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GIUSTINIANO IMPERATORE: RIQUALIFICAZIONE FRAMMENTARIA?

Il Piano di riqualificazione è quasi ultimato, ma i cittadini ancora si lamentano.
SAN PAOLO – Tutti ricorderanno i “palazzi storti”, divenuti famosi a Roma per la loro particolare pendenza. Edificati negli anni ’50, avevano la particolarità di esser sorti su un terreno inadatto, perché friabile, visto che nel sottosuolo scorre ancor’oggi un fiume. Negli anni essi aumentarono la loro pendenza, fino a quando, nel 2001 (in Via Alessandro Severo 105) e nel 2004 (in Via Villa di Lucina 26) vennero sgomberati e demoliti. Le famiglie, un centinaio, vennero divise tra residence, e Santa Palomba, per diversi anni. Oggi si sta edificando una nuova struttura abitativa, tra Via Villa di Lucina, Via Giustiniano Imperatore e Via Costantino, che verrà ultimata alla fine di quest’anno e che gli ex residenti potranno acquistare ad un prezzo di favore.

Da qui però sono partite polemiche sull’intero progetto di riqualificazione dell’area, che tra le altre cose, prevedeva anche il rifacimento di Via Villa di Lucina. Ad oggi, come ci racconta un membro dell’ex CDQ Giustiniano Imperatore, “i lavori sono stati ultimati senza il consenso degli abitanti e sono stati anche fatti in modo approssimativo. La pavimentazione è scivolosa e già due persone sono finite all’ospedale. Non c’è separazione tra il marciapiede e la strada. I commercianti sono penalizzati per la mancanza di parcheggi”. E Flavio Zennaro, ex Presidente dello stesso comitato, incalza sulla scarsa partecipazione delle istituzioni, che non ha lasciato spazio all’interazione con i cittadini interessati al piano. “Un esempio palese è l’Info-box, su cui sono stati spesi moltissimi soldi e che è rimasto inutilizzato. A suo tempo abbiamo fatto riunioni e incontri – racconta Zennaro – ma poi, scemando l’urgenza della questione, non è stato più dato spazio agli abitanti. Per non parlare di tutta quella serie di problemi che ha comportato il Piano. Il rifacimento di Via Villa di Lucina è un esempio, ma possiamo citare anche la “buca di Via Galba”, usata come discarica. Inoltre – continua Zennaro – pensiamo anche all’enorme cubatura dei palazzi in costruzione, che vende le sue volumetrie in eccesso a peso d’oro. Infine lascia dubbi la sicurezza degli edifici di zona, rafforzati da una relazione dell’Università Roma Tre a seguito del terremoto”.
Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI, risponde: “il Piano è un progetto di abbattimento e ricostruzione, per ora limitato a quei due palazzi, ma che era stato pensato per otto edifici della zona, considerati a rischio. Gli inquilini, all’epoca,  non vollero muoversi dai suddetti (il Piano infatti prevede la ricostruzione anche di altri palazzi, ma l’attivazione dello stesso richiede il consenso dei cittadini, ndr). Dopo il terremoto ci sono arrivate delle sollecitazioni dai cittadini e abbiamo convocato il Commissario Straordinario, i dipartimenti comunali dei lavori pubblici e l’Ufficio Stabili Pericolanti. Il Commissario ci ha detto che era responsabile solo dei due palazzi demoliti e i dipartimenti che, essendo proprietà privata, non potevano intervenire senza essere chiamati in causa. Noi abbiamo comunque verbalizzato la riunione, scrivendo al Sindaco e all’Assessore competente e chiedendo che, qualora i cittadini interpretassero il vecchio Piano come una possibilità per far fronte a questa minaccia, ci si prepari a riattivarlo nelle sue dimensioni originarie. Per quanto riguarda i lavori effettuati in Via della Villa di Lucina – continua Catarci –  c’è ancora da mettere qualcosa a punto. La pedonalizzazione dell’area è stata fatta in quel modo perché il progetto inizialmente doveva ospitare delle attività come un bar, un chiosco di giornali, uno spazio d’affitto delle biciclette, visto che ci sarebbe stata anche la continuazione della pista ciclabile. Tutto questo non è stato realizzato per l’opposizione dei residenti, e allora ci sembra inutile ricreare un lavoro del genere anche nella parte mancante, visto che in questo modo non ha senso”. “La Giunta Alemanno sta cercando di venire incontro ai cittadini su una situazione già determinata a Villa di Lucina, ma compromessa da alcune cose che non vanno bene – afferma Simone Foglio, consigliere municipale (PDL) – La proposta di risoluzione che abbiamo fatto è stata accolta anche dalla maggioranza ed è stata votata all’unanimità”. E incalza Alberto Attanasio, Assessore all’Urbanistica del Municipio XI dicendo che “tale proposta richiede di verificare e migliorare ciò che è stato fatto. Abbiamo messo in ridiscussione la sicurezza dei pedoni, quindi la scivolosità dei marciapiedi, la delimitazione quasi inesistente tra carreggiata e marciapiede, la mancanza di posti auto, la zona pavimentata destinata ad area di incontro tra i cittadini, la bonifica dell’area verde di Via Galba e la mancanza di controllo della rete fognaria per l’eliminazione delle acque piovane”.
Le abitazioni in vendita per le famiglie sgomberate manterranno il loro prezzo di 950 euro + iva, e le cubature in eccesso sono in realtà state un “compromesso” con il privato che sta costruendo i nuovi edifici, che in questo modo è riuscito però a mettere prezzi di costruzione agli ex residenti. Ricordiamo che gli edifici demoliti erano privati, e che quindi l’amministrazione comunale ha dovuto avviare un progetto “straordinario” di ricostruzione, anche se l’operazione non era di sua competenza. Il Presidente del Municipio XI ci parla anche della buca di Via Galba con orgoglio, raccontandoci che “è stato presentato e vinto un progetto in Regione sulla sicurezza urbana, ma invece di acquistare delle telecamere, come hanno fatto gli altri Municipi, abbiamo preferito riqualificare una zona degradata progettando degli “orti urbani” da dare in gestione alla scuola Severo”. E sulla poca interazione, tanto condannata dagli abitanti? “L’info-box è aperto, ed ha un’attività effervescente al suo interno. Gli spazi sono sempre stati a disposizione, solo che le richieste sono venute meno quando il comitato si è sciolto” conclude Catarci. 

Serena Savelli
Urloweb.com

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