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I-60: il Municipio ripristina il Fosso delle Tre Fontane

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Inizia il procedimento in danno, ma arriva la diffida del Consorzio e la sospensione della Procura

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Tratto da Urlo n.120 dicembre 2014

GROTTAPERFETTA – Dopo l’operazione del Corpo Forestale dello Stato del 25 luglio scorso, che ha portato a sei indagati e al sequestro di tre ettari di territorio, la vicenda del Fosso delle Tre Fontane, strettamente collegata all’edificazione dell’I-60, ha avuto ulteriori sviluppi. Infatti il 6 novembre, dopo il dissequestro dell’area da parte della Magistratura (avvenuto il 3 novembre), è stato aperto dal Municipio VIII un cantiere per procedere in danno al ripristino ambientale dell’area. “Le ruspe sono al lavoro per riportare ciò che illecitamente era stato interrato – spiegavano il Presidente Catarci e l’Assessore all’Urbanistica del Municipio Roma VIII, Massimo Miglio – Già dai primi colpi di benna è riemerso l’alveo del Fosso nella sua naturale consistenza. Si procederà, inoltre, a ripristinare la vegetazione preesistente e a ricostruire il luogo come era originariamente prima dell’inizio degli interventi del Consorzio Grottaperfetta”. Nella speranza dell’Istituzione municipale c’è una netta revisione del progetto di edificazione dell’I-60. Infatti con la definitiva tutela del Fosso, potrebbero essere rivalutati i 150m di rispetto che andrebbero ad incidere notevolmente sugli standard urbanistici, portando alla riprogettazione e ad una sensibile riduzione di cubatura. “Il Municipio – seguitano Catarci e Miglio – ha sempre sostenuto che la tutela ambientale e il rispetto dell’assetto idrogeologico dell’area sono condizioni essenziali e non possono prevalere altre logiche come la dissennata idea di edificare sopra il Fosso”.
I lavori di ripristino dovrebbero durare circa 90 giorni, ma intanto, il 18 novembre è arrivata dal Consorzio una diffida al Comune per lo stop dei lavori, ribadendo i dubbi sull’esistenza del Fosso. “Ricordiamo ad onor del vero, che il Fosso c’è, c’è sempre stato e ci sarà sempre e che l’area ha i vincoli previsti per legge – spiega una nota del M5S condivisa a tutti i livelli istituzionali, dalla parlamentare Federica Daga, fino ai Consiglieri Municipali Vivarelli e Cafarotti, passando per Devid Porrello in Regione, Daniele Frongia ed Enrico Stéfano in Comune – Chiediamo a tutte le parti coinvolte di focalizzare i propri sforzi nell’individuazione dei responsabili che negli scorsi anni sarebbero stati soggetti di violazione del vincolo, come riveniente dalle foto aeree”.
Intanto durante il corso del ripristino la diffida del Consorzio sembra aver sortito qualche frutto, con la Procura che ha imposto una sospensione dei lavori: “Ci hanno chiesto un progetto di dettaglio sul ripristino – racconta Catarci, che sembra comunque fiducioso – Lo abbiamo elaborato e consegnato, ora aspettiamo il nuovo via libera. Quando sarà ripristinato il Fosso non si potrà tornare indietro. Ci sarà il vincolo e quindi la revisione del progetto”. Al momento in cui scriviamo i lavori non sono ancora ripresi, ma intanto il Coordinamento Stop I-60, che da tempo si batte contro le edificazioni della zona, ribadisce comunque l’appoggio alle azioni del Municipio: “Tutela del territorio, salvaguardia dell’equilibrio idrogeologico e legalità, sono gli elementi per cui si battono da tempo i cittadini. Ora l’attenzione si sposta sulle edificazioni. Con il ripristino del Fosso, infatti, dovrebbe essere rimesso in discussione il progetto. Il nostro coordinamento – seguitano – sta predisponendo una richiesta alle istituzioni e agli uffici comunali competenti, perché si attengano alle disposizioni di legge e al rispetto degli standard urbanistici previsti dal Prg e da tutte le norme. Inoltre – concludono – è inutile rilasciare i permessi a costruire su un progetto che andrà comunque revisionato”.

Leonardo Mancini