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Monte Stallonara, vicini a una parziale soluzione?

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Dopo l’individuazione della ditta che dovrà occuparsi delle opere di urbanizzazione primaria, si attende l’inizio dei lavori.

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Torniamo a parlare di Monte Stallonara, piano di zona B50 sito nel Municipio XV a pochi passi da Ponte Galeria. Il quartiere – in parte ancora in costruzione – risulta privo di alcune delle opere di urbanizzazione primaria, fatto questo che sta determinando l’inabitabilità di una buona parte delle case costruite nel luogo. Dopo mesi sembra che si sia giunti ad un primo importante risultato: successivamente all’indizione di una gara d’appalto per la quale la valutazione delle proposte delle ditte partecipanti ha richiesto mesi, è stata individuata la società che si dovrà occupare di costruire fogne e strade nella zona. A dare l’annuncio è lo stesso Consorzio Monte Stallonara che – attraverso il proprio sito internet – decreta la Società Maccari Scavi come ditta vincitrice dell’appalto, con una proposta di ribasso di oltre il 46%. 

La battaglia non è ancora conclusa – dice Augusto Santori, Consigliere de La Destra al Municipio XV – ma la direzione presa dà speranza: “L’individuazione della ditta fa ben sperare come anche il fatto che questa si sia resa disponibile a cantierizzare la zona da subito. Mi auguro che questo si verifichi nel giro di poco; è pur vero però che i lavori non potranno cominciare nell’immediato. Dovranno prima essere espletate una serie di formalità e di pratiche per l’assegnazione ufficiale dell’appalto alla ditta”. 

Di incapacità di gestione dell’urbanistica delle amministrazioni passate parla Fabrizio Santori (La Destra), Presidente uscente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale e candidato al Consiglio della regione Lazio con Storace: “Tutti i disagi di Monte Stallonara sono frutto dell’assenza di obbligo a carico delle ditte costruttrici della realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria come azione propedeutica rispetto all’edificazione delle case”. Tuttavia il Consigliere parla di responsabilità condivisa anche con l’attuale amministrazione alla luce dei molti intoppi burocratici che negli ultimi anni hanno determinato un procrastinarsi eccessivo della vicenda. 

Monte Stallonara infatti non è un luogo sicuro. È la stessa Monica Polidori, Presidente del CdQ, a raccontare cosa significhi vivere in un quartiere privo di illuminazione: non sono stati pochi i furti nelle case infatti e la sicurezza di chi rincasa al buio è messa in serio pericolo. “L’iter deve essere velocizzato in favore della vivibilità. Per questo continuerò – riprende F. Santori – sia come Consigliere sia come Presidente Commissione Sicurezza, a sollecitare un’accelerazione del percorso e a chiedere la presenza delle forze dell’ordine sul luogo per garantire maggior controllo di fronte ai furti e agli atti illeciti che si sono verificati”. 

Attesa una nuova assegnazione di fondi, poi, per il completamento dell’urbanizzazione primaria, ha detto Augusto Santori, e anche per una parte della secondaria (stanziamento ulteriore rispetto a quello di circa 5 milioni di euro previsti per le opere di urbanizzazione primaria ndr). Attualmente l’elemento condizionante per abitare la zona, però, è la rete fognaria prevista con l’intervento in programma. Per l’ennesima volta ci siamo rivolti all’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Marco Corsini, per avere una dichiarazione in merito, ma ancora una volta abbiamo trovato un muro e non abbiamo ottenuto risposte. 

Per quanto riguarda la tempistica effettiva, ancora non è possibile fare una previsione. Il verbale di assegnazione dell’appalto pubblicato on line dal Consorzio Monte Stallonara parla di 45 giorni dall’attivazione dell’incarico per la presentazione del progetto e 210 giorni per portare a termine i lavori dal momento della firma del primo; in più – ci dice Alessio Conti (Lista Civica), Consigliere al Municipio XV,  la legge prevede di “lasciare passare il tempo necessario per consentire alle ditte escluse per presentare ricorso”. Seguita Conti: “Sono soddisfatto ma allo stesso tempo preoccupato per l’alto ribasso; politicamente parlando posso affermare che ci sia stata poca trasparenza da parte dell’Isveur nell’espletamento delle procedure di gara”.

Nonostante un primo passo sia stato fatto sono vari ancora i punti da chiarire. Il Piano di Zona B50 è un progetto rientrante all’interno della legge 167, edilizia residenziale agevolata con contributi regionali; su questo ultimo dettaglio però, ci racconta Monica Polidori, sono state molte inadempienze. Andiamo con ordine: le case nella zona sono state acquistate in convenzione con la Regione Lazio che avrebbe dovuto contribuire con dei fondi. Questi però, ci dice la Polidori, non sono arrivati e, nei casi in cui corrisposti, sono stati versati a singhiozzo e non nella loro totalità. Questo ha comportato una mancanza di denaro per coprire le spese edificatorie delle varie ditte costruttrici e quindi la necessità, da parte di queste, di accendere mutui per seguitare a portare avanti i lavori che altrimenti si sarebbero bloccati con possibile perdita del diritto a costruire delle società operanti nella zona. “Le quote per coprire i mutui sono state pagate dai soci delle cooperative, quindi da chi aveva comprato una casa a Monte Stallonara”, gli stessi che avrebbero avuto diritto a pagare di meno la casa acquistata proprio in virtù della natura dell’investimento. 

In merito alla questione dei fondi regionali Fabrizio Santori ha dichiarato che, in caso di elezione, si impegnerà a continuare a seguire da vicino la vicenda. “Il mio impegno per il recupero di questi fondi c’è, così come per la risoluzione di tutte le questioni che ancora oggi interessano il quadrante”. 

Di tutta la situazione ha parlato anche Gianni Paris, Presidente del Municipio XV, che, nonostante si dica soddisfatto del risultato, tiene a porre un accento sul disagio che questi anni ha afflitto tutti i soggetti coinvolti nella faccenda e denuncia le forti inadempienze della Regione e del Comune sulla gestione del Piano di Zona B50: “Conosco bene la situazione. Trovo vergognosi i tempi che sono trascorsi, come il fatto che la Regione, in più di cinque anni, non abbia saputo mettere in campo risorse utili per completare le opere di urbanizzazione della zona e il tempo impiegato dall’Isveur per individuare la ditta. Ci troviamo di fronte ad una serie di incapacità che, messe in fila, pesano sulla sorte di tante famiglie che hanno investito su un appartamento che sembrava conveniente e si è rivelato invece un investimento non molto felice. Mi rallegro del fatto che sembra essere stata trovata una soluzione e che partano i lavori. Rimane il rammarico di tanti anni persi.”

Anna Paola Tortora