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Rifiuti: scontro sulla proposta del biodigestore

compostaggio repertorio

L’impianto proposto nel Municipio IX dovrebbe accogliere l’umido di tutta Roma

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LA RICHIESTA PER IL BIODIGESTORE – Con la ripresa della mobilitazione dei cittadini sulla discarica di Falcognana si scherzava dicendo che la consiliatura, iniziata con i rifiuti, sarebbe finita in monnezza. Ma oggi questo scherzo non si discosta più tanto dalla realtà. La notizia della proposta, presentata il 28 dicembre scorso da Pontina Ambiente srl (riconducibile al gruppo Cerroni), per la realizzazione di un biodigestore anaerobico nell’area del Municipio IX, non ha lasciato indifferenti cittadini e forze politiche. È il consigliere PD e presidente della Commissione Ambiente, Alessandro Lepidini, a parlare di un impianto di gigantesche dimensioni “in via Laurentina al km. 20.900 nell’Agro Romano Meridionale, costituisce l’ennesima aggressione al territorio del Municipio IX. Parliamo di un’area – seguita Lepidini – che ricade nel vincolo paesaggistico, cosiddetto decreto Bondi, divenuto oggetto di una violenza ripetuta e inaudita alla quale, ancora una volta, risponderemo colpo su colpo”. 

LE DIMENSIONI DELL’IMPIANTO – L’impianto, a quanto si apprende, dovrebbe ricevere la FORSU (frazione organica di rifiuti solidi urbani Ndr) della Capitale, parliamo di circa 240mila tonnellate all’anno che dovrebbero arrivare nell’impianto di compostaggio richiesto a Quarto della Zolforatella, sul confine tra il Municipio IX e Pomezia. “Il Progetto della Pontina Ambiente srl per la realizzazione di un’azienda agricola a ciclo virtuoso con annesso impianto di compostaggio con produzione e riutilizzo di energia termoelettrica e biometano a servizio della città di Roma, ha l’evidente obiettivo di convogliare tutta la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU) di Roma nel nostro Municipio – aggiunge il Consigliere Lepidini – A questo scempio ambientale, perché di questo si tratta, va detto un no chiaro e netto perché ‘l’infiocchettamento’ dell’azienda agricola di qualità non è altro che la simulazione necessaria a perpetuare quel monopolio sui rifiuti intorno al quale Cerroni ha costruito il suo impero”. Il progetto presentato in Regione prevede per la produzione di compost, biometano ed energia elettrica, la realizzazione di un impianto articolato in due lotti gemelli, ognuno della potenzialità di 120.000 tonnellate all’anno di FORSU e rifiuti verdi in ingresso. Per ogni lotto sarà costruito un nuovo capannone della superficie di circa 19.865 mq, con la sezione anaerobica che ospita ben 18 digestori occupando uno spazio di circa 5.000 mq. “Non solo una proposta irricevibile, ma un disegno di devastazione per un territorio straordinario già largamente provato dai pesanti impatti ambientali – prosegue il consigliere democratico, che sottolinea le tempistiche della richiesta – Trovo particolarmente grave e preoccupante che la proposta sia stata presentata proprio in assenza del governo politico della Capitale e peraltro durante il periodo natalizio. “Se qualcuno ha scambiato questo Municipio per la discarica di Roma Capitale – conclude – ha commesso un grave errore perché difenderemo le nostre straordinarie bellezze naturalistiche e non consentiremo il loro annientamento”.

L’IMPATTO SULLA VIABILITÀ – Anche l’opposizione municipale è unita nel contestare quella che al momento, lo ricordiamo, è soltanto un’ipotesi progettuale: “Ciò che spaventa non è tanto la tipologia dell’impianto ma delle sue imponenti dimensioni – dice il Capogruppo di FI, Massimiliano de Juliis – È progettato per lavorare circa 240mila tonnellate di umido proveniente dalla raccolta differenziata di cui 20.000 dalle potatura del verde”. Uno dei temi più importanti per il consigliere forzista, al netto delle rassicurazioni sugli odori, è quanto il trasporto di questi rifiuti impatterà sulla già congestionata viabilità della zona: “Come impatteranno i camion che dovranno trasportare le circa 900 tonnellate al giorno di umido percorrendo la via Ardeatina e la via Laurentina che per motivi diversi sono pericolosissime e al collasso?”.

LE DOMANDE DEL CENTRODESTRA – Sulla vicenda sono ancora molti gli interrogativi, primo su tutti la fattibilità o meno di un impianto di questo tipo, quando la volontà politica sembrava andare verso siti di piccole dimensioni a servizio d territori. In ogni caso il centrodestra municipale non manca di mettere nero su bianco alcune domande che speriamo abbiamo una risposta: “Perchè si insiste su questo territorio visto che ci sono già numerosi impianti per il conferimento e trattamento dei rifiuti che vedono il quadrante già in sofferenza? – si chiede De Juliis – Vanno ricordati i due presenti a Porta Medaglia; due in Via Ardeatina; una a Selvotta; diversi recuperi ambientali tra Via Laurentina e Santa Palomba; la discarica di rifiuti pericolosi a Falcognana, quella di Roncigliano, diversi biodigestori e impianti per la produzione di biogas e a questo aggiungiamo ciò che si trova nel Comune di Pomezia. Perchè il Municipio da qualche tempo a questa parte non è mai coinvolto nelle scelte? Perchè – conclude il consigliere forzista – il Presidente del Municipio e l’Assessore all’Ambiente, sia su Falcognana che su questo tema, non dicono una parola?”.

Leonardo Mancini

(Foto di repertorio)