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Rifiuti Municipio VIII: passo indietro sul centro di raccolta in via Malfante

L’amministrazione stralcia l’ipotesi osteggiata dai residenti di piazza Navigatori e da tutte le forze politiche locali

Tratto da Urlo n.188 marzo 2021

MUNICIPIO VIII – Arriva lo stralcio di via Malfante dalle aree indicate dalla Delibera Comunale per la realizzazione delle nuove isole ecologiche nei 15 municipi della Capitale. L’ipotesi aveva già convogliato nei mesi scorsi la protesta dei cittadini della zona e di tutte le forze politiche locali. Il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri, ha salutato con favore lo stralcio dell’area, considerata inadatta perché troppo vicina alle abitazioni e ad un ambulatorio della ASL. “Lo stralcio dell’area di via Malfante – afferma Ciaccheri – è quello che ci aspettavamo dopo la mobilitazione del territorio e vista la spinta del Municipio, per escludere un luogo inadatto indicato dalla Giunta Raggi”. Ora si dovrà quindi identificare un nuovo sito adatto ad ospitare un centro di raccolta sul territorio municipale.

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CONTRARIO ANCHE IL M5S LOCALE

Fin dai primi momenti della protesta contro l’indicazione dell’area di via Malfante, anche il M5S locale si era subito schierato dalla parte dei cittadini, “per evitare la realizzazione di un centro di raccolta che tutti riteniamo non opportuno in un’area densamente abitata, con problemi di viabilità e davanti ad un presidio ASL – affermava il capogruppo 18Enrico Lupardini – La nostra richiesta, che si è sviluppata anche con alcune assemblee, è stata portata all’attenzione dei colleghi capitolini i quali si stanno attivando per lo stralcio del sito nel primo consiglio in aula Giulio Cesare dove verrà discussa la Delibera”.

LE IPOTESI IN CAMPO

Naturalmente ora si riapre la partita per identificare sul territorio municipale un nuovo sito adatto ad ospitare un centro di raccolta. L’ipotesi fino ad oggi maggiormente accreditata, ma che porterebbe con sé diverse criticità dal punto di vista non solo progettuale, è quella di utilizzare il deposito AMA di via Spedalieri alla Montagnola. Un’idea già fortemente contrastata dai residenti e dal CdQ di zona. “Speriamo che il sacrosanto stralcio di via Malfante non rappresenti un’apertura per il sito di Montagnola – afferma il consigliere della Lega Simone Foglio – Anche qui non mancano le criticità e siamo pronti a lottare al fianco dei cittadini”. Altre aree portate all’attenzione dell’Amministrazione (lungo via del Tintoretto e all’incrocio tra viale Marconi e la C. Colombo) non avrebbero le caratteristiche adatte ad ospitare questo tipo di strutture. “È chiaro – prosegue Ciaccheri – che i nostri quartieri non possono rimanere sprovvisti di oasi ecologiche e che l’area dell’AMA di via Campo Boario non risulta essere operativa. Chiediamo quindi alla Amministrazione Capitolina di aprire immediatamente un tavolo di confronto con il territorio per trovare una area idonea per il centro di raccolta dell’AMA perché – conclude Ciaccheri – il nostro non può rimanere un Municipio di serie B senza i dovuti servizi essenziali”. Sarà quindi da capire nei prossimi mesi quali saranno le alternative, ma soprattutto quale sistema si vorrà mettere in campo a livello comunale per ascoltare i territori e condividere la decisione sull’area.

PIOGGIA DI EMENDAMENTI IN CAMPIDOGLIO

Sulla vicenda a livello comunale è intervenuto anche il consigliere di Fdi, Andrea De Priamo, parlando dei molti emendamenti di stralcio alle aree previste nella Delibera del Campidoglio: “Quattro anni e mezzo ci sembrava un tempo per lo meno sufficiente perché l’individuazione di aree congrue per lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti pesanti fosse portata a termine dal Sindaco Raggi e dalla sua Giunta con una delibera dai risultati apprezzabili, e invece molti dei siti rintracciati sono oggettivamente inidonei – così De Priamo e il Delegato all’Ambiente di Roma, Marco Visconti – Il nostro non è affatto un atteggiamento di mera contrapposizione all’utile individuazione di siti ove localizzare le aree, ma questo non può avvenire senza la benché minima conoscenza dei diversi territori e rinunciando sistematicamente al tanto vituperato confronto con i cittadini”.

Leonardo Mancini