Home Notizie Cronaca Roma

Albergo sociale in via Tarso: si apre il dibattito in Municipio VIII

Per il momento ci sono solo i fondi per abbattere l’ex asilo e progettare la nuova struttura. Il centrodestra chiede la riapertura della scuola, mentre il Presidente Ciaccheri chiede che si trovino i fondi per ricostruire già in questo Bilancio comunale

SAN PAOLO-OSTIENSE – Negli ultimi giorni è tornata alla ribalta una vicenda che sembrava sopita da tempo. Si tratta del futuro dell’ex Asilo di via Tarso, chiuso da circa 5 anni a seguito di alcuni problemi strutturali. Si è tornati a parlare di questo edificio, a due passi da via Ostiense e dalla stazione Metro Marconi, per un progetto lanciato dal Campidoglio per la realizzazione di un ‘albero sociale’ per la realizzazione di percorsi sperimentali di forme di coabitazione in edifici di proprietà pubblica.

L’ALBERGO SOCIALE

Nell’idea del Campidoglio sarà avviata la progettazione per la realizzazione di una struttura residenziale da destinare ad albergo sociale, con spazi e servizi comuni in modo da fornire una sistemazione temporanea ai cittadini in difficoltà. Alle funzioni residenziali si aggiungeranno inoltre altri servizi per favorire la massima integrazione con il territorio. Si prevede di poter realizzare alloggi per circa 50 persone e servizi dedicati aperti al quartiere. Il costo complessivo stimato è di 3,5 milioni di euro, ma per ora sarebbero disponibili i soli fondi destinati all’abbattimento e progettazione. Infatti l’Amministrazione dovrà in seguito reperire fondi propri per la nuova edificazione valutando anche interazioni con enti no-profit o del terzo settore interessati allo sviluppo del programma.

Ads

L’ASILO INAGIBILE

Su questa vicenda è arrivato il plauso del minisindaco del Municipio VIII, Amedeo CIaccheri, che a fine 2017 lanciò da questa scuola chiusa allora da 16 mesi il suo programma elettorale in materia di edifici scolastici. “Abbiamo cominciato il mandato di governo municipale trovando la struttura dell’asilo nido inagibile per problemi strutturali che ne avrebbero reso impossibile l’utilizzo con le finalità per la quale era stata progettata e che ne richiedevano l’abbattimento, senza progetti pronti a sbloccare una situazione ferma da anni”.

NUOVE FUNZIONI PER IL TERRITORIO

In un lungo post su Facebook il Presidente ha chiarito che in questi anni si è lavorato per ampliare l’offerta scolastica, così da supplire alle mancanze dovute alla chiusura della struttura di via Tarso: “Grazie ai lavori al Girasole Colorato, che si trova a 200 metri dall’ex nido di via Tarso, abbiamo ampliato con altre strutture l’offerta educativa sul territorio, che ad oggi è pienamente sufficiente”. Così arriva la richiesta al Comune di dare nuove funzioni a questo luogo, con nuovi servizi per il territorio e finalità sociali: “È di questi giorni la prima risposta che l’amministrazione comunale sia riuscita a trovare i fondi per procedere con l’abbattimento e la progettazione della nuova struttura a via Tarso che tenga conto di un progetto che implementi i servizi per le emergenze sociali della città e allo stesso tempo recepisca la necessità di nuovi servizi per il territorio. Mancano ora le risorse per la parte realizzativa”.

LE CRITICHE DEL CENTRODESTRA

In queste ore non sono però mancate le voci critiche sul progetto. In particolare è il consigliere leghista, Simone Foglio, a richiamare la necessità che questa struttura torni ad ospitare i bambini: “Quello che rileviamo in tutta questa vicenda è che il territorio continuerà ad avere una scuola in meno. Noi, come tanti cittadini, avremmo preferito la riapertura del nido. È possibile che con tanti immobili sfitti e abbandonati si debba perdere una scuola per aprire un Albergo sociale? Possibile che il Presidente Ciaccheri non voglia ascoltare le richieste del territorio?”. Nel discorso dell’esponente del Carroccio non mancano le critiche nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale: “L’emergenza abitativa è un tema che non può essere lasciato ai proclami e agli annunci da campagna elettorale, tanto più se per ora ci sono solo i fondi per abbattere e progettare – e ancora – Non vorremmo che si abbatta la scuola e che si lasci un altro luogo in abbandono, come è già successo con la scuola Mappamondo in via Odescalchi”.

I FONDI OLTRE GLI ANNUNCI

Una preoccupazione questa assolutamente condivisibile e in parte richiamata anche dal minisindaco Ciaccheri: “Dobbiamo richiedere il massimo della celerità sulle procedure amministrative legate alla nuova progettazione dello stabile e reperire i fondi in questo bilancio comunale anche per la realizzazione dell’opera vera e propria perché non rimanga solo un progetto su carta – continua il Presidente – L’esito più negativo potrebbe essere solo che dopo 5 anni di una struttura ferma, ora che c’è una base di progetto, la disattenzione la rimandi lentamente fino a perderla di vista”.

LeMa