Home Municipi Municipio IX

Luneur: siamo alla resa dei conti?

I cittadini si mobilitano per salvare lo storico luna-park dal degrado. Intanto spuntano interessanti dettagli sul fronte legale.


Ads

 

La ruota panoramica ancora è lì dove l’avevamo lasciata qualche mese fa. È mossa solo dal vento, buia e sporca, circondata da sterpaglie e da carcasse di vecchie attrazioni oramai arrugginite e inutilizzabili, rese tali dal passare del tempo e dal persistere dell’incuria. La notte, quello che era il parco di divertimenti meccanico più antico d’Italia, e l’unico a Roma, oggi cade in una tetra malinconia. I cittadini rivogliono il loro luna-park, e questo è chiaro a tutti. È un sentimento condiviso, che non ha bisogno di spiegazioni o interessi. Il Luneur è un pezzo di storia della città e l’affezione dei cittadini per esso ha portato due consiglieri del Municipio XII, Matilde Spadaro (Sel) e Vincenzo Vecchio (Pd) a dar vita a un’iniziativa concreta: una raccolta firme in strada, che ha avuto subito un largo consenso: “È stata una campagna volta alla sensibilizzazione dei cittadini – racconta Matilde Spadaro – ed ha avuto buoni risultati perché la riapertura del Luneur è un volere condiviso mosso da un sentimento popolare. Le firme verranno presentate al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Sindaco di Roma e al Presidente del Municipio XII”.
Con le proteste dei cittadini riemerge anche il problema delle famiglie che lavoravano all’interno del Luneur, sbattute fuori da un giorno all’altro, private del loro lavoro e del loro futuro, ma soprattutto di quello che è stato un passato fatto di dedizione, di professionalità e di sviluppo di una cultura del divertimento che oggi viene seppellita in un mare oscuro di interessi e convenienza. Oscuro, perché sono ancora molti i punti poco chiari della storia. E così, su questi presupposi, parte una denuncia alla Procura della Repubblica da Saverio Pedrazzini, ex socio della Lu.p.p.ro (ex società concessionaria del Luneur) ed ex subconduttore, che carte alla mano ha deciso di mettere nero su bianco delle presunte irregolarità verificatesi nel procedimento di bando di gara e nelle successive evoluzioni. Riassumiamo brevemente. Venne indetto nel 2008 un bando di gara per la gestione del Luneur. Parteciparono tre società e vinse Cinecittà Entertainment per aver presentato la migliore offerta per la locazione dell’area, il più adeguato progetto di rilancio e riorganizzazione del parco giochi, la solidità economico-finanziaria e la soprattutto la disponibilità a prestare attenzione ai lavoratori già dipendenti all’interno del Luneur. “È ovvio che se non avesse avuto il vincolo di dover ricollocare e riorganizzare le centinaia di lavoratori all’interno del Luneur, il bando di gara sarebbe stato più appetibile e la partecipazione non si sarebbe ridotta esclusivamente a tre società” racconta Pedrazzini. Peccato che Cinecittà non ha minimamente prestato attenzione agli ex esercenti come prevedeva il bando e, anzi, chiese che il parco venisse liberato di cose e persone, altrimenti sarebbe stato sgomberato. Questo perché gli ex subconcessionari, con le loro attrazioni ancora nell’area, peccavano di presunto abusivismo e impedivano l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Tesi avvalorata dalla vittoria di qualche causa vinta intentata contro alcuni di loro, che presupporrebbe dunque la ragione di Cinecittà. Ma è proprio a questo punto che i conti non tornano: “Secondo i documenti che ho presentato per la denuncia – continua Pedrazzini – esistono due contratti di concessione, uno dei quali presentato e non registrato, che era quello che teneva conto dei vincoli previsti dal bando di gara, quindi anche della nostra presenza nell’area. Esso è stato sostituito con un altro contratto, stavolta registrato, che invece prevedeva che l’area dovesse essere liberata. Venne firmato dall’ex A.d. di Eur Spa, Mauro Miccio, ma l’attuale A.d. Riccardo Mancini non ha nemmeno ipotizzato un abuso, ma ha semplicemente avallato il contratto esistente. Dopo la vittoria del bando Cinecittà ha creato una società satellite, la Luneur Park, che avrebbe dovuto controfirmare tutti i punti esistenti nel contratto, compreso quello che teneva conto degli operatori, poi nascosto e sostituito da Eur Spa, che ha praticamente iniziato una trattativa privata di un bene pubblico. Quando la Luneur Park, poi, ha avviato la procedura di sgombero, si è avvalsa di questo ultimo documento, ottenendo sentenze positive nelle cause che ha intentato contro alcuni operatori”. In merito all’esistenza di due diversi contratti Eur Spa ci fa sapere che, la stessa sentenza in cui il Tribunale ordinario “ha condannato i subconcessionari convenuti in giudizio a rimuovere dal Parco le giostre di loro proprietà, convenendo sul carattere abusivo dell’occupazione […] riporta testualmente che in merito alla difformità tra bozza del contratto (allegata ai documenti di gara) ed il testo definitivo, non si ravvisa alcuna rilevanza di circostanza, sia perché le differenze sono effettivamente marginali, sia perché il contratto stipulato l’11 febbraio 2008 assorbe ogni eventuale discrasia con il testo provvisorio”. A questo punto, attendiamo che si pronunci la Procura della Repubblica in merito a queste differenti posizioni, per capire se ad esser definita “marginale” è veramente la sorte lavorativa di centinaia di persone.
Anche dal mondo politico si levano voci a favore del Luneur. È recente, infatti, l’interrogazione del Senatore del Pd Raffaele Ranucci, al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’Economia e delle Finanze e per i Beni e le Attività Culturali, in cui richiede “al Governo di intervenire sulla vicenda. È vergognoso espropriare di questo bene la città di Roma per una mera lucrosa speculazione edilizia ed è ancora più disdicevole il silenzio del Sindaco Alemanno e della sua Giunta che da tre anni si disinteressano totalmente di questo problema” e inoltre si interroga su “quali iniziative il Governo intenda adottare nei confronti della società Eur Spa al fine di dare risposte certe ed esaustive, scongiurando una fine drammatica alle 150 famiglie coinvolte in questa vicenda, che ad oggi si trovano in una crisi buia e senza prospettive”. Un intervento a cui ha dato risposta Pierluigi Borghini, Presidente di Eur Spa, che in un comunicato afferma disappunto per il tentativo di strumentalizzazione politica della questione: “Mi pare vergognoso da parte dell’On. Ranucci, ex Presidente di Eur Spa, che solo per un dovere di appartenenza ad una squadra politica intervenga a gamba tesa su un argomento che dovrebbe conoscere molto bene, considerate le proroghe e i rinnovi consentiti ai precedenti concessionari, senza mai formalizzare la presenza dei subconcessionari che oggi sono il vero elemento ostantivo alla realizzazione di un nuovo e moderno parco divertimenti a servizio del quartiere e della città”. Borghini, inoltre, assicura che nel grande progetto di rilancio del Luneur non sono previste né cubature, né scempi edilizi, tesi confermata anche da Riccardo Mancini nell’intervista rilasciata ad Agenzia Parlamentare: “Oggi si sta procedendo allo sgombero del Parco, dopo di che inizieranno i lavori di progettazione del nuovo luna park che non prevede nessun problema di cambio di destinazione urbanistica, come qualcuno vuole dire. Sarà semplicemente un parco giochi moderno che non sarà più con i cavalli di legno. A me dispiace – conclude Mancini – delle raccolte di firme e di tutte le azioni mosse contro di noi, ma c’è un giudizio del tribunale che parla e ci dà ragione”. Non ci rimane che attendere la sentenza del Tar prevista per fine marzo, che potrebbe portare all’invalidamento del bando di gara.

Serena Savelli