
Tratto da Urlo n.224 giugno 2024
TOR MARANCIA – Sono in dirittura d’arrivo i lavori sulla zona Afa1 della tenuta di Tor Marancia. E intanto piazza Lante è diventato luogo di incontro tra amministrazione municipale e alcuni residenti. L’ultimo confronto il 25 maggio, con il Presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, e i rappresentanti del Comitato Tormarancia Naturale, per chiedere la revisione di interventi ritenuti dannosi per la biodiversità del parco.
I LAVORI
I lavori dell’Afa 1 hanno una storia ben più lunga alle spalle. Il progetto originario risale al 2003, con la finalità di rendere pubblico il parco ancora in mano ai privati. A rallentare i lavori è stato il meccanismo delle compensazioni, cioè la consegna di aree edificabili in altre zone di Roma ai proprietari dei circa 200 ettari del Parco. Ma dopo l’apertura di Afa2 e Afa3 negli ultimi anni, a settembre è partita anche la riqualificazione dei 6,5 ettari di Afa1. A ottobre si è iniziato a rimuovere la macchia di ailanti lungo via Belloni, un intervento che non ha tardato a suscitare l’indignazione dei residenti. “Gli alberi rimossi erano malati”, ha ribadito il minisindaco Ciaccheri, sottolineando che il nullaosta agli abbattimenti viene dall’Ente Parco dell’Appia Antica. “Invece di rimuovere indiscriminatamente il verde”, ha ribattuto il Comitato in un comunicato stampa, “si fermino i lavori e si valuti l’impatto”. Al momento gli interventi sono in dirittura d’arrivo: entro giugno i cantieri saranno chiusi e Afa1 tornerà ad essere accessibile. Con alcune novità, però. Nell’area prospiciente piazza Lante verranno realizzati una piazzola e una scalinata, viali interni, aree picnic e giochi per bambini.
LE RICHIESTE DEL COMITATO
La tenuta di Tor Marancia non è un giardinetto, bensì un parco naturale: questa sembra essere la base delle contestazioni avanzate dal Comitato Tormarancia Naturale, che ha ribadito di non essere contrario alla riqualificazione, ma alla rimozione indiscriminata del verde. È stato consegnato al presidente Ciaccheri un documento di richieste, dove accanto al problema di un’adeguata ripiantumazione nell’area, il Comitato chiede di evitare l’utilizzo di materiali artificiali. Si tratta di istanze che i residenti avanzano ormai da mesi, e nel frattempo in via Benedetto Croce qualcosa si è mosso. “Proprio a seguito delle rimostranze del Comitato, la piazzola e i viali non verranno più pavimentati, ma realizzati in terra stabilizzata”, ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Claudio Mannarino.
LA CABINA ACEA
In fondo al documento consegnato al Presidente fa capolino la decennale questione della cabina primaria Acea, situata nella stessa piazza Lante. Il Comitato auspica che si recuperi “il progetto di incapsulamento e di adeguamento tecnologico messo a punto nel 2014”, addentrandosi in un terreno a dir poco impervio. È dal 1982, infatti, anno di costruzione della centrale, che cittadini e politici dibattono sulla questione. Nel 2011, anche su spinta dell’allora Sindaco Alemanno, si parlava di interramento. Ma dovevano passare altri tre anni prima che Acea stilasse un progetto, che dal 2014 è fermo a causa di un gioco di rimpallo tra l’Azienda Comunale e il Comune di Roma. Tuttavia la centrale, a seguito di accertamenti, è risultata conforme ai parametri di sicurezza, sicché qualsiasi intervento “di ordine estetico”, scriveva Acea in una nota di risposta agli esponenti di FI nel 2017, “deve essere realizzato a carico del soggetto richiedente”, vale a dire l’Assemblea Capitolina. A intervenire sulla questione è anche Caterina Benetti, consigliera municipale di FI: “Gli interventi sul parco non possono non tenere conto della lunga vertenza sulla cabina primaria dell’Acea. Con l’apertura di un nuovo accesso ci si deve impegnare per far riprendere il dialogo tra l’Amministrazione e la stessa Acea, per arrivare ad una soluzione che mitighi l’impatto della struttura”.
Anna Di Cesare