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Montagnola: da Municipio e società civile una corona di fiori per Maria

Maria Drabikova è stata uccisa nel Parco Don Picchi dal suo compagno: un femminicidio che ha fortemente colpito la comunità locale

MONTAGNOLA – È la mattina dell’11 maggio scorso, un ragazzo sceso in strada alla Montagnola per far passeggiare il suo cane chiama i soccorsi: nel parco Don Picchi (conosciuto anche come Parco della Solidarietà) c’è una donna in fin di vita. I paramedici intervenuti sul posto si rendono immediatamente conto delle condizioni disperate in cui versa la donna, che infatti arriverà al San Giovanni in coma, e morirà solo 24 ore dopo.

LE INDAGINI

Le indagini dei Carabinieri riescono a dare un nome alla donna: si chiama Maria Drabikova, una 40enne di origine polacca senza fissa dimora. È stata uccisa, si scoprirà solo qualche giorno fa, dal suo compagno A. D., un cittadino romeno di 41 anni. L’uomo non è riuscito a convincere gli inquirenti, fornendo una versione contraddittoria e non chiara dei suoi spostamenti nella notte del 10 giugno e nelle prime ore del giorno successivo.

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LA COMMEMORAZIONE

Questo fatto di cronaca così violento ha scosso particolarmente la comunità locale. In molti nel quartiere conoscevano, perlomeno di vista, la donna assassinata. Cordoglio per questo femminicidio è stato espresso nei giorni scorsi anche dal Municipio VIII che nella giornata di giovedì ha posizionato una corona di fiori nel Parco. A presenziare alla cerimonia, oltre al minisindaco Amedeo Ciaccheri, molti consiglieri e assessori, la cooperativa Be Free, il Comitato di Quartiere Montagnola e la commissione Pari Opportunità: “Si parla ancora troppo poco della violenza sulle donne e quel poco che si sa tende a sbiadire finendo spesso nel dimenticatoio – ha commentato a margine la consigliera Eleonora Talli, presidente della commissione municipale – Invece è un tema fondamentale e ancora oggi siamo lontani dalle pari opportunità a tutti i livelli. Voglio ricordare tutte quelle problematiche che riguardano il genere femminile e le difficoltà che quotidianamente incontra, stiamo lavorando tutti insieme per non lasciare indietro nessuna e per fortificare una rete di collaborazione di solidarietà tra le istituzioni, associazioni, comitati, parrocchie, e cittadini tutti”.

“Di Maria sappiamo che era ancora giovane e che la sua vita di emarginazione e difficoltà avrebbe dovuto essere diversa – scrive l’Assessora alle Politiche di Genere, MIchela Cicculli – Nessuna morte è come tutte le altre, nessun femminicidio ammette semplificazioni e strumentalizzazioni, ma sappiamo che ci sono incontri che salvano la vita come quelli con i servizi antiviolenza e i gruppi di donne che affiancano altre donne nei percorsi di uscita dalla violenza e che aprono le porte ai diritti e alla possibilità di una vita diversa”

LeMa