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Hotel Costantino: dopo le diffide arriva la bonifica

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Tanta disillusione tra i cittadini, mentre dal Municipio VIII rassicurano: “Continueremo a chiedere l’acquisizione al patrimonio pubblico della struttura”

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Tratto da Urlo n.129 novembre 2015

SAN PAOLO – Nei prossimi giorni sparirà il grande cartello che indica i lavori di costruzione dell’hotel mai completato di via Costantino. Ma con esso, ci assicura il Presidente Catarci, non sparirà l’idea di ciò che sarebbe dovuto diventare e l’evidenza del danno fatto alla città. Mostro, eco-mostro, bidet e albergo fantasma, sono tanti gli epiteti con cui i cittadini del quadrante si riferiscono all’albergo. Un’opera imponente strettamente legata a quel “pasticcio urbanistico” di piazzale dei Navigatori. L’intervento prevedeva la costruzione di 150.000 mc nella suddetta piazza e 34.000 mc su via Giustiniano Imperatore. Inoltre, con un aumento di cubature pari a 60.000 mc, il costruttore si era impegnato alla realizzazione di una serie di opere di pubblica utilità che non hanno mai visto la luce. Interventi per 21 milioni di euro che avrebbero dovuto incidere profondamente sulla vivibilità del quadrante

Si costruisce in fretta, poi finiscono i soldi, la società fallisce e tutto finisce nelle mani di un curatore fallimentare. La struttura si ferma nel tempo, diventa presto un cantiere abbandonato e pian piano viene “spolpata” di tutto il materiale vendibile o riutilizzabile. Diventa casa e rifugio per chi, costretto sulla strada, non trova altra soluzione che scavalcare una recinzione malandata e inoltrarsi in questo fantasma di cemento. Poi torna alla ribalta, come mezzo di pressione, come simbolo di una emergenza abitativa che strangola tanta parte della città. Viene occupato, seppur solo simbolicamente, ben due volte. Nel maggio del 2014 dal Municipio VIII arriva una prima diffida alla proprietà, per il ripristino della recinzione. Si danno 20 giorni di tempo oppure si procederà in danno. Unico risultato è l’introduzione della guardiania h24 sull’area, sicuramente stimolata dalla diffida, ma anche dalle occupazioni e dal timore che da simboliche si trasformino in permanenti. Poi il degrado e l’incuria torna ad avvolgere l’area. L’immondizia si stratifica sopra i materiali da cantiere, sopra le lamiere contorte della recinzione che cede. Crescono le piante e gli alberi, marciscono e d’estate si seccano. Nel luglio scorso scoppiano due incendi a pochi giorni di distanza. L’area colpita, ferita, viene “bendata” con i nastri rossi e bianchi dei lavori e con quelli gialli della Polizia Locale, ma tutto si ferma ancora.

Nelle scorse settimane è stato il circolo Legambiente di Garbatella a riaccendere l’interesse nei confronti dell’albergo. Durante l’iniziativa “Puliamo il Mondo” gli attivisti si sono dati da fare ripulendo e bonificando parzialmente l’area esterna al cantiere, rendendo nuovamente fruibili alcune parti dei marciapiedi perimetrali. In quell’occasione è stata anche inviata una lettera all’ex Sindaco Marino nella quale Legambiente spiegava i motivi dell’iniziativa: “Con ‘Puliamo il Mondo’ vogliamo sostenere il diritto dei cittadini a vivere in una città decente e spingere l’Amministrazione comunale a rendere giustizia ai romani che hanno pagato questo scempio vivendo su luoghi degradati e senza aver ricevuto alcun beneficio per i mancati interventi di riqualificazione previsti”.

Così si arriva alla bonifica del 21 ottobre scorso, dovuta a due differenti diffide da parte del Municipio. La prima è quella datata 21 maggio 2014, di cui sopra, firmata dal Municipio VIII, che predisponeva un tempo di 20 giorni, appunto, prima di procedere in danno. Ed è lo stesso Presidente Catarci a spiegarcene i passaggi: “Dopo quella diffida venne ripristinata la vigilanza nel cantiere, ma non vennero accettate altre intimazioni sulla messa in sicurezza dell’area e la nuova recinzione – spiega il Minisindaco – Il Municipio, non avendo i circa 50mila euro necessari alla bonifica in danno, da allora ha continuato a fare le sue pressioni. Intanto, perché il Comune impugnasse la Convenzione Urbanistica – che al suo interno contiene anche le edificazioni di piazzale dei Navigatori, ndr – con i relativi passaggi: acquisizione, valutazione e sottrazione del valore dai 21 milioni di euro che i privati non hanno mai versato in opere pubbliche. Successivamente cercare di completarlo autonomamente o con un bando”. E le possibilità con una struttura del genere sono molteplici: si è parlato spesso di un ostello della gioventù, di alloggi per universitari e giovani coppie, fino alla possibilità di utilizzare la struttura ai fini dell’emergenza abitativa.

La seconda diffida del Municipio VIII è arrivata l’11 ottobre scorso. Questa volta, ci spiegano dalla Presidenza, è stata supportata anche da un verbale della Polizia Locale e dal fatto che questa vicenda sia stata discussa nel Tavolo per l’Ordine e la Sicurezza istituito in ogni Municipio dal Prefetto Gabrielli: “Inoltre – aggiunge il Presidente Catarci – a differenza del 2014, stavolta eravamo pronti ad intervenire in danno, perché avevamo trovato la disponibilità economica per finanziare la bonifica”. I lavori proseguiranno su tutto il perimetro esterno, aree pubbliche che potrebbero successivamente tornare nella disponibilità della cittadinanza: “Appena sarà finita la bonifica – spiegano Catarci e l’Assessore municipale all’Urbanistica Massimo Miglio – valuteremo le mosse successive. Gran parte dell’area esterna è di concessione comunale, valuteremo in che modo riprendercela per restituirla al quartiere”.

La posizione tenuta su questo versante dall’opposizione municipale sottolinea una prospettiva e una lettura della vicenda differente rispetto a quanto proposto dalla Presidenza. A parlare di questo, come di altri interventi, è il Capogruppo di Fi in Municipio VIII, Simone Foglio, che seppur sottolineando l’importanza di un intervento di bonifica per riportare decenza e decoro al quadrante, non manca di puntare il dito contro il lavoro della Giunta Catarci: “Bene la bonifica parziale delle aree circostanti il ‘Bidet’, ma il mostro di cemento lasciato all’abbandono resterà lì chissà ancora per quanto. Catarci ha fallito! E insieme a lui Marino e il Pd. Dopo 20 anni di governo ininterrotto di questo Municipio, l’albergo di via Costantino rappresenta solo uno degli scandali lasciati in eredità dalla sinistra – seguita Foglio – come l’ex Fiera di Roma, Piazza dei Navigatori, gli ex Mercati Generali, l’ex Deposito Atac di San Paolo, l’I-60, il Parco di Tormarancia e tanti altri. Tra denunce, esposti e polemiche artefatte, continua inesorabile a regnare il degrado e l’abbandono: complimenti!”.

In ogni caso nei prossimi giorni sparirà l’imponente cartello dei lavori e spariranno i cumuli d’immondizia e di lamiera che circondano la struttura. Le parti comunali, così come ci è stato riferito dalla Presidenza, potrebbero tornare nella disponibilità della cittadinanza, sotto forma di parcheggio o di area verde. Un processo che, con la situazione politica attuale, si profila comunque lungo e complesso. Così come difficile sembra essere la risoluzione della vicenda dell’albergo. Nei mesi scorsi, dall’Assessorato capitolino all’Urbanistica, erano state rimandate al mittente le richieste municipali per l’acquisizione della struttura. Questa operazione, che dovrebbe comunque passare per una risoluzione della convenzione, porrebbe sul tavolo un nuovo problema: come ristrutturare e rendere fruibile il palazzo una volta acquisito al patrimonio del Comune? Fondi propri? Un bando? Tutte domande che, a quanto ci è dato sapere, al momento non hanno risposta.

Leonardo Mancini