OTTAVO COLLE – Riceviamo dall’Associazione 7+1 Ottavo colle la segnalazione di una iniziativa dal titolo “SOS salute: Pronto soccorso e liste d’attesa. Medici e cittadini a confronto”. Il dibattito è fissato per il 20 giugno prossimo alle ore 17.00 in via Baldovinetti 98 (Bar Mirage). Al dibattito intervenno la Prof.ssa Grazia Labate, Presidente dell’Associazione, il Prof. Claudio Modini, il Dott. Bruno Bascone, e a l’Assessora municipale alle Politiche Sociali, Alessandra Aluigi. L’intento degli organizzatori è quello di discutere, a partire dai dati, della difficile situazione per la tutela della salute all’interno del servizio sanitario nazionale.
I DATI
Un tema assolutamente complesso, che gli organizzatori del dibattito vogliono affrontare a partire dai dati. “Nel 2023 il 48,8% dei cittadini residenti nel Lazio dichiara di non aver ottenuto l’appuntamento per la prenotazione richiesta, il 70% ha sperimentato liste di attesa chiuse, oltre il 58% ha ottenuto visite ed esami con tempi superiori a quanto previsto dal codice di priorità indicato dal medico, il 38% si è dovuto spostare in un luogo lontano o difficile da raggiungere per ottenere la prestazione nei tempi giusti; e quasi il 29% ha ricevuto la proposta di effettuare la visita o l’esame in intramoenia a pagamento – scrivono gli organizzatori in una nota – I dati emergono da una indagine online rivolta ai residenti nella regione Lazio nel mese di aprile 2024, e resi noti nel corso dell’evento “Liste di attesa e digitalizzazione”, promosso da Cittadinanzattiva a Roma. Il 41% circa ha svolto la prestazione a pagamento nel privato, il 21% ha accettato suo malgrado tempi e luoghi proposti dal servizio pubblico, poco più del 12% ha effettuato la prestazione in intramoenia. Un 7% ha dichiarato di aver rinunciato a svolgere la visita o l’esame. Circa 1 utente su 3 dichiara di non conoscere le tempistiche associate ai codici di priorità (U-Urgente: entro le 72h; B-Breve: entro 10gg; D-Differibile: entro i 30gg se trattasi di visita specialista ed entro i 60gg per gli accertamenti diagnostici; P-Programmabile: entro 120gg). Soltanto uno su due (51,2%) dichiara di aver ottenuto l’appuntamento richiesto nei tempi previsti dalla impegnativa, nove su dieci ritengono che i tempi di attesa nel Lazio non siano compatibili con le proprie esigenze di salute e oltre il 37% pensa che la situazione sia ulteriormente peggiorata negli anni. Il 66% dei cittadini, prenota tramite CUP telefonico, il 30% si è recata di persona allo sportello, il 27% contatta telefonicamente la struttura prescelta, il 21% ha scelto la piattaforma online Recup; il 3% ha prenotato in farmacia. Rispetto al servizio telefonico CUP, emerge che il 17,4% di cittadini lamenta disagi perché deve attendere troppo per avere la risposta dell’operatore; riguardo invece alla piattaforma online, oltre il 28% mette in evidenza che non tutte le prestazioni sono disponibili sulla stessa e dunque non è possibile prenotarle, e un 21% lamenta che la piattaforma sia complessa e lenta. Come si può notare, nella stessa relazione della Regione Lazio, “Abbattimento Liste di attesa – Agende Digitali – Aprile 2024”, a marzo 2023 solo il 10,3% delle strutture private convenzionate metteva a disposizione le proprie agende digitali per il Recup e, sul totale delle prestazioni erogate dalle stesse, solo il 6% passava attraverso lo stesso Recup”.
LA SITUAZIONE DI OTTAVO COLLE
Altro tema al centro del dibattito è certamente quello della medicina territoriale: “Potenziare la medicina del territorio, gli studi dei medici di medicina generale, le case di comunità e gli ospedali di territorio per evitare intasamenti dei Pronto soccorso – seguitano dall’Associazione – L’ottavo colle non può continuare ad essere un quartiere senza alcun presidio pubblico di primo intervento, vista ormai la densità di popolazione anziana presente. Perciò chiediamo che si apra al più presto un presidio poliambulatoriale pubblico, con almeno un infermiere specializzato ed un medico geriatra per 5 giorni alla settimana. Il nostro non può continuare ad essere un colle che non c’è per la salute dei suoi cittadini”.
Redazione