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Ancora tutto nero per lo spazio verde di Via Blaserna?

Nell’area di via Blaserna le aree verdi sono lasciate all’incuria e ad un rimpallo di responsabilità.


Chi vive a Marconi sa perfettamente che è un’area storicamente a secco di verde. Anche questo mese si è scelto di parlare di giardini, in particolare di quello in via Blaserna, perché prosegue il rimpallo Comune/Municipio/Acea in merito all’assunzione di responsabilità per la cura dello spazio in questione, un’area strategica abbandonata al degrado (non c’è manto erboso, le piantine sono secche e lo spazio è sporco e soggetto ad atti di vandalismo) e situata tra una scuola e la chiesa del quartiere.
Le sollecitazioni dei mesi scorsi all’Assessore De Lillo da parte del Circolo Pd Marconi, non hanno ancora portato ad alcuna soluzione del problema. Diverse le richieste fatte dal Circolo: una manutenzione regolare e non sporadica del giardino, interventi di completamento come la realizzazione di punti ombra grazie a strutture leggere o la convenzione con privati per la gestione del verde. Ma, a fronte di queste richieste, ennesimo rimpallo da parte delle Istituzioni tanto che il Circolo, da giugno, è ancora in attesa di risposte ufficiali.
“Le aree verdi sono di competenza del Servizio Giardini del Comune di Roma” dice Enrico Pasini in veste di delegato del Circolo Pd Marconi e responsabile del sito web marconivideodem.it, che documenta e racconta il quartiere attraverso foto e immagini.
Una possibile spiegazione di questo stato di cose potrebbe risiedere nel fatto che nell’area non è ancora stato completato l’allaccio Acea, dunque il giardino non può essere innaffiato con regolarità. Esiste, sì, una fontanella ma è alimentata dalla scuola vicina.
L’alternativa a questa soluzione potrebbe essere quella di affidare ai privati la gestione dell’area. “Alcuni Comitati si sono fatti avanti – ha dichiarato Marco Palma, Consigliere Pdl del Municipio XV – ma finora ancora non si è concretizzato nulla. Se, però, ci fossero sul territorio realtà che volessero occuparsi di questa gestione io lancio un appello a nome del Municipio e propongo ai Comitati di farsi avanti per la responsabilità di quest’area verde. E se veramente ci fosse questo desiderio di cura nei confronti degli spazi comuni, saremmo tutti disposti ad accogliere le proposte migliori”. “È un’idea che si potrebbe portare avanti, ma sempre nel rispetto dei passaggi formali previsti per poter assicurare un servizio perfettamente fruibile” dichiara Pasini. Effettivamente, non sarebbe male come idea, perché se dovesse continuare ad essere lasciato solo al servizio pubblico, con la scarsa attenzione che c’è in questo momento, il giardino probabilmente non vedrebbe mai vita.
Sia Pasini che Palma si dichiarano pronti a continuare a lavorare sollecitando gli interventi dell’Amministrazione, tuttavia entrambi non mancano di evidenziare il forte squilibrio tra i vantaggi che il privato ottiene a seguito della concessione di edificabilità e quanto in cambio lo stesso privato offre concretamente ai cittadini una volta realizzata l’edificazione. L’edificabilità, infatti, dovrebbe prevedere che i privati, in cambio della concessione, si preoccupino della realizzazione di servizi negli spazi verdi. La pratica che si è venuta manifestando nel tempo, invece, è che i privati edificano offrendo in cambio al cittadino poco o nulla. Si pensi, infatti, che la zona di via Blaserna ha chiuso le edificazioni 3-4 anni fa e che il giardino ha avuto una certa fruibilità solo a partire dal giugno scorso. Prima, pur essendo aperto, era in condizioni davvero indecorose.
“Su questa situazione si è innestato l’intervento del Consigliere Palma, che in una nota si dice meravigliato da quanto accade in via Blaserna – continua Pasini – Francamente mi stupisce: ma davvero il Consigliere non era a conoscenza del fatto che tenutario del giardino è il Comune di Roma? Non solo. Alla fine della sua nota fa una battuta sottolineando il fatto che solo con gesti eclatanti si possono risolvere le situazioni. E questo mi ha fatto pensare a quanto la sua concezione di politica sia diversa da come la intendiamo noi: per noi la politica è, sì, un mezzo per poter risolvere i problemi dei cittadini, ma certamente senza l’intercessione del potente di turno”.

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Marica di Santo