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I-60 Fosso delle Tre Fontane: domani l’udienza del TAR

Fosso tre fontane recinto consorzio

Il Municipio VIII: “Pronti ad arrivare fino al Consiglio di Stato”

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IL RICORSO AL TAR – Domani è un giorno importante per una vicenda che da anni impegna un nutrito gruppo di cittadini e il Municipio VIII. Stiamo parlando del Fosso delle Tre Fontane e della collegata edificazione dell’I-60, circa 400.000 mc a ridosso di via Grotta Perfetta. Domani sarà il TAR del Lazio a valutare la posizione assunta dal Municipio VIII e dai cittadini di condanna nei confronti dell’interramento del Fosso delle Tre Fontane da parte del Consorzio di via Grottaperfetta. Verranno sentiti i periti e analizzate le carte (tante) ma, come spiegato quest’oggi dai vertici municipali, alcuni importanti documenti (portati dal Municipio e dai cittadini all’attenzione del Tribunale) potrebbero essere stati presi troppo alla leggera. 

LA BATTAGLIA SULLE CARTE – Quest’oggi è il Municipio VIII a prendere la parola, ribadendo con forza che tutti gli enti compenti in merito alla vicenda del Fosso delle Tre Fontane, ne abbiano sancito l’esistenza, mentre “Non ci sono tracce di tombamento o del collettore, interventi sui quali si sarebbero dovuti aprire dei fascicoli”, spiega il Presidente, Andrea Catarci. “Le varie perizie – seguita Mirella Belvisi di Italia Nostranon ci risulta abbiano mai portato in visione le prove documentarie sul tombamento o sul progetto di via Ballarin”, intervento che secondo i costruttori e l’ex Assessore all’urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo, avrebbe invece sancito il definitivo interramento del corso d’acqua nel 1980.

LA RELAZIONE AL TAR – “Noi abbiamo presentato tutti gli atti dei vari Enti superiori con competenza diretta che testimoniano l’esistenza del Fosso – seguita Catarci – mentre la relazione richiesta dal TAR ad un perito ne nega l’esistenza, citando soltanto i documenti dei privati, dimenticando completamente le posizioni assunte dalle varie autorità competenti”. Una situazione questa ben spiegata dall’Avvocato Antonio Corvasce, che rappresenta i cittadini in questa vertenza: “Abbiamo contestato superficialità della relazione del perito del TAR. Avendo preso in considerazione soltanto documenti e perizie della parte ricorrente e ha inspiegabilmente ignorato la documentazione fornita dal municipio con tutti i pareri sull’esistenza del Fosso”. Sulla relazione non sarebbero riportate nemmeno le foto aeree dell’Aeronautica Militare, consegnate nel maggio 2014, dalle quali si evince il percorso del Fosso. “Invece vengono presentate foto recuperate da Google – seguita l’Avvocato Corvasce – abbiamo intenzione di chiedere al Tribunale se si ritiene fonte giuridica attendibile questo strumento, oltre a richiedere la stratigrafia sulle terre che coprono il Fosso, in modo da dimostrare che non sono su quel punto dal 1980”, anno di costruzione di via Ballarin. “Vogliamo che ci venga spiegato che tutti gli enti, dei quali abbiamo collezionato i pareri, hanno sbagliato o dichiarato il falso – dichiara il minisindaco Catarci – Se così sarà – assicura – saremo noi i primi a denunciarli per averci tratto in inganno”.

I RISCHI DEL TAR – Sulle possibilità che si possono aprire dopo le udienze del Tribunale Amministrativo, l’Avvocato Corvasce, non ha voluto fare ipotesi, pur indicando quale potrebbe essere il rischio in questa vicenda, cioè la ‘sopravvenuta carenza di interesse’. “Praticamente si potrebbe arrivare a lasciare la situazione così com’è – spiega il legale – il nostro sforzo sta tutto nel dimostrare che il Fosso esiste, che la situazione non è irreversibile e che ci sono norme che puntano al ripristino dei luoghi”.

LE INTERROGAZIONE ALLA CAMERA E AL SENATO – Ma intanto le istituzioni municipali e i cittadini non si sono fermati in attesa dell’udienza del TAR, riuscendo nella difficile impresa di portare una questione di rilevanza locale, fino al livello del Governo nazionale. Sono state infatti protocollate due interrogazioni, una alla Camera e una al Senato, a firma del Deputato Stefano Fassina (SI) e della Senatrice Loredana De Petris (SEL). Nei due testi, che interrogano i Ministri dell’Ambiente, della Giustizia e dei Beni e Attività Culturali, si chiede quali misure i ministeri vogliano mettere in campo per la salvaguardia del Fosso delle Tre Fontane: “Se intendano procedere – si legge nell’interrogazione di De Petris – in azioni volte alla difesa dello storico Fosso – aggiunge – evitando fenomeni di dissesto idrogeologico che potrebbero provocare danni alle persone e alle cose”. E ancora “Se i Ministri – scrive Fassina – non intendano avviare iniziative per ribadire la persistenza del vincolo e se il Consorzio e le autorità coinvolte abbiano rispettato i vincoli”.

Leonardo Mancini