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Parco dell’Appia Antica: fermiamoci per ricominciare

Parco dell’Appia Antica: fermiamoci per ricominciare. Nuova attenzione sullo stato di degrado e indifferenza istituzionale in cui il Parco dell’Appia vive da anni

APPIA ANTICA – Quindici anni fa la Giunta Rutelli inaugurò le domeniche ciclopedonali sull’Appia Antica (9 marzo 1997), rendendo più fruibile una parte del territorio di Roma normalmente invasa dal traffico e da attività non idonee ad un Parco. Il Municipio XI, insieme ad Italia Nostra, in occasione di questa ricorrenza hanno voluto riportare l’attenzione sullo stato di degrado in cui versa l’area del Parco. Nonostante le moltissime attività che l’Ente Parco promuove, l’attenzione delle Istituzioni non è rivolta al miglioramento delle condizioni di questa splendida porzione di territorio romano. Il Parco ad oggi è un “non luogo” del quale né la cittadinanza, né tantomeno i turisti, conoscono i confini e i luoghi d’accesso: “Il Governo, la Regione ed il Comune hanno mosso un dito e ora l’Ente è stato perfino commissariato, insieme a tutti gli altri Parchi Regionali – dichiara Annalisa Cipriani di Italia Nostra – siamo contrari a questo abbandono e guardiamo con preoccupazione alla nuova legge per Roma Capitale: in futuro rischiamo di avere un’estensione più ampia, ma sempre meno possibilità di gestire il Parco in maniera efficace. Non è immaginabile – conclude – che il più grande parco archeologico-naturalistico del mondo sia trattato come un’area qualsiasi”.
I problemi del Parco sono molti, fra questi il rispetto delle domeniche ciclopedonali, non sempre assicurate a causa della mancanza di fondi per la Polizia Municipale che deve presidiare l’area: “Il traffico automobilistico privato dal lunedì al sabato la fa da padrone, a velocità sostenuta, lungo quello che i residenti hanno chiamato ironicamente ‘il circuito di San Callisto’. Ormai – continua la Direttrice del Parco, Alma Rossi – il traffico è divenuto un problema anche domenicale, dato che non ci sono abbastanza fondi per garantire una presenza costante a tutti gli accessi”. Della stessa opinione è il Presidente del Municipio XI, Andrea Catarci: “Quello dei varchi non presidiati in alcune domeniche – ammette Catarci – è un problema reale: ho scritto spesso al Comandante dell’XI Gruppo di Polizia Municipale in merito a questa situazione, ma lui sostiene di non avere abbastanza soldi per gli straordinari e che soltanto di recente ci sarebbe stato uno stanziamento straordinario dal Campidoglio per coprire le domeniche ciclopedonali, in concomitanza del loro 15° anniversario”. Altro fenomeno dilagante, malgrado la legge del 1965 sull’edificabilità zero per i Parchi, è l’abusivismo edilizio in questo territorio. Il grande problema è la mancanza di fondi per contrastare gli abusi ma, come ricorda Andrea Catarci, “è stato favorito anche dai condoni. Contro l’uso illegale del territorio, pur con i mezzi ridotti del Municipio, non abbiamo mai smesso di lottare”. Ulteriore questione spinosa, ma strettamente legata alla precedente, è la delocalizzazione delle attività produttive non idonee al Parco. Sulla via Appia infatti sono presenti molte attività commerciali non prevedibili per un’area protetta. “La delocalizzazione è fondamentale per creare un ambiente veramente sostenibile – spiega Catarci – serve proporre un’idea generale di sviluppo dell’area che non si può limitare alla salvaguardia. Serve elaborare un piano che diventi il quadro di riferimento per sperimentare un concetto integrale di sostenibilità”. Sulla necessità di dare al territorio del Parco una vocazione idonea è intervenuto anche Gianluca Peciola, Vicepresidente della Commissione Consiliare Ambiente alla Provincia di Roma: “Recentemente sull’Ardeatina è stato occupato, in via simbolica, un terreno da parte dei Giovani Agricoltori che rivendicano la possibilità di utilizzarli per creare occupazione, rispettando l’ambiente, il paesaggio e la forte vocazione agricola di Roma”. La vocazione territoriale del Parco va quindi ripensata, ed è da qui che secondo Catarci bisogna ripartire: “Serve avviarsi decisamente sulla strada di un Distretto pilota di sostenibilità ambientale ed altra economia a Roma sud ovest, elemento propulsore per la tutela come per la valorizzazione delle vocazioni presenti nell’area”.
Nei confronti delle iniziative virtuose non si può dire che l’Ente Parco manchi di fantasia, infatti il 25 marzo scorso è stato inaugurato presso l’ex Cartiera Latina l’Hortus Urbis. Questo orto condiviso avrà la funzione di ricreare le tecniche e le colture della Roma antica: “Si è optato per quest’area anche per lanciare un messaggio di riqualificazione generale – spiegano i rappresentanti di Zappata Romana, l’organizzazione responsabile del progetto – una realtà significativa, vicino alla sede del Parco, dove già vengono portati avanti molti progetti e laboratori”. Questo nuovo orto è una sfida che coinvolge molte altre realtà e associazioni che si occupano di orti condivisi, ma vedrà ogni domenica la partecipazione di cittadini volenterosi nella gestione dell’orto. Inoltre saranno attivati dei laboratori per bambini, in modo da rispondere efficacemente alla vocazione formativa del progetto: “La migliore proposta possibile per riqualificare il Parco in prospettiva di un ambiente sostenibile”, conclude Gianluca Peciola. Questa dell’orto condiviso è solo una delle tante iniziative dell’Ente Parco, alle quali si affiancheranno le nuove possibilità progettuali per le quali il Municipio XI ha intenzione di lavorare: “È un impegno costruttivo, non credo che questo Sindaco sia in grado di capire queste potenzialità. Dobbiamo partire da un piano strategico di lungo periodo per individuare come quest’area può veramente diventare Parco”.

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Leonardo Mancini