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In vista l’apertura dell’Ex Deposito Atac di San Paolo

La struttura ospiterà un mercato temporaneo. Ma dal Municipio si continua a pensare alla valorizzazione pubblica

Tratto da Urlo n.172 Ottobre 2019

SAN PAOLO

È prevista per il 19 ottobre l’apertura di South Market, un temporary market urbano all’interno dell’ex Deposito Atac di San Paolo in via Alessandro Severo. Questo spazio espositivo, ricavato nella struttura da tempo inutilizzata, è stato definito “un progetto dinamico, etico e sostenibile che saprà creare connessioni tra diverse realtà e valorizzare la storia dell’area metropolitana di Roma Sud”. Artigianato, vintage, collezionismo, arte e street food, con oltre 200 espositori in 6.000mq di spazio dislocati in tre hangar. Una iniziativa temporanea interessante, che parte da lontano e al suo interno racconta la storia di un edificio, assieme alla volontà di Atac di dismettere il suo patrimonio.

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L’EX DEPOSITO ATAC

Degli immobili di proprietà di Atac e della loro valorizzazione (vendita) si parla da tempo. Già con il Sindaco Alemanno venne disposta la Delibera 35 che prevedeva la vendita delle strutture per far fronte ai problemi di bilancio di Atac. In molti casi si tratta di aree adiacenti alle stazioni, ma in alcune occasioni parliamo di veri e proprio gioielli, come per la struttura di via Severo. Da deposito periferico, con il crescere della città, è rimasto inutilizzato. Vuoto per molti anni, venne occupato nel 2011 dagli attivisti dei Movimenti di lotta per la casa per protestare contro la Delibera 35 in discussione in Assemblea Capitolina. Conclusa l’occupazione il deposito tornò nelle disponibilità dell’azienda, che nell’estate del 2012 lo concesse all’Ama per lo stoccaggio, la riparazione e la pulizia dei cassonetti stradali. Non mancarono le proteste dei residenti, che lamentarono rumori in orari notturni, gas di scarico di mezzi pesanti e insalubrità ambientale. Terminata anche la concessione all’Ama, il deposito è rimasto poi inutilizzato fino al 21 maggio del 2014, quando divenne teatro dell’occupazione simbolica da parte degli attivisti di NeetBloc, sgomberati da via del Commercio il precedente 7 aprile. Da allora, dopo una prima ripresa del dibattito sulla struttura per arrivare ad una valorizzazione, assieme a una breve parentesi con la vicenda dello sgombero di Alexis (l’occupazione abitativa di via Ostiense), l’ex deposito è rimasto inutilizzato. In tutti questi anni l’Atac ha continuato a mantenere la struttura in perdita, pagandone manutenzione e guardiania.

VERSO LA VENDITA

Il 3 gennaio del 2018 la Giunta Capitolina ha approvato una memoria che dà mandato al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, assieme al Dipartimento Mobilità e Trasporti, di consentire la vendita di complessi immobiliari di proprietà di Atac Spa, mantenendo l’attuale destinazione urbanistica e privilegiandone la vocazione a servizi pubblici urbani. L’intento, spiegato in quell’occasione dal Campidoglio, è quello di proseguire con il risanamento dell’azienda, anche liberando risorse per investimenti. Si mette quindi in vendita il patrimonio immobiliare per far entrare liquidità nelle casse di Atac.

IL BANDO

Nell’agosto del 2018 però questa vicenda si arricchisce di un nuovo tassello, con la pubblicazione, da parte di Atac, di un bando per valorizzare le rimesse non utilizzate, affittandole temporaneamente a operatori in grado di riqualificarne gli spazi organizzando mostre, eventi privati o aziendali, set cinematografici o fotografici, festival e manifestazioni. In attesa che la valorizzazione del patrimonio possa concretizzarsi e portare fondi ad Atac, l’azienda cerca quindi di fare cassa, anche per rientrare delle spese di manutenzione e guardiania delle strutture inutilizzate. Il bando riguarda tre delle strutture inserite nella memoria di Giunta del 3 gennaio: piazza Bainsizza (rimessa Vittoria), piazza Ragusa (rimessa Ragusa) e via Alessandro Severo (rimessa San Paolo). Le tre rimesse sono state assegnate alla società Ninetynine, già esperta nella rivalutazione di spazi urbani inutilizzati. Infatti nel curriculum dell’azienda sono presenti iniziative nelle ex Caserme Guido Reni a Roma, nell’ex Manifattura Tabacchi di Milano e nel Palazzo Fondi a Napoli. Le strutture dovranno essere utilizzate per eventi culturali e manifestazioni rivolte al territorio. Una vetrina non indifferente per questi stabili assegnati per otto mesi (rinnovabili non oltre il momento della cessione). Inoltre l’utilizzo delle strutture sarà permesso a fronte di un’offerta economica derivante dall’affitto (60.000 euro per i primi 8 mesi, che salgono a 100.000 euro qualora si conceda il rinnovo per altre 8 mensilità, come complessivo sulle 3 rimesse) e dal versamento del 25% dei ricavi generali ottenuti dal privato con lo sfruttamento.

PERPLESSITÀ SUI NUMERI DELL’OPERAZIONE

In questi mesi non sono mancate le critiche nei confronti del corrispettivo economico per l’affitto. Dividendo l’importo per le tre rimesse (senza considerarne la posizione e quindi il canone che potrebbe essere più alto per Prati e San Giovanni rispetto a San Paolo) si evince che l’affitto per ognuna di queste costerebbe circa 2.500 euro al mese (che salirebbero a poco meno di 4.200 qualora la concessione venisse rinnovata per altri 8 mesi). Un importo piuttosto basso che, seppur verrà incrementato con il 25% dei ricavi, lascia comunque perplessi se si guarda il mercato degli affitti commerciali in zona San Paolo. Critiche in tal senso sono arrivate dal consigliere municipale di centrodestra, Simone Foglio: “Siamo felici che un luogo così simbolico per il quadrante possa in qualche modo essere restituito ai cittadini, quello che ci lascia perplessi da tempo è il valore economico di questa operazione – aggiunge il consigliere – Con un affitto mensile così irrilevante, anche in relazione ai costi della zona, speriamo che tutte le attività che verranno messe in campo non creino alcuna concorrenza per gli esercenti del quartiere, in quanto sarebbe un’operazione scorretta e assolutamente censurabile degna solo del malgoverno di cui soffre la Capitale e il Municipio VIII”. Già in passato il M5s locale, in merito a questa vicenda, aveva ben chiarito di essere contro qualsiasi speculazione edilizia ai danni dell’ex deposito, arrivando fino ad ipotizzare una partnership con Roma Tre per la realizzazione di un hub scientifico. Purtroppo quest’ipotesi al momento sembra lontana: “In Municipio è arrivata anche un’altra proposta relativa ad alcune iniziative sportive – racconta il capogruppo del M5s Enrico Lupardini – ma è stata respinta a causa di alcune criticità sia nella realizzazione che per la natura temporanea dell’iniziativa. Speriamo che in ogni caso si guardi al tessuto locale, e che i commercianti della zona non risentano della presenza di questa attività”. Il Municipio VIII già nei mesi scorsi ha incontrato i vincitori del bando e, anche in questo frangente, sta continuando a collaborare con loro: “Speriamo che il risultato siano iniziative con una forte impronta cultuale – spiega il minisindaco Amedeo Ciaccheri – e che rappresentino un vettore all’interno del quartiere. Stiamo collaborando perchè il progetto che andrà a riaprire un luogo storico ad una funzione pubblica sia compatibile e di valore per San Paolo”. La volontà resta quella di far sì che queste iniziative non siano solamente una parentesi prima della vendita degli immobili di Atac: “Speriamo che il Comune rivendichi l’interesse pubblico sull’area e sia promotore di un progetto che metta finalmente il Deposito a riparo dalla vendita”.

Leonardo Mancini