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I cittadini combattono contro il gigante ENPAIA

Dismissioni di appartamenti e incremento degli affitti fino all’80% in più. È allarme tra i residenti di via Primo Carnera.

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(tratto da Urlo – la scena di Roma Sud di marzo 2013, n. 103)

ROMA 70 – Via Primo Carnera è una delle tante strade di Roma 70 dedicate ad importanti personaggi sportivi.  Qui, a pochi passi dalla sede della Asl Roma C, in un’area che non dista molto dal verde dell’Appia Antica, un centinaio di famiglie romane sta combattendo una battaglia durissima. Per non finire come il leggendario pugile friulano, ripetutamente sconfitto ed inesorabilmente dimenticato. Quello di cui vogliamo raccontarvi, è la vicenda di un combattivo comitato spontaneo che, negli ultimi anni, ha affrontato molte riprese, senza mai andare al tappeto. È la storia di alcuni inquilini che si sono contrapposti, per una beffa del destino, ad un gigante. E che, ancora oggi, combattono per non cadere nell’oblio e perché, dalla loro vittoria, dipende anche quella di migliaia di famiglie romane.

“La storia ha inizio nel lontano luglio del 1970  quando viene costituita la cooperativa Roma 70 che, da statuto, doveva gestire l’edilizia economica e popolare – ci spiega Giovanna Arcangeli, portavoce del Comitato Inquilini Primo Carnera – Successivamente, il 31 dicembre dello stesso anno, alcune società vendono parte del proprio patrimonio al Comprensorio Piano di Zona 39, una Società per azioni”. Fissiamo questi due elementi, ed aggiungiamone un terzo. “Il 22 aprile del 1971 in Campidoglio c’è una riunione della commissione ex art 11 della legge 167, a cui partecipano vari personaggi – continua a spiegare Arcangeli – nell’ambito di questo incontro vengono elencate tutte le zone di Roma, a quel tempo periferiche, che verranno espropriate dal Comune per procedere all’edificazione dei vari piani di zona. Ovviamente, in questa riunione, vengono espropriati anche i terreni del Comprensorio Piano di Zona 39 SPA e consegnati alle varie correnti politiche, in proporzione rispetto alla loro rappresentanza. Nascono così il Sogno, Rinnovamento e Roma 70”. Bisogna immaginare cos’era la Capitale in quegli anni, e soprattutto cercare di mettersi nei panni di quanti, amministrando la città, dovevano far fronte ad esigenze diverse, che spingevano comunque verso una crescente urbanizzazione dell’hinterland. “Dobbiamo però fare una premessa – riprende Giovanna Arcangeli – quando il Comune espropriava dei terreni, logicamente poi c’era bisogno di un decreto prefettizio: si doveva sapere quanto il Comune avrebbe dovuto dare in denaro al soggetto espropriato. Ovviamente trattandosi di tutta la periferia romana, sarebbe occorso un tempo immemorabile – evidenzia la portavoce del Comitato – e probabilmente il Comune non era in grado di sostenere le spese della 167 e, forse proprio per questo, nascono le cooperative che avrebbero dovuto, a fronte di quello che costruivano per risolvere il disagio abitativo, fare delle opere di urbanizzazione”. Ci fermiamo qui, solo per chiarire due cose: la legge 167 del 1962, richiama una serie di disposizioni necessarie per favorire l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare. E, cosa non meno significativa, già in quegli anni si comincia a parlare di emergenza abitativa.

Seguirono una serie di vicende, ed anche di passaggi di proprietà, che portarono infine alcuni stabili, in un’area (Roma 70) dove era previsto si realizzasse edilizia economica e popolare, ad essere acquistati dall’ENPAIA, la Fondazione con personalità giuridica di diritto privato, già Ente di previdenza integrativa degli impiegati dell’agricoltura. Tra gli immobili acquistati troviamo quello di via Primo Carnera. E proprio gli inquilini di via Primo Carnera, da tempo, sono impegnati in prima persona nel denunciare la propria situazione, che è anche quella di tanti altri romani, migliaia di cittadini, che abitano nelle case degli ex Enti.

“ENPAIA, come altri ex enti, ha avviato una politica di revisione della gestione del patrimonio, seguendo due linee: la dismissione degli appartamenti o l’incremento molto consistente, fino all’80% degli affitti – ci ricorda Andrea Catarci, Presidente del Municipio XI – Questo crea un allarme sociale ad oggi enorme, perché a Roma ci sono circa 30mila appartamenti in affitto da parte degli ex Enti e molti di questi inquilini, ceto medio a tutti gli effetti, spesso non sono in grado di sostenere queste richieste. Questa situazione nel territorio è molto sentita in particolare verso l’ENPAIA che ha parecchie abitazioni, soprattutto tra Montagnola, Grotta Perfetta e Roma 70. Ed è uno degli ex Enti che sta più spingendo, anche attraverso il ricorso alla forza pubblica, affinché a chi non ha accettato gli aumenti proposti degli affitti venga tolta l’abitazione”. 

Centinaia di famiglie, per farla breve, soltanto in via Primo Carnera combattono una battaglia impari contro un gigante come l’ex Ente previdenziale. Ma, come detto, non sono da soli, poiché la loro vicenda è comune a molti altri residenti nel territorio del Municipio XI. “Ho partecipato agli incontri che sono stati fatti quando era previsto l’intervento dell’ufficiale giudiziario, alcuni mesi fa, e ho manifestato la mia e la vicinanza del Pdl alle persone interessate dalla vicenda – ci fa sapere Simone Foglio, Capogruppo municipale del Pdl – Io so per certo che quegli Enti previdenziali nascevano per dare un servizio, una finalità di natura sociale alle persone che andavano ad abitare quegli appartamenti. La situazione è certamente complessa, ma con gli  stravolgimenti giuridici che hanno caratterizzato quegli Enti, si mettono i cittadini nella condizione di vivere un disagio estremo a causa di affitti astronomici. È evidente che la situazione ha dei contorni drammatici – sottolinea  Foglio – quello di cui c’è bisogno, è che sia messo in evidenza, quando si discute sia in sede parlamentare che negli enti locali, che comunque devono dare un proprio supporto, che è centrale tutelare le persone che stanno vivendo un dramma impressionante. Come Municipio non abbiamo la possibilità di intervenire in maniera concreta ma personalmente, per quanto di mia competenza, ho fatto da tramite con la segreteria del Sindaco e col Presidente del IV Municipio Bonelli, che sta facendo da coordinatore sulla vicenda, nella speranza che poi, in sede parlamentare si trovi una soluzione a questo problema”.

In attesa di conoscere se un governo ancora non insediatosi possa riuscire a risolvere i problemi di migliaia di cittadini romani, il Municipio XI ha recentemente riconosciuto la possibilità, agli inquilini di via Primo Carnera, forse anche in ragione della loro preparazione e della loro tenacia, la possibilità di costituire uno sportello per il disagio abitativo, all’interno del Municipio stesso, attraverso la sottoscrizione di un protocollo. “Questo Protocollo d’Intesa nasce dalla collaborazione con il Presidente Andrea Catarci, con l’Assessore Andrea Beccari, nonché con il loro staff che ha ben lavorato e che cogliamo l’occasione per ringraziare – ci scrive, pochi giorni fa, sempre Giovanna Arcangeli, del Comitato Inquilini Primo Carnera – Questo nostro, pur microscopico, nuovo ruolo avrà senz’altro il suo peso nelle vicende che ci hanno finora colpiti individualmente e che ci vedranno coinvolti da questo momento nell’ambito, ben più ampio ed articolato, del disagio abitativo presente sul nostro territorio”. Si tratta di uno strumento al servizio dei cittadini, ma anche di un modo per impedire che la sorte di Primo Carnera possa riversarsi sui combattivi inquilini dell’ENPAIA o degli altri ex Enti previdenziali. 

Fabio Grilli