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Calderon de la Barca: passi avanti sul PVQ

Un nuovo avviso pubblico raccoglie le società che potrebbero occuparsi di analisi e bonifiche in vista della riqualificazione

Tratto da Urlo n.228 novembre 2024

ROMA 70 – L’ex Punto Verde Qualità di via Calderon de la Barca è ormai avvolto da una vera e propria foresta. Dalla strada, anche sforzandosi, è impossibile scorgere la struttura (mai completata) che nel progetto avrebbe dovuto ospitare un asilo. Mentre la palude creatasi a seguito degli scavi ha contribuito a creare un ecosistema che difficilmente sarebbe riscontrabile in città. Nelle scorse settimane un nuovo atto del Campidoglio ha riacceso l’attenzione su questa vicenda, anche se per vedere qualche passo in avanti potrebbe esserci ancora parecchio da attendere.

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LA VICENDA DEL PVQ

Quello di via Calderon de la Barca è uno dei tanti PVQ mai completati. Qui infatti, oltre al grande parco pubblico inaugurato il 19 maggio 2012 (sul lato opposto della strada), erano previsti un centro sportivo e un asilo. Con il trascorrere degli anni l’iniziativa è passata di mano in mano, subendo modifiche e riduzioni di cubature. Poi lo stop, con il cantiere abbandonato e una palude che si è creata a seguito degli scavi a ridosso del costone che sorregge via Calderon de la Barca. Il costo complessivo dell’opera si sarebbe dovuto inizialmente aggirare attorno ai 10 milioni di euro, anche se le successive varianti rendono difficile una stima precisa. Visto lo stato di abbandono, il 18 aprile del 2016 l’area era stata inserita nella Conferenza di Servizi volta a definire delle soluzioni per le varie zone in cui erano presenti PVQ mai completati (la Delibera del Commissario straordinario Tronca). Questa conferenza, nella relazione di chiusura del 10 maggio 2017, dichiarava “l’assenza dell’interesse pubblico al mantenimento degli atti”, assieme al “parere favorevole alla demolizione del fabbricato asilo nido e alla riqualificazione dell’area”. Una presa di posizione chiara, che però non ha dato seguito ad interventi immediati, lasciando l’area vittima del degrado e di continue occupazioni.

TRA DEMOLIZIONE E RISANAMENTO

La demolizione dei manufatti fu così affidata al SIMU, mentre l’area era ancora in carico al Dipartimento Ambiente. Il 15 dicembre 2021 il SIMU avrebbe prodotto anche uno studio di fattibilità per la demolizione, con un progetto che prevedeva l’attivazione del Dipartimento Ambiente per la bonifica e per il prosciugamento del laghetto. Nonostante questi passaggi nulla si è mosso e i cittadini dei comitati e delle associazioni di zona, assieme a parte della politica locale, hanno tuttavia continuato a premere per realizzare nelle strutture un luogo di aggregazione che manca al quartiere. Una possibilità che sarebbe definitivamente naufragata il 2 settembre del 2022, quando in una seduta della Commissione capitolina Trasparenza, presieduta dall’allora consigliere di FdI Andrea De Priamo, l’Assessorato all’Ambiente presentò un parere ad uso interno richiesto all’Avvocatura Capitolina (datato 26 luglio 2022), che definiva “non sanabile” l’assenza di autorizzazione paesaggistica sul manufatto. La vicenda è tornata quindi nell’immobilismo, fino all’inserimento dell’area tra quelle del programma “100 Parchi per Roma”, presentato a febbraio 2024 dal Campidoglio. Un piano che ha come obiettivo il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione di 100 parchi e aree verdi della città in 10 anni, restituendole alla piena fruibilità pubblica.

GLI ULTIMI SVILUPPI

Ad oggi le ultime novità su quest’area parlano di un avviso pubblico per una manifestazione di interesse (protocollato il 3 ottobre scorso) per la formazione di un elenco di società di ingegneria per le “indagini ambientali propedeutiche alle attività tecnico-progettuali” per la riqualificazione dell’area all’interno del progetto “100 Parchi per Roma”. Le società, si legge nell’avviso, devono essere in grado di rimuovere la fitta vegetazione presente nell’area, di analizzare le acque affioranti, di demolire i manufatti e di indagare dal punto di vista della “stabilità sul tratto di via Calderon de la Barca, in corrispondenza dell’area verde e dello specchio d’acqua”. A seguito di questo avviso abbiamo contattato l’Assessorato municipale all’Ambiente per capire quale sia lo stato dell’iter amministrativo. L’Assessore Claudio Mannarino ha spiegato che “dal Campidoglio e dal Dipartimento Ambiente comunicano che sono in attesa del progetto di fattibilità tecnico economica (PFTE) per la riqualificazione dell’area. Questo documento – aggiunge l’Assessore – dovrebbe arrivare entro dicembre, così da poter fare una valutazione dei costi e poi lavorare nella prossima sessione di bilancio per stanziare i fondi”. Un’operazione quest’ultima che sembra piuttosto complessa, tanto da far pensare che difficilmente i fondi possano essere stanziati già per il 2025. Molto più probabile che possano essere disposti direttamente per il 2026. In ogni caso solo a fronte degli stanziamenti potremo capire quali saranno i tempi per il progetto di riqualificazione.

LE POSIZIONI

Naturalmente la lettura dell’avviso protocollato il 3 ottobre ha lasciato l’amaro in bocca ai cittadini del Comitato di Quartiere Grotta Perfetta, il quale, nonostante il pronunciamento dell’avvocatura (nel 2022), sperano ancora che si possano superare i limiti amministrativi e pensare alla riqualificazione e all’utilizzo pubblico del manufatto: “Questo avviso, che raggrupperà una serie di esperti, speriamo possa dare nuovo impulso alla vicenda – afferma il Presidente del CdQ, Mario Semeraro – Sarebbe utile che si occupassero di capire se effettivamente le mancanze amministrative – la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica, ndr – possono essere sanate e l’immobile salvato”. Una posizione questa che invece è stata superata da tempo dalle opposizioni, in particolare da FdI è il consigliere Maurizio Buonincontro a parlare di una conclusione che “era ovvia e che era stata prevista da noi da tempo. È impensabile che il Municipio non ne parli, visto che fino ad oggi qualsiasi discussione è stata fine a sé stessa – seguita – ora bisognerà capire come riallocare i fondi su questo progetto – in passato si era parlato di 800mila euro per la sola demolizione, ndr – servono le valutazioni ambientali sulle acque e strutturali sulla strada, ma poi si deve iniziare a parlare approfonditamente del dopo, del come riqualificare e di cosa possa essere fatto su quest’area”. In tal senso è stata presentata in Campidoglio un’interrogazione a firma del consigliere Francesco Carpano di FI, mentre sul territorio la consigliera forzista, Caterina Benetti, ha sottolineato come “l’attesa per una soluzione a questa vicenda è enorme. Sono troppi anni che i cittadini della zona, oltre ad avere uno spazio precluso, si trovano a convivere con il degrado e l’abbandono dell’area. È il momento che il Comune e la maggioranza municipale si prendano le responsabilità di questo immobilismo”.

Leonardo Mancini