tutti gli organismi internazionali, nonché che si adoperi per la realizzazione di una “no fly zone” nell’area interessata, la quale impedisca all’aviazione turca di bombardare l’area in questione, bombardamenti già devastanti soprattutto per la popolazione civile”.

LeMa