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Tor di Valle: continuano le manifestazioni dei lavoratori dell’ippica

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Dopo l’annuncio in videoconferenza della decisione sulla costruzione del nuovo stadio, non sono mancate le polemiche di cittadini e politica nei confronti dell’opera.

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Quello che malgrado tutto è rimasto in sordina è il destino del vecchio ippodromo di Tor di Valle. Si parla di circa 51 dipendenti che dal 31 gennaio hanno perso il loro posto di lavoro, di circa 500 cavalli in costante allenamento nella struttura accuditi da 150 persone tra proprietari, allenatori guidatori e artieri ippici. “Questa mattina con i 50 lavoratori dell’Ippodromo di Tor di Valle abbiamo manifestato sotto il Campidoglio per richiamare l’attenzione dell’amministrazione capitolina a seguito dell’annunciata chiusura dell’attività dello storico impianto del trotto – spiegano in una nota il segretario regionale di Slc Cgil Fabrizio Micarelli, il segretario territoriale di Slc Cgil Massimiliano Montesi e Franco Marziale della Uilcom Uil regionale – Durante il presidio una delegazione è stata ricevuta. Come organizzazioni sindacali abbiamo esposto la tragica situazione in cui si trovano i 50 lavoratori con le rispettive famiglie che da oltre nove mesi non percepiscono lo stipendio e ora vedono concretizzarsi la perdita del posto di lavoro. Abbiamo avanzato proposte concrete per possibili soluzioni”. L’amministrazione Capitolina si è impegnata ad aprire due tavoli di confronto: uno riguarderà il coinvolgimento dell’Ippodromo di Capannelle, di cui il Comune di Roma è proprietario, per il mantenimento delle corse di trotto nella Capitale provando a ricollocare una parte dei lavoratori di Tor di Valle; l’altro coinvolgerà Parnasi, titolare dell’impresa che dovrebbe costruire il nuovo stadio che nascerà dalle ceneri dell’ippodromo. Ci sarebbe quindi la possibilità di ricollocare i restanti lavoratori in un contesto anche extra ippica. “Pur apprezzando l’impegno della delegazione capitolina e condividendo il percorso tracciato – concludono i sindacalisti – il nostro giudizio rimane molto prudente in attesa della prossima convocazione che come concordato dovrà esserci entro metà febbraio”. Le manifestazioni dei lavoratori, oltra al sit in sotto il Capidoglio del 31 gennaio, si sono svolte principalemente con l’occupazione temporanea delle sedi stradali del GRA, della via del Mare e di via Appia Nuova.