
MUNICIPIO VIII – La vicenda che sta coinvolgendo alcuni residenti di via Pincherle e dei Colli Portuensi, cioè l’alienazione (la vendita) degli immobili di Ater, questa mattina è stata affrontata anche dal Parlamentino del Municipio VIII.
LA VICENDA
La questione riguarda alcune abitazioni in via Pincherle e di viale dei Colli Portuensi che nel 2008 rientrarono nella dismissione dei beni di Fara, una società di assicurazione del Gruppo Generali. Le abitazioni vengono acquistate dalla società Area Mestre per 19 milioni, così gli inquilini, preoccupati per la possibilità di venire sfrattati da una società privata, decidono di iniziare la mobilitazione, che prosegue fino a quando nel 2009 la Regione Lazio decina di destinare ad Ater un finanziamento per permettere l’acquisto delle unità abitative e superare le procedure di sfratto. La protesta si è riaccesa perché Ater, con una determinazione direttoriale del 7 febbraio 2025, ha dato mandato al servizio Alienazioni e attività non Erp di procedere con le proposte di vendita per la prelazione (degli attuali inquilini) ed eventualmente alla successiva asta, sia per gli immobili di via Pincherle che per quelli di via dei Colli Portuensi 187. L’incontro avvenuto nella giornata del 28 aprile con Ater purtroppo non ha dato i frutti sperati. Dall’ente regionale infatti fanno sapere che soltanto la Regione può indicare un percorso diverso, con un chiaro mandato politico, scongiurando la vendita degli immobili.
L’ATTO VOTATO IN CONSIGLIO
Nella seduta di questa mattina il Consiglio del Municipio VIII ha votato all’unanimità un atto presentato dalla maggioranza e condiviso anche dalle altre forze politiche. Quella che è stata votata, spiegano dal gruppo municipale di SCE è “una posizione netta rispetto alla situazione che vede più di 100 famiglie residenti a Via Pincherle messe alla porta da ATER”. Le richieste avanzate dal Consiglio, che incarica il Presidente di farsene portavoce, riguardano la sospensione delle procedure di vendita, oltre all’apertura di un tavolo tecnico con Regione Lazio, Roma Capitale, Municipio VIII, ATER Roma e rappresentanze degli inquilini “per la gestione della crisi e per l’individuazione delle iniziative più adeguate alla salvaguardia degli inquilini al fine di regolarizzarne la situazione abitativa, attraverso le risorse e gli strumenti amministrativi a disposizione di tutti gli attori del tavolo”, si legge nel testo.
I COMMENTI
Risulta chiara la posizione uscita dall’Aula di via Benedetto Croce: “Nel documento che abbiamo presentato insieme alle altre forze di maggioranza la richiesta è semplice: fermare immediatamente le operazioni di vendita e di dismissione del patrimonio ATER a Via Pincherle. Fermare immediatamente un’operazione di speculazione immobiliare che mette il profitto prima della vita e della dignità di chi vive in queste case da più di 60 anni – afferma in una nota il gruppo municipale di SCE – Oggi tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, hanno lavorato per trovare una risposta comune. Chiara. Decisa. L’unica possibile: essere dalla parte degli inquilini, senza se e senza ma”.
Anche il Presidente del Consiglio municipale, il consigliere Pd, Samuele Marcucci, ha sottolineato l’importanza del documento votato: “Con questo atto, il Consiglio ha espresso la propria ferma contrarietà alle attuali modalità di dismissione del patrimonio pubblico previste dalla Regione Lazio, riaffermando la funzione sociale dell’edilizia residenziale pubblica e l’urgenza di tutelare il diritto all’abitare per le fasce più fragili della cittadinanza – e ancora – Ringrazio l’Assessora alle Politiche Abitative Aluigi e tutti i gruppi politici, di maggioranza e opposizione, per il lavoro e per gli impegni presi. Difendere il diritto alla casa significa proteggere la dignità, la stabilità e la speranza di tante famiglie del nostro territorio e per questo noi continueremo ad essere dietro lo striscione PINCHERLE OVUNQUE”.
Dall’opposizione è arrivato l’assenso alla discussione del documento e la votazione positiva. È Consigliere di FdI, Maurizio Buonincontro a sottolineare che “abbiamo ritenuto opportuno e doveroso spostare la discussione dalla strada all’interno delle Istruzioni, perché questa è una problematica che si risolve nelle Istituzioni – e ancora – Pensiamo sia utile responsabilizzare tutti gli attori coinvolti, che non sono soltanto Ater e Regione ma anche il Campidoglio. Basta ricordare – conclude Buonincontro – Che la vicenda nasce soprattutto da una gestione superficiale cronica dell’Ater dal 2009 ad oggi. Questo perché nella determina del 2009 era previsto che il Direttore Generale provvedesse alla regolarizzazione degli abitanti, cosa che non è mai avvenuta”.
I PROSSIMI PASSI
Il prossimo appuntamento utile per questa vicenda è il prossimo 5 maggio (che potrebbe però essere ricalendarizzata al 12 maggio) con l’audizione in Commissione Politiche Abitative alla Pisana dei vertici Ater richiesta dai consiglieri di opposizione. In quella sede si potrà forse comprendere meglio quali siano le possibilità per risolvere questa vicenda senza incidere sulla vita delle oltre 116 famiglie coinvolte.
Leonardo Mancini