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Garbatella: gli edifici storici tutelati dal Ministero

Il complesso del Palladium sotto il vincolo dei Beni Culturali. Un’occasione da cogliere per la valorizzazione del quartiere.


Da sempre il quartiere della Garbatella è uno degli esempi più belli del vasto e diversificato patrimonio che la nostra città ha la fortuna di possedere. Sempre più gruppi di turisti affollano i vicoli della zona e sono molte le agenzie che offrono tour alla scoperta della ‘Garbatella nascosta’. Purtroppo, seppur mantenendo la caratteristica atmosfera dei tempi che furono, i lotti della Garbatella soffrono sempre di più i segni del tempo. Sono molteplici gli interventi, in alcuni casi molto consistenti, che necessiterebbero di essere presi in considerazione.

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Purtroppo a subire gli effetti del degrado sono principalmente quei palazzi di proprietà dell’ATER che, nell’attuale momento di ristrettezza economica, sembra non abbia la possibilità di operare i dovuti lavori di ristrutturazione. Cornicioni che si sgretolano, pavimentazioni esterne ed interne in pezzi e giardini non curati, ma anche impianti fognari e di scolo delle acque piovane intasati, alberature pericolanti, tetti malconci, insomma molti di questi lotti avrebbero bisogno di importanti lavori di ristrutturazione. Un insieme di palazzi, vicoli e piazze così caratteristici da essere entrati, in larga parte, sotto la tutela dei Beni culturali: “Se ne parla da anni – racconta Maurizio Buonincontro, Presidente Commissione Controllo e Garanzia del Municipio XI – ma soltanto ora sono riuscito ad ottenere la documentazione che prova il vincolo e le relative informazioni dalla segreteria del Ministro. Per adesso ho ottenuto il vincolo che grava sul Lotto ATER sito tra via Passino e via E. Cravero, il complesso del Palladium per intenderci”.

Questo vincolo sarebbe stato decretato dal Ministero il 2 luglio 2009 e trascritto nei registri immobiliari nel 2011. Ma cosa comporta questo vincolo? Quali benefici riguardano questi edifici? “Gli effetti del vincolo sono molteplici – dichiara Buonincontro – Il primo e più evidente in apparenza è il diritto di prelazione che il Ministero può esercitare in caso di vendita dei singoli alloggi”. In realtà tale diritto non viene mai esercitato e comporta una semplice attesa di 60 giorni prima di procedere al rogito da parte del proprietario che vuol vendere l’alloggio. Anche la preservazione dell’uso originario degli spazi è elemento centrale del vincolo: “Gli immobili non possono essere demoliti, ovviamente, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico. Ciò vuol dire che va mantenuto, per quanto possibile, l’uso originario degli immobili – continua Buonincontro – Non può essere, per esempio, allestito un centro commerciale multipiano se, come in questo caso, gli edifici sono destinati all’edilizia residenziale”.

Elemento più rugginoso riguarda la necessità di superare l’iter autorizzativo del Soprintendente per i Beni architettonici nel caso di lavori di ristrutturazione, ad esclusione di quegli interventi circoscritti alla piccola ristrutturazione interna. Inoltre il Ministero può imporre interventi necessari alla conservazione. Questo può comportare l’obbligo nei confronti dei proprietari (l’ATER e coloro che hanno già acquistato gli alloggi), di provvedere alla riqualificazione straordinaria se ritenuta necessaria. “È certo che, di interventi necessari ce ne sono a tonnellate – dichiara Buonincontro – se si accertasse il vincolo su tutti i complessi immobiliari della Garbatella che hanno una oggettiva rilevanza storico-architettonica. La normativa prevede anche la possibilità che il Ministero stesso partecipi, in tutto o in parte, alle spese di valorizzazione del patrimonio vincolato. Questo aprirebbe a finanziamenti pubblici che offrano la possibilità di interventi che attualmente sembrano impossibili”. In tempo di crisi anche una piccola percentuale coperta dal Ministero potrebbe fare la differenza. “Certo che in un’ottica del genere appare ancora più evidente la necessità, da me già più volte denunciata – continua Buonincontro – di procedere alla costituzione dei condomini, dove la legge lo consente, e la formalizzazione dell’autogestione nei Lotti completamente di proprietà dell’ATER. Soltanto con l’organizzazione dei proprietari e degli inquilini si potrà dare impulso alla valorizzazione e quindi alla possibilità di accedere ai benefici del vincolo dei Beni culturali”.

La normativa, spiega il Consigliere, prevede anche la promozione di attività di studio e ricerca, con il concorso delle università e la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle scuole, con la creazione di percorsi didattici: “Quest’aspetto, insieme a quanto da me detto in precedenza, se promosso e incentivato, porterebbe degli evidenti benefici all’intero quartiere. Ritengo, con queste informazioni di aver reso un servizio a tutti gli abitanti della Garbatella – conclude Buonincontro – Prossimamente, appena ne entrerò in possesso, fornirò l’elenco dei beni attualmente sotto il vincolo dei Beni culturali”. Anche Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI, si dichiara lieto della posizione assunta dal consigliere di opposizione: “Quando nel novantesimo anniversario della fondazione del quartiere Garbatella preparammo il piano straordinario, coinvolgemmo la Soprintendenza, la Regione Lazio e la Commissione Commercio del Comune – continua il minisindaco, ricordando la cerimonia – in quell’occasione ci venne data ragione sulla necessità di ristrutturazione del quartiere. Purtroppo nessuna di quelle istituzioni ha dato seguito alle promesse sullo stanziamento di fondi, né hanno dato ulteriori comunicazioni a riguardo. Oggi – conclude Catarci – se le stesse istituzioni e gli esponenti del Pdl sono d’accordo noi siamo pronti a ricominciare tutto l’iter e a richiedere nuovamente i fondi per le ristrutturazioni”.

Serena Savelli