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Palazzetto di Via Brogi: respinto il ricorso dei cittadini

Per il TAR i CdQ non sono legittimati a ricorrere e ad impugnare atti amministrativi

Tratto da Urlo n.212 maggio 2023

GROTTA PERFETTA – Lo scorso febbraio il TAR del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso del CdQ Tor Carbone-Fotografia e del CdQ Grotta Perfetta per l’annullamento della delibera comunale che nel dicembre del 2020 affidava per 18 anni il palazzetto di via Brogi (tra via Grotta Perfetta e via Ardeatina, alle spalle del Santa Lucia) alla Federazione Ginnastica d’Italia. Un accordo arrivato dopo la gara per l’affidamento andata deserta nel 2020 a causa dei requisiti economici considerati fuori scala dai precedenti gestori. Il Comune allora non considerò la richiesta di una nuova gara, puntando invece su un accordo firmato il 24 dicembre 2020 con la Federazione. Dalla pubblicazione della sentenza del TAR i due Comitati si sono presi del tempo per decidere quali saranno i loro prossimi passi in questa vicenda.

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IL RICORSO

Il ricorso, hanno spiegato dal CdQ Grotta Perfetta in una nota, è stato da noi effettuato perchè con questo accordo, di fatto, si esclude per il territorio la possibilità di accedere all’impianto e di utilizzarlo: “La struttura di via Brogi era stata edificata a seguito delle opere di urbanizzazione a scomputo dell’area ‘Tor Carbone-Fotografia’ del quartiere Grotta Perfetta: la struttura quindi nasce nel quartiere, per il quartiere, essendo un bene pubblico da utilizzare come bene comune”. La Federazione, dal canto suo, alla pubblicazione della sentenza, ha diramato un comunicato in cui afferma: “Si chiude così nella sede amministrativa di primo grado una disputa sulla legittimità dell’accordo finalizzato alla riqualificazione di una struttura pubblica che la Federginnastica ha preso in gestione per dedicarla al movimento ginnico, in tutte le sue articolazioni motorie, attivando le migliori difese processuali e opponendo l’interesse generale a quello dei due comitati asseritamente rappresentanti di quartiere”. Ma il tema centrale che è stato dibattuto non è stato la legittimità dell’accordo firmato e della conseguente Delibera capitolina, ma bensì quella dei Comitati di quartiere a ricorrere al TAR come parti interessate. Una sottigliezza che, di fatto, non cambia il risultato, ma che apre un dibattito molto più ampio e non legato solo a questa particolare vicenda.

LA RAPPRESENTANZA

Nella sentenza infatti non si entra nel merito dell’oggetto del ricorso, ma si rigetta lo stesso mettendo in dubbio la rappresentatività dei Comitati: “per il riconoscimento giurisdizionale della legittimazione ad impugnare atti amministrativi – si legge – occorre che il comitato di cittadini sia munito di un adeguato grado di rappresentatività, di un collegamento stabile con il territorio di riferimento”. Una decisione che ha scontentato non poco gli stessi cittadini. Infatti dal CdQ Grotta Perfetta si chiedono quale sia l’adeguato grado di rappresentatività di un Comitato: “Quello rilevato dal TAR andando a verificare il numero dei soci fondatori oppure i volontari e simpatizzanti del Comitato che ormai superano le 2.500 persone e cioè quasi il 20% della popolazione del quartiere?”. Inoltre, in che modo si realizzerebbe un collegamento stabile con il territorio? “Il CdQ Grotta Perfetta è presente dal 2016 – l’altro CdQ ricorrente dal 2010, ndr – sette anni non sono sufficienti?”. Ma soprattutto: “Perché Roma Capitale ha chiesto con forza che il TAR dichiarasse il difetto di legittimazione attiva dei Comitati, disconoscendo il contributo della cittadinanza attiva e volontaria? – e ancora – Cosa aspetta Roma Capitale a riconoscere e a legittimare l’operato di Comitati ed Associazioni che si impegnano con i propri volontari per curare tanti beni che, altrimenti, sarebbero destinati al degrado?”.

LA RISPOSTA DELL’ASSESSORATO

Dal Comune abbiamo voluto interpellare l’Assessore Andrea Catarci, il quale, oltre ad essere molto legato ai territori in questione, ha ricevuto dal Sindaco la delega alla Partecipazione. “Rassicuriamo associazioni, comitati e cittadinanza sul fatto che la dimensione partecipativa è e sarà in misura sempre maggiore elemento motore delle politiche cittadine che stiamo cercando di rinnovare – dice Catarci – Fin dall’inizio dell’esperienza di governo la Giunta Gualtieri ha voluto dare impulso al rilancio complessivo della partecipazione e dei meccanismi di consultazione e di codecisione tra amministrazione e cittadini per segnare un cambio di passo nei processi di cambiamento della città”. L’Assessore, nello spiegare l’impegno dell’Amministrazione in questo senso, fa l’esempio del “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni” che punta ai Patti di collaborazione: “In essi – spiega – avviene la condivisione delle risorse e delle responsabilità, a differenza delle classiche concessioni del diritto amministrativo in cui il concedente delega e basta, in maniera tale da raddoppiare gli sforzi e non di lasciarli a una delle parti. Il Regolamento è all’ultimo stadio del suo iter: dopo la discussione in Assemblea Capitolina sarà utilizzabile”. Inoltre in questi mesi si sta realizzando online l’”Albo cittadino delle associazioni”, per “favorire i percorsi di coprogrammazione e coprogettazione”.

Intanto i cittadini dei comitati interessati dalla vicenda hanno deciso di non mollare, nonostante siano anche stati condannati a pagare le spese del ricorso. Nelle prossime settimane sono pronti ad organizzare una raccolta firme per “dimostrare – spiegano – quale sia il radicamento sul territorio dei Comitati di Quartiere”.

Leonardo Mancini