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La nuova sede del Municipio a Tor Pagnotta si fara’. Anche se non piace a nessuno

Prevista nell’ambito della riqualificazione del Laurentino, la nuova sede fa parte delle opere a scomputo del nuovo centro commerciale in costruzione a Tor Pagnotta

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LAURENTINO 38 – Tutto avrà origine da una piazza. Una grande, anzi, immensa area che farà angolo tra Tor Pagnotta e via Laurentina. “15mila mq di superficie che ospiteranno la nuova sede del Municipio, un moderno centro commerciale, diversi uffici, attività commerciali e di ristoro ed un parcheggio sotterraneo a due piani” come si legge nella descrizione che accompagna il progetto. E’ questo uno dei pilastri portanti del “Laurentino Oltre i Ponti”, di cui tra poco si dirà. Ma godiamoci ancora lo spettacolo. “Il Cinema-Multisala, il Centro Fitness – a proposito dobbiamo essere proprio fuori forma perché ne aprono uno dietro l’altro – ed il Family Entertainment Center permetteranno alla piazza di vivere fino a tarda sera, ben oltre l’orario di chiusura degli uffici”. Descritta così, sembra il paese dei balocchi. L’obiettivo è anche di quelli particolarmente nobili. Si tratta di garantire standard più elevati tanto in termini di sicurezza sociale, quanto sul fronte dei servizi e dell’estetica d’un quartiere, il Laurentino 38, per troppi anni lasciato in stato di abbandono.
Eppure questo progetto denominato “Laurentino Oltre i Ponti”, piace a pochissimi. Anzi, non sarebbe sbagliato affermare che non piace proprio a nessuno. E per una serie di ragioni. Innanzitutto per la realizzazione di una nuova sede del Municipio XII. “L’edificio, dove verranno spostati tutti gli uffici ora dislocati in diverse aree all´interno del quartiere, sarà una moderna struttura high tech in acciaio e vetro, polifunzionale e a ridotto impatto ambientale. L’aula consiliare sarà realizzata completamente in vetro”. Una figata. Ma quanto costa? Si parla di una cifra intorno ai 13 mln di euro. E già questa informazione da sola basterebbe a suscitare qualche perplessità, soprattutto in momenti come quelli che stiamo vivendo. Ma cerchiamo di inquadrare la genesi del progetto. In nostro soccorso viene Marco Cacciotti (Pdl) Presidente del Consiglio Municipale.

“Si tratta d’un progetto che ha un iter particolarmente lungo e che, nascendo da una legge del 1993, ha interessato vari livelli istituzionali. Una delle opere previste, nell’ambito del piano di recupero urbano del Laurentino, è stata oggetto di convenzione urbanistica e riguarda i lavori nell’area di Tor Pagnotta, dove è in costruzione un centro commerciale di 489 mila metri cubi. All’interno di quel programma – conferma Cacciotti – è prevista la realizzazione a scomputo del nuovo Municipio e della piazza pubblica”. Opere di urbanizzazione secondaria, come si usa classificarle, “connesse allo svincolo delle concessioni edilizie rilasciate – al costruttore Parnasi – per cui si procederà di pari passo nella realizzazione del centro commerciale e della nuova sede municipale”. Un particolare per niente secondario. Altrettanto significativa è la considerazione che “la presenza del Municipio, all’interno del quartiere Laurentino, è importantissima. Si tratta di un baluardo importante anche per la legalità e la sicurezza del quartiere stesso – riconosce Cacciotti, che aggiunge come – in passato non ho condiviso questa scelta, perché la presenza del Municipio, pur avendo spazi molti ridotti e frammentati sul territorio, riveste una funzione chiave per il Laurentino”. E tuttavia “il processo in questa fase è irreversibile, poiché le scelte politiche e tutto il percorso urbanistico e burocratico, versano già nella fase attuativa, quindi non credo ci siano le condizioni per tornare indietro”. Perfetto. Dato per assodato che indietro non si torna proviamo a vedere cosa ne pensano i residenti. Lo siamo andati a chiedere a Maurizio Filipponi, tra i portavoce del Consiglio di Quartiere Fonte Laurentino Ostiense: “A noi sembra assurdo che venga aperto un nuovo centro commerciale, a distanza così ravvicinata da Euroma2. Rischiamo che tutte le piccole attività commerciali che insistono nel quadrante siano soffocate. Cosa che in parte si sta già verificando”. Chiarito questo primo aspetto, non di certo secondario, vale la pena sottolineare come il Consiglio di Quartiere dichiari che “noi siamo assolutamente contrari alla costruzione del nuovo Municipio. Abbiamo proposto una soluzione alternativa, che consentirebbe un risparmio dei costi dell’ordine dell’80% recuperando manufatti abbandonati, garantendo un utilizzo migliore degli spazi ed una minore cementificazione”. L’idea del Consiglio Fonte Laurentino Ostiense è semplice: “ci sono locali che appartengono alle scuole che sono vuoti, come in via Cumisso, per restare dentro al quartiere, perché noi vogliamo che il Municipio vi rimanga, anche perché altrimenti i ponti, se sottoutilizzati, sono a rischio di occupazioni. Altrimenti, se si vuole una sola sede, si può pensare di spostare direttamente la Gramsci in via Cumisso”, in tal modo, con poca spesa, la scuola dedicata al fondatore del quotidiano di Botteghe Oscure, potrebbe venire sistemata “rendendola fruibile come nuova sede municipale”. Insomma, le idee non mancano. E l’opposizione cosa ne pensa? “Si può spostare la sede del Municipio, dislocata sui tre ponti, solo se al suo posto verranno garantiti servizi uguali o migliori rispetto agli attuali. Finché non c’è un quadro chiaro di come saranno utilizzati quegli spazi, nessuno dovrò toccarli”, chiarisce immediatamente Andrea Santoro, Coordinatore del Pd nel Municipio XII – Perché noi abbiamo impiegato tanti anni a riqualificare il quartiere e la sede del Municipio è stato uno strumento eccezionale per farlo – un punto sul quale concordano tutti gli intervistati – per cui l’ultima delle cose che vuole il Pd è privare il Laurentino d’un presidio istituzionale così importante”.

Inoltre c’è un’altra ragione che spiega la contrarietà del Pd al trasferimento: “Fin quando non si sa che cosa dovranno fare i municipi – oggetto di un futuro ridimensionamento, promesso dal Comune ma non ancora quantificato – è da matti pensare di trasferire e quindi, di fatto, sprecare i soldi pubblici per realizzare la nuova sede. Questa operazione è possibile compierla solo nel momento in cui sapremo quale sarà il reale perimetro del 12 Municipio, oltre che il reale decentramento della macchina amministrativa. In quella circostanza – spiega Santoro – da persone che sanno che in questo momento non bisogna sprecare neppure un centesimo di denaro pubblico, ragioneremo sulla possibilità di fare una sede unificata”, in un momento in cui, sul ridisegnamento dei municipi, non è stato ancora formalizzato nulla.
Ma allora rispetto al passato cosa cambia? Ci deve essere stato qualcuno che almeno 30 anni fa, quando si cominciò a parlarne, era favorevole alla cosa. Posto che nessuno dei politici interpellati abbia responsabilità dirette, se non altro per ragioni anagrafiche, una spiegazione prova a fornirla lo stesso Santoro. “Quell’opera era stata richiesta dalle precedenti amministrazioni in quanto ritenevamo giusto mettere tutta la struttura municipale in un’unica sede. Ma si è trattato di un lavoro fatto in anni in cui non c’era la crisi economica e non esisteva la proposta di Roma Capitale di riformare i Municipi”. Altri tempi, si dirà. Certo, è vero. Come è altrettanto vero che valutare col senno del poi costituisce un esercizio sterile, semplicistico e inutile. E dopotutto non dimentichiamo che a breve avremo un’opera bellissima. Ma che sciaguratamente non piace proprio a nessuno.


Fabio Grilli