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Parco dell’Appia Antica: il Comune non blocca i condoni su 150 abitazioni che sono da demolire

Corsini: “l’Ufficio anti-abusi edilizi è bloccato. Sono 260 mila le pratiche di condono arretrate”.

“Ci sono 150 strutture urbanistiche nel Parco dell’Appia Antica che sono abusive; credo proprio che l’Ufficio Speciale Condono Edilizio del Comune stia intralciando la lotta all’abusivismo proprio adesso che esistono le risorse atte alla demolizione e le istituzioni sono d’accordo ad agire sugli immobili presenti nel parco. Per quale motivo quelle costruzioni non sono state ancora abbattute?” così dichiara Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma XI, in un duro attacco all’USCE del Comune di Roma. Un ufficio anti-abusi edilizi che non funziona correttamente, come ha affermato Marco Corsini, Assessore all’Urbanistica del Comune di Roma: “L’Ufficio Speciale è completamente bloccato: dal maggio del 2008 sto cercando di riattivarlo, visto che esistono ancora 260 mila pratiche di condono arretrate. In un progetto del 2009 abbiamo preso l’impegno di portare a termine 50 mila pratiche all’anno per cercare di risanare uno scenario vergognoso, esistente da molti anni”. La situazione è grave soprattutto nel Parco dell’Appia Antica vista una legge del 1965 che pone dei vincoli territoriali grazie ai quali non si potrebbe costruire nulla su un suolo considerato patrimonio dell’umanità. A dicembre Andrea Catarci ha chiesto una Conferenza di Servizio con l’USCE per un caso eclatante: nel 2004 è stata effettuata una richiesta di condono per un immobile di 300.000 mq proprio nel mezzo del parco dell’Appia Antica; la richiesta è stata naturalmente rigettata dal TAR, dalla Regione Lazio e dal Consiglio di Stato con l’obbligo della completa demolizione dell’immobile e in più la sanzione di 200.000 euro per i proprietari; questi ultimi hanno allora ripresentato la richiesta di condono per la ristrutturazione della casa (che già per legge non doveva esistere) e dal 2004 non è ancora arrivata risposta dall’USCE. Purtroppo finché c’è un condono pendente la casa non potrà essere demolita. Come mai l’USCE non si è pronunciato in merito? “Non voglio dire nulla riguardo questo caso particolare visto che per me sono tutti egualmente importanti – ha aggiunto Corsini – Quello che posso dire è che da gennaio abbiamo già portato a termine 8000 pratiche e siamo soddisfatti del lavoro che finalmente l’USCE sta svolgendo; sicuramente il Parco dell’Appia Antica è una priorità assoluta e ne terremo conto in futuro. Il Presidente Catarci ha ragione nel dire che non abbiamo rigettato i condoni e che l’Ufficio non funziona: ma è anche vero che i municipi non hanno mai lavorato bene, non hanno vigilato, non hanno represso gli abusi; il loro compito è proprio quello di informarci sulle case da demolire ma nel tempo non lo hanno mai fatto”.
“A gennaio ho chiesto al Sindaco Alemanno di controllare il corretto funzionamento dell’USCE visto che sta effettivamente bloccando la lotta all’abusivismo edilizio – continua Catarci – Ho chiesto inoltre di lasciare che sia il Municipio stesso ad occuparsi della demolizione dei progetti urbanistici abusivi tramite la Squadra Anti-abusivismo Edilizio Municipale”. Ma l’Assessore Corsini è d’accordo nell’istituire questa figura in tutti i municipi romani visto che porterebbe un aiuto concreto all’USCE? “E’ importante che i municipi si occupino solo del monitoraggio dei territori e della demolizione: non possono in nessun caso entrare in merito alla questione dei condoni che spetta al Comune. Sono d’accordo – conclude Corsini – nel lasciare che i municipi abbiamo una loro squadra preposta per la demolizione delle case abusive, ma dubito che tutti i municipi abbiano le risorse necessarie per effettuarla”.

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Arianna Adamo