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Ex Fiera di Roma: ancora una volta la parola ai cittadini

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Saranno i cittadini a dare le linee guida del progetto, ma resta aperta la partita sulle cubature

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Tratto da Urlo n.120 dicembre 2014

TOR MARANCIA – Era il 2005 quando la ormai ex Fiera di Roma chiuse i battenti. Da quel momento in poi ci sono stati due tentativi infruttuosi per riqualificarla, con i progetti della Giunta Veltroni e Alemanno. Poi l’utilizzo degli spazi espositivi come magazzini o ricoveri di fortuna per le emergenze. Infine, la scorsa estate, la Giunta comunale prima e il Municipio VIII dopo, hanno espresso il loro parere positivo sulla nuova Delibera sull’area. Ma in particolare il Municipio, pur rilevando una diminuzione della previsione di cubature, ha vincolato il suo parere a ben dodici condizioni. La Sul (Superficie Utile Lorda) attualmente considerata è di 75.000 mq: “Molti meno dei 91.315 proposti da Alemanno ma ancora troppi, perché superano quanto attualmente edificato cioè 67.000 mq – spiega Andrea Catarci, Presidente del Municipio VIII – Non basta questa riduzione ma è un segno positivo che sia stata accolta una nostra richiesta storica: il vincolo a reperire gli standard urbanistici solo all’interno dell’area”. Questo significa che circa 32.500 mq dell’area dovranno essere destinati agli spazi pubblici: “Una crescita notevole – ironizza Catarci – se consideriamo lo ‘zero’ delle proposte precedenti. Il nostro obiettivo è arrivare ad un progetto sostenibile all’insegna del bene comune e fondato sull’interesse pubblico. Non giochiamo a mantenere l’intollerabile status quo, ma non siamo disponibili a fare regali a nessuno. La partita è ancora da giocare – conclude – ma partiamo da condizioni che prima non avevamo mai avuto”. Tra le altre richieste del Municipio c’è la mobilità, con una linea tranviaria collegata con quella in previsione su viale Marconi, da realizzare prima ancora dell’inizio dei lavori. Ma anche il 50% del residenziale destinato all’housing sociale e la realizzazione contestuale di edificazioni private e opere pubbliche. “Io, come molti cittadini e tecnici, come l’Ing. Pietro Samperi, sono molto scettico su questa iniziativa – ci spiega l’Assessore municipale all’Urbanistica Massimo Miglio – In ogni caso stiamo verificando le destinazioni, i volumi e le superfici di alcune strutture oggetto di condono. Mi sembra equo che il condono, se presentato da privati, anche nell’interesse del pubblico, deve avere lo stesso trattamento”. Per Miglio resta importante l’abbattimento delle cubature, per riportarle ai valori della delibera comunale sulle aree verdi della Colombo. 

Ma intanto, nell’attesa che la Delibera contenente la variante urbanistica che permetterebbe l’edificazione arrivi in Consiglio comunale, l’Assessorato capitolino all’Urbanistica ha voluto mettere in piedi un processo partecipativo con la cittadinanza: “Vogliamo trasformare quest’area e vogliamo che chi lo farà abbia degli elementi prescrittivi – ha spiegato l’Assessore Caudo, elencando i tre punti fondamentali da ottenere con questa riqualificazione – Qualità urbana, rispondere alle esigenze del Municipio e a quelle della proprietà – Investimenti Spa – che porterà a casa un risultato”. L’Assessore ha elencato i passaggi del processo partecipativo: “Arriviamo ad una proposta per il documento a base del concorso di progettazione. Un Dpp – Documento preliminare per la progettazione, ndr – che conterrà ciò che arriverà dai cittadini, che vorremmo ottenere entro il 15 dicembre. Noi – aggiunge Caudo – pretendiamo che chi venga individuato con il concorso faccia con i cittadini degli incontri tematici sugli argomenti segnalati. In modo che l’esito finale del progetto sia il più possibile noto, perché qui stiamo costruendo un pezzo di città”. Le critiche sia alla delibera che alla decisione di attuare questo tipo di processo partecipativo non sono mancate. Come già espresso dalle autorità municipali il problema centrale rimangono le cubature previste sull’area. Tra le posizioni più dure c’è quella espressa dal comitato Fieramente, che in passato aveva elaborato un proposta progettuale in collaborazione con l’allora Municipio XI: “Non siamo contro la ristrutturazione dell’area ma pensiamo che quelle cubature siano catastrofiche. Il piano proposto con il Municipio non è stato mai nemmeno preso in considerazione. Noi residenti in quell’area non ci aspettiamo nulla”. Uno stimolo a portare a casa un risultato viene anche da Simone Foglio, Capogruppo di Fi in Municipio VIII, che punta il dito contro l’utilizzo emergenziale della struttura e sulle ripercussioni che questo ha avuto in termini di sicurezza per i cittadini: “C’è bisogno di una riqualificazione. L’utilizzo indiscriminato di questo spazio per accogliere le emergenze, anche con lo stanziamento di un piccolo campo Rom, non ha fatto altro che accrescere l’illegalità che ormai è dilagante nel quadrante”. A seguire i cittadini nel processo partecipativo, oltre a Risorse per Roma, c’è la Consigliera Pd, Antonella Melito, che nei mesi scorsi è già stata protagonista del ciclo di incontri volti a costruire la Carta dei Valori del Municipio VIII, una serie di progetti e aspettative dal basso sul verde, la mobilità, l’urbanistica e l’uso degli spazi, elaborata dalla cittadinanza su stimolo dell’Assessorato all’Urbanistica. La Consigliera Melito, che ha accompagnato i cittadini nel sopralluogo sulla ex Fiera, ha dichiarato di comprendere tutte le perplessità sulle cubature, “ma allo stato attuale dopo anni di incuria e degrado sull’area bisogna guardare alla possibilità di recuperarla anche per restituire degli spazi alla città. Questo al di là dell’edilizia privata, ottenendo aree pubbliche e servizi, piuttosto che mantenerla in queste condizioni”. La Consigliera in ogni caso valuta positivamente iniziative come il processo partecipativo che porterà alla stesura delle linee guida per la progettazione: “Sono dei piccoli passi da parte dell’Amministrazione verso una richiesta già avanzata dalla Commissione Urbanistica che presiedo”. Alcune criticità dal punto di vista tecnico-amministrativo sono state rilevate anche dal Consigliere Fi Maurizio Buonincontro, che afferma: “Una generica partecipazione è soltanto l’alibi per evitare il confronto nelle uniche sedi istituzionali territoriali realmente rappresentative: il Consiglio Municipale e l’Assemblea Capitolina. La Giunta Comunale nella Delibera ha voluto escludere l’ulteriore e necessario passaggio assembleare dopo la stesura del progetto, dove sarebbe stato possibile un confronto politico”. Alcune colpe, secondo Buonincontro, appartengono alla maggioranza municipale che ha comunque dato il suo parere positivo. “Su mia proposta il Capogruppo Quarzo in Campidoglio presenterà un emendamento per vincolare la delibera ad un passaggio in Assemblea per garantire la dovuta trasparenza”.

Leonardo Mancini