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Tutti i Pup del Municipio XI, tra disagi, poca sicurezza e polemiche

Da via Leonardo da Vinci a via Vito Volterra, i parcheggi sotterranei preoccupano amministratori e residenti

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(tratto da Urlo – la scena di Roma Sud di marzo 2013, n. 103)

 

MUNICIPIO XI – Dopo aver più volte affrontato le questioni che riguardano i PUP del quadrante Marconi, è arrivato il momento di occuparci anche di quanto accade nel limitrofo Municipio XI. “Quella dei PUP è una stagione che va chiusa – premette il minisindaco Andrea Catarci – e va chiusa essenzialmente perché il Comune non può abdicare anche ad un ruolo di indirizzo, mentre il più delle volte i PUP si costruiscono dove lo propongono i privati e questa cosa non funziona. Invece io ritengo che, se vogliamo recuperare un’idea di uso del sottosuolo per metterci le macchine, bisogna innanzitutto che sia l’Amministrazione comunale o municipale, lavorando sul decentramento, ad individuare le aree adatte. Inoltre – aggiunge – va cambiato l’equilibrio che si è andato a consolidare, che deve cominciare a pendere più verso il pubblico, con maggiori oneri per i concessionari. In più – prosegue Catarci – le opere pubbliche che devono fare i privati vanno rese alla cittadinanza prima dell’apertura del parcheggio. Perché non è possibile ogni volta inseguire il privato, per chiederne la realizzazione. Questo sposta, ancora di più, la bilancia a suo favore. Infine, poiché sappiamo che vengono comprati i garage per farne delle cantine, è necessario che si realizzino degli stalli. Sono quattro cose che vanno fatte per forza, se si vuole individuare un nuovo strumento che cancelli i PUP ma che rimetta in moto un’idea di uso del sottosuolo per parcheggiare”, valuta il Presidente del Municipio XI. Ma che la funzione dei PUP non soddisfi nessun amministratore, sembra quasi un dato di fatto nel territorio. “Nel municipio non c’è un PUP che abbia lasciato appagati i residenti delle zone limitrofe alle quali si realizzano, né i proprietari dei box. Nel quartiere San Paolo, poi, c’è stata una concentrazione di parcheggi sotterranei, il cui emblema del fallimento è quello di Don Alberione, dove è stata sventrata e rovinata un’area giochi nella quale la comunità di San Paolo si recava anche per la festa patronale di fine maggio. Ad oggi la zona è stata completamente distrutta ed imbruttita – commenta il Capogruppo Pdl al Municipio XI, Simone Foglio –  Sono stati costruiti questi box a pagamento che, a distanza di anni, creano problemi. La scorsa settimana c’erano dei cittadini che segnalavano ulteriori  infiltrazioni d’acqua nei box e nonostante questo si è proseguito nella strada di realizzare altri PUP nel quartiere che, voglio ricordarlo, presenta delle gravissime difficoltà di natura idrogeologica derivanti dalla presenza nel sottosuolo delle cosiddette ‘marrane’, veri e propri fiumi sotterranei. Il caso più clamoroso, qui a San Paolo, è quello del PUP di via Leonardo Da Vinci che è stato trasferito perché localizzato dalle precedenti giunte, tra il 2002 ed il 2004 in zona via Simone Martini. L’allora giunta comunale e municipale ne decise il trasferimento e gli unici che furono contrari, nella votazione del documento approvato a cavallo tra il dicembre 2003 e gennaio 2004, furono il sottoscritto ed il Consigliere Baccarelli”. Ma problemi idrogeologici non si sono verificati solo a San Paolo. In via Vito Volterra, parallela di viale Marconi, nel 2004 è stato fatto un PUP che ha causato diversi disagi. Secondo uno studio realizzato dalla Società Italiana di Geologia Ambientale, i danni verificatisi, consistenti in “un allagamento del vano ascensore della palazzina di via Melloni 26; numerose lesioni della tromba delle scale ed in alcuni appartamenti; il manifestarsi di un abbassamento di 3/4cm della pavimentazione in una delle autorimesse condominiali” sembrerebbero da imputare al PUP in questione, poiché “si evince l’influenza sostanziale dell’opera sul fenomeno di dissesto. La responsabilità della quale è dell’impresa, in quanto, pur facendo eseguire un’indagine geognostica, non ha preso in seria considerazione i problemi di interazione tra il parcheggio ed i fabbricati adiacenti”. Un ulteriore elemento di riflessione: “È evidente che un’area già nel passato sede di un reticolo idrografico (torrenti, marrane) denso e articolato, successivamente ‘tombato’ da una urbanizzazione talvolta intensiva, un’area quindi altamente critica, non poteva essere trattata in modo superficiale”, conclude lo studio in esame. La presenza di “marrane”, evidenziata anche da Simone Foglio e la responsabilità dell’impresa, dunque, ha determinato i problemi indicati in via Volterra, ma potrebbero ripresentarsi altrove. Soprattutto se, come invece sosteneva Andrea Catarci “il rapporto è sbilanciato a favore del privato”. Un altro PUP importante che nel territorio sta per essere realizzato, si accennava, è situato in viale Da Vinci. Qui l’opera si caratterizza per una serie di criticità, che sembrano già ascoltate. “Su viale Da Vinci elementi di criticità riguardano la sicurezza di tutte le abitazioni adiacenti allo scavo e l’abbattimento di quasi tutti gli olmi, che poi sono due aspetti collegati, perché la principale proprietà di questi alberi è quella di drenare il terreno dall’acqua” ci spiega Roberta Rovelli portavoce di nopupINDIGNATI. In aggiunta, nell’area, c’è un problema di degrado. “Lì c’è un viale sequestrato, c’è una scuola, una Asl, un bocciofilo importante, c’è una vita sociale compressa – ricorda Catarci – Noi abbiamo rinnovato la richiesta a smontare quel cantiere e a ripristinarlo quando avranno la possibilità di iniziare i lavori. La risposta è stata che sposteranno di 5 metri la recinzione, la qual cosa non ci soddisfa”. Una risposta insoddisfacente ma profetica, dal momento che “la mattina del 9 marzo, l’azienda del Consorzio Ascogen, è arrivata su viale Leonardo da Vinci all’interno del cantiere – ha recentemente scritto Rovelli sul blog nopupINDIGNATI – Il loro intervento, a fine giornata, è stato quello di spostare di 2 metri il recinto del cantiere per allargare il passaggio alla bocciofila e per mettere in sicurezza i cavi elettrici apposti per illuminare il passaggio. Il costruttore – sempre a proposito dell’equilibrio tra pubblico e privato – continua ad intervenire per migliorare un danno che, in quanto tale, non potrà mai essere migliorabile, perché sempre danno rimane”. 

Fabio Grilli