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Appia Antica: per i varchi manca l’ok del Ministero

Un primo stop al progetto era arrivato nel 2022 per un cavillo del Codice della Strada

Tratto da Urlo n.229 dicembre 2024

APPIA ANTICA – Nel mese di novembre la commissione capitolina Mobilità è tornata ad occuparsi della possibilità di installare dei varchi elettronici su parte dell’Appia Antica. L’obiettivo naturalmente è quello di limitare il transito di autovetture evitando il traffico di attraversamento. Tutto questo su una strada che nei mesi scorsi è divenuta anche il sessantesimo sito italiano ad entrare nell’elenco del patrimonio dell’Unesco.

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I DIVIETI E I VARCHI

Dei divieti esisterebbero già, ma senza la possibilità di utilizzare del personale della Polizia Locale per multare i trasgressori è difficile che vengano rispettati. L’amministrazione Gualtieri aveva già affrontato questa problematica, puntando sulla possibilità di sperimentare i varchi elettronici. Una richiesta inviata al Ministero dei Trasporti già nel 2022, alla quale però, come ha spiegato in commissione l’Assessore capitolino Eugenio Patanè, è seguita una risposta negativa. Il motivo del diniego, arrivato nell’ottobre del 2022, sarebbe un cavillo in un Regolamento Ministeriale e nella necessità di riformulare un articolo del Codice della strada (l’Art 201 comma 1bis), che elenca i casi in cui non è necessario contestare immediatamente l’infrazione per i veicoli non autorizzati che siano diretti ai centri storici o alle ZTL. In questo caso l’Appia Antica non sarebbe contemplata e quindi la risposta del Ministero fu negativa. Questa criticità è stata evidenziata anche dal Parco Archeologico e dal Parco regionale dell’Appia Antica, istituzioni che sono molto interessate al proseguimento di questo progetto, o perlomeno a sperimentare gli occhi elettronici per limitare il traffico di attraversamento della storica arteria. Ma per sbloccare la situazione serve l’interessamento del Ministero e la modifica del Regolamento ministeriale. Purtroppo, come ricordato anche da Patanè in commissione, due anni di solleciti da parte del Campidoglio e degli enti del Parco non sembrano aver smosso nulla.

IL PROGETTO

La progettualità in esame per prima cosa prevedrebbe il mantenimento dell’attuale schema di circolazione, con l’istituzione del limite di velocità a 30 km/h. I varchi dovrebbero essere posizionati in due snodi fondamentali, presso il sottovia di via Cilicia e sull’intersezione con via Appia Pignatelli, in direzione di Porta San Sebastiano. In questo modo, spiegano dal Campidoglio, si limiterebbe il traffico di attraversamento. L’accesso all’interno dei varchi sarebbe comunque consentito a bus (che non verrebbero rivisti), taxi, bici, bus turistici, bus GT, disabili, AMA e residenti. Naturalmente l’Amministrazione ha già studiato i flussi di traffico per redigere il progetto, individuando anche i percorsi alternativi, che si sposterebbero da un lato da piazza Numa Pompilio verso via C. Colombo, piazza dei Navigatori e via delle Sette Chiese; dall’altro verso via Druso e Porta Metronia; e infine da via Appia Pignatelli verso via delle Sette Chiese e via C. Colombo.

LA DISCUSSIONE SUL PROGETTO

In attesa che dal Ministero possano arrivare buone notizie, sul progetto si continua a lavorare e a discutere. I consiglieri presenti in commissione Mobilità, seppur trasversalmente favorevoli a questa misura, hanno chiesto di poter visionare il progetto e i dettagli attuativi. Sempre in commissione Mobilità è stato invece l’Assessore del Municipio VIII, Luca Gasperini, a sottolineare l’importanza di aprire un tavolo di discussione tra tutti gli attori interessati e che coinvolga anche l’istituzione municipale. Dal territorio la consigliera di FI, Caterina Benetti, ha sottolineato come questo tema debba tornare anche all’attenzione delle commissioni municipali e del parlamentino di via Benedetto Croce: “L’iniziativa è di sicuro interesse, soprattutto se pensiamo all’importanza di quest’area nell’anno del Giubileo. Ma forse si sarebbe dovuti arrivare prima a questa discussione. Ora attendiamo di vedere quale sia la progettualità così da poter valutare ogni criticità – conclude – Speriamo però che anche il territorio su cui insiste il progetto venga perlomeno ascoltato”.

Andrea Calandra