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Stadio della Roma: meno di un mese alla scadenza della Conferenza di Servizi

Nuovo incontro tra Società e Campidoglio per raggiungere un accordo su progetto e cubature

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ROMA – Il mese di dicembre scorso, per l’Amministrazione capitolina non è stato di certo semplice. La Giunta della Raggi ha subito un nuovo rimpasto e le vicende giudiziarie sono tornate a tener banco nelle pagine della cronaca romana. Nonostante questo il 30 dicembre è arrivato l’incontro tra i vertici di Palazzo Senatorio e quelli della AS Roma: “Prosegue il dialogo su Stadio della Roma – ha scritto la Sindaca in un tweet – al lavoro su un progetto importante per la città”. L’incontro si sarebbe dovuto tenere il 2 dicembre, ma saltò a causa dell’impegno della prima cittadina con la Sindaca Appendino a Torino. Da quel giorno le uniche informazioni sul procedimento sono arrivate da Paolo Berdini, l’Assessore all’Urbanistica, che più di tutti nella Giunta sembra osteggiare il progetto.

LA POSIZIONE DI BERDINI – L’Assessore, proprio il 30 dicembre in un’intervista al Corriere della Sera, ha ribadito la volontà di ridurre le cubature previste, a fronte del taglio di alcune opere pubbliche considerate inutili: “In 63mila metri quadrati – quanto previsto dal PRG, ndr – c’entra eccome uno stadio per il calcio. E c’entrano pure le strutture commerciali. Se è così, va bene, ma non un metro in più”. Su quale sia la posizione della Giunta nei confronti del progetto per il nuovo Stadio della Roma e del Business Park annesso, Berdini è chiaro, affermando che “ora la Giunta è compatta nel pretendere il rispetto assoluto del Piano Regolatore. Basta con le deroghe”.

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DALLA SOCIETÀ – L’AS Roma, dal canto suo il 30 dicembre, nell’augurare un buon anno ai tifosi con un post sul suo sito ufficiale, non ha mancato di parlare proprio dell’intervento di Tor di Valle: “Ovviamente – dichiara l’Ad Umberto Gandini – essendo in Italia stiamo attraversando diverse difficoltà di natura burocratica e amministrativa, ma il progetto sta arrivando nelle fasi conclusive”. Anche il Presidente Pallotta non si è lasciato sfuggire la stoccata di fine anno all’Amministrazione capitolina: “Ci sono stati alcuni ritardi, forse un po’ per colpa nostra, ma anche per via dei cambiamenti nell’amministrazione cittadina e per quello che è successo a Roma, ma siamo fiduciosi sul fatto che a marzo otterremo l’approvazione”.

IL VERTICE – A quanto si apprende dalle ricostruzioni dell’incontro, ci si avvierebbe ad un accordo, comunque rimandato al mese di gennaio. Per l’Assessore allo Sport, Daniela Frongia, si starebbe entrando “nella fase finale, quella in cui anche il Comune dovrà fare i propri passaggi e gennaio sarà un mese molto importante per il progetto”, con molta probabilità proprio per quella necessaria variante urbanistica già al centro della querelle tra Comune e Regione.

I TEMI SUL PIATTO – Per incontrare le richieste del Campidoglio, l’AS Roma potrebbe accettare una riduzione delle cubature sul progetto, anche se presumibilmente inferiore rispetto a quanto richiesto da Berdini. Questo comporterebbe una variazione minima delle opere pubbliche, non toccando il ponte dalla Roma-Fiumicino (definito inutile vista la previsione del Ponte dei Congressi). Non dovrebbero esserci riduzioni sui fondi per il trasporto pubblico (da spostare dalla linea B alla Roma-Lido). Poi gli interventi sulla viabilità, con via del Mare e Ostiense da unificare perlomeno nel tratto di Tor di Valle. Una procedura che, come riportato da Il Tempo, non sembra essere delle più semplici, vista la grande quantità di vincoli legislativi da rispettare: “la legge Stadi, le norme urbanistiche nazionali, le procedure amministrative stabilite dalla legge 241 e, non da ultimo, la delibera Marino. Il rischio è quello che cambiamenti del progetto troppo radicali dovrebbero basarsi su una nuova delibera che modifichi la precedente e, quindi, su un nuovo iter che riazzeri il cronometro”. Difficile immaginare che l’AS Roma possa accettare quest’ipotesi.

PROSSIMI APPUNTAMENTI – In questi giorni la Conferenza di Servizi dovrebbe tornare a riunirsi in sessione plenaria, in vista del 6 febbraio, scadenza dei 90 giorni previsti e prima della chiusura definitiva del 5 marzo con la scrittura dei verbali. Pochi giorni per risolvere tutte le questioni aperte e per cercare di comporre i quasi inevitabili contrasti.

Leonardo Mancini