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Si manifesta per il futuro del Cinema Ambassade

A Montagnola i cittadini sono scesi in piazza per chiedere rassicurazioni sul futuro della sala cinematografica chiusa da anni

MONTAGNOLA – Un centinaio di persone, il 28 febbraio scorso, sono scese in piazza per il futuro del cinema Ambassade di via Accademia degli Agiati, alla Montagnola. La sala, chiusa da anni, recentemente (assieme ad altri ex cinema) è stata acquistata da una cordata straniera di fondi di investimento immobiliare. Un’iniziativa che si è affiancata alla revisione della legge regionale sui vincoli di utilizzo di queste strutture, animando il dibattito e la protesta in tutta la città.

LA VICENDA

Questo multisala è stato per tanti anni un punto di riferimento per gli abitanti del quartiere della Montagnola e dei quadranti vicini. La chiusura, con la successiva messa all’asta nel 2020, è arrivata dopo il passaggio della sala al gruppo Ferrero (già proprietario di altri cinema in città) e il suo successivo fallimento. Naturalmente si è subito palesato il pericolo che il multisala potesse venire trasformato in una struttura commerciale, impoverendo l’offerta culturale della zona. Ora, con un investimento che si aggira attorno ai 42 milioni di euro, il raggruppamento di due fondi immobiliari esteri si è aggiudicato, dal Tribunale fallimentare di Roma, il lotto composto da nove sale e due società.

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LA LEGGE REGIONALE

Come già detto, la vicenda immobiliare si intreccia con la revisione, avviata dalla Giunta Rocca, della legge regionale che impone delle percentuali di funzioni per questi spazi. Infatti, secondo la normativa vigente (modificata già dalla precedente amministrazione), in questi spazi sarebbe possibile inserire soltanto un 30% di funzioni diverse da quelle culturali. Bar, ristoranti o altre funzioni sarebbero quindi soltanto marginali, rendendo la riapertura di questi luoghi non conveniente dal punto di vista economico. Nelle scorse settimane si era parlato di una modifica che avrebbe permesso di portare fino al 50% le funzioni non culturali, oppure addirittura eliminare la tutela e lasciare spazio ad utilizzi puramente commerciali. Fino ai giorni scorsi, quando la Regione avrebbe trovato una quadra, con un accordo che inserisce il tempo trascorso in cui i cinema non stati in funzione. Il cambio di destinazione d’uso sarebbe in questo modo possibile solo per quelle strutture che risultano chiuse da almeno 10 anni alla data del 31 dicembre 2024. Per le altre rimane la possibilità di destinare fino al 50% degli spazi alle funzioni non culturali. Con questo criterio 14 sale a Roma sarebbero salve dal cambio di destinazione, e tra queste anche il multisala Ambassade.

LA PROTESTA DEI CITTADINI

Con l’accordo raggiunto in Regione Lazio sembrerebbe essere stato spazzato via il pericolo di una trasformazione completa delle funzioni. Nonostante questo resta l’incertezza sul futuro della struttura di Montagnola. E preoccupazione per la “chiusura sempre maggiore di presidi culturali, anche storici, soprattutto in quartieri dove anche un piccolo cinema può essere invece un elemento prezioso di vivacità culturale, per le famiglie, le scuole, i ragazzi e le ragazze che possono così passare pomeriggi e serate in compagnia – hanno commentato gli organizzatori dell’iniziativa – Vogliamo quindi rassicurazioni sul fatto che la sala non sia svenduta o riconvertita ad un uso commerciale e venga invece rivalorizzata come cinema”. Su questo tema il Municipio VIII ha anche votato un atto che punta proprio a salvaguardare questo luogo: “Perché una sala cinematografica non è solo impresa, è una luce accesa per fare cultura in un quartiere, per coltivare relazioni, per resistere alla solitudine con un’esperienza collettiva – ha commentato a margine il Presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri – Eliminare ogni vincolo per la destinazione d’uso di questi spazi sarebbe una scelta drammatica e che si mobiliti un quartiere dal basso è un segnale forte che deve arrivare in alto perché si rivedano scelte scellerate”.

Leonardo Mancini