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Via Nairobi: lavori ritardati da tre cavi “fantasma”

EUR – Non sono ancora partiti gli interventi che dovrebbero portare alla riapertura completa di via Nairobi, la strada dell’Eur che collega viale Africa e viale dell’Umanesimo chiusa da ormai sette anni a causa di un cedimento di una galleria dei sottoservizi che ha messo in pericolo la stabilità della strada e della collina limitrofa. Lo scorso febbraio avevamo ricevuto notizia che i lavori sarebbero potuti partire ad aprile, dopo che erano stati risolti alcuni problemi con le precedenti procedure di gara. Purtroppo le difficoltà non sono mancate e gli interventi devono ancora iniziare.

I RITARDI FINO AD OGGI

Dopo anni di silenzio, nel gennaio 2021 la passata amministrazione grillina in Campidoglio aveva annunciato l’avvio di una gara per assegnare i lavori con un importo pari a 918.270,64 euro. Stando a quanto si è appreso la gara è stata espletata e i lavori sarebbero dovuti iniziare già lo scorso agosto, ma tutto è rimasto fermo. Purtroppo infatti nel bando di gara non è stato previsto l’espletamento delle indagini archeologiche, indispensabili per legge in un cantiere di queste dimensioni. Senza questi interventi non è possibile aprire i cantieri, così i lavori non sono potuti partire. A febbraio avevamo annunciato, grazie alla risposta della Presidente Di Salvo ad una interrogazione di Fdi, che il SIMU aveva aggiudicato l’appalto dei lavori (che sarebbero dovuti durare 260 giorni e avrebbero portato alla chiusura della strada da Largo Sri Lanka a via Kariba) e che era in corso la verifica della documentazione necessaria ai fini della stipula del contratto, e che la procedura di affidamento del Servizio di Assistenza archeologica (la cui mancanza aveva bloccato il cantiere) era in fase di aggiudicazione.

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I CAVI FANTASMA

Purtroppo a creare ulteriori difficoltà sono stati alcuni dei sottoservizi che sono ospitati dalla galleria collassata. Infatti è il presidente della commissione municipale Mobilità, il consigliere di Europa Verde, Giulio Corrente, a spiegare il ritardo causato da tre cavi rinvenuti che non sono ascrivibili a nessuna delle ditte operanti con Roma Capitale. “Vista la delicatezza della tematica (nell’area insistono realtà militari ed obiettivi sensibili che potrebbero utilizzare tali cavi), si è convenuto di convocare una riunione per il 9 giugno con tutte aziende coinvolte per avviare un piano di lavorazione che permetta lo spostamento dei cavi ‘riconosciuti’ e – seguita Corrente – il monitoraggio operativo dei tre cavi dei quali non si conosce la titolarità al fine di effettuare il loro spostamento”.

I PROSSIMI PASSI

Dopo la riunione del 9 giugno si deciderà come e quando procedere allo spostamento dei cavi e delle condutture dei sottoservizi. Probabilmente, qualora non si riuscisse a capire a chi appartengono questi cavi si potrebbe procedere con il taglio: “Si tratta di una infrastruttura vecchia, probabilmente non più in funzione – spiega il consigliere Corrente – d’altronde la galleria è stata prima in carico all’Ente Eur, poi ad Eur Spa e poi al Comune e non esistono archivi che riportino la titolarità dei cavi”.

Leonardo Mancini