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Ciclabili Municipio XI: piste o percorso a ostacoli?

Vita dura per i ciclisti del quadrante, che si ritrovano a dover percorrere tratti impervi e poco manutenuti

Tratto da Urlo n.160 Ottobre 2018

MARCONI/MAGLIANA – Sempre di più si parla di ciclabilità a Roma. Il numero delle persone che decidono di lasciare l’automobile a casa aumenta di giorno in giorno e per questo uno degli argomenti caldi per i cittadini è quello delle condizioni delle piste ciclabili della Capitale. Il Municipio XI racchiude alcuni tratti molto fruiti, in prossimità del fiume Tevere, in zona Marconi e Magliana, che purtroppo accentrano problematiche di diverso tipo.

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I PROBLEMI – Uno dei problemi più rilevanti degli ultimi tempi è proprio nel tratto di ciclabile che parte dal Ponte della Scienza nel quartiere Marconi, ovvero uno spesso strato di limo che sta creando non poche difficoltà agli avventori della pista: “La situazione, purtroppo, è desolante – ha dichiarato Salvatore Serra, membro del CdQ Marconi – Non c’è manutenzione da tantissimo tempo e quando c’è stata l’esondazione del Tevere, che non è un’inondazione ma un fatto che accade ogni anno, è rimasto del fango che, non essendo tolto, si è stratificato e indurito”. Alcuni volontari si sono adoperati per rimuoverlo dalla pista, armandosi di pale e olio di gomito ma, per quanto siano sempre ammirevoli queste iniziative, non sono la strada giusta per risolvere i problemi, di cui si dovrebbe occupare l’amministrazione comunale, competente in materia. “La pulizia viene sempre fatta in prossimità delle zone centrali – ha continuato Serra – Nonostante i continui solleciti e segnalazioni, nulla si muove. La ciclabile ha un utilizzo enorme e i residenti di Marconi ne hanno bisogno”. Il rischio del tralasciare l’incuria, secondo Serra, è che avvenga il cosiddetto fenomeno delle “finestre rotte”, ovvero l’emulazione e l’incentivazione al vandalismo e allo sversamento di rifiuti: “Con la vegetazione così alta in quella zona viene scaricato ogni tipo di materiale. Per non parlare poi degli insediamenti abusivi”. In questo panorama, lo sguardo dei cittadini si posa sulla spiaggia Tiberis, sotto Ponte Marconi: “Il progetto va bene, è un modo per recuperare una parte del Tevere – ha continuato l’esponente del CdQ Marconi – Certo è che la spiaggia ha concentrato gli investimenti del Comune, mentre le piste restano abbandonate e non si riescono a trovare fondi per la loro riqualificazione”.

DALLE OPPOSIZIONI – Se il malcontento cresce tra i cittadini, anche le opposizioni municipali non sono da meno, ed evidenziano le problematiche non solo sulla pista di Marconi, ma anche nel tratto di Magliana: “Il tema delle ciclabili è un altro di quei tormentoni lanciati dai grillini in campagna elettorale, sia al Municipio sia al Comune – ha dichiarato Daniele Catalano, Capogruppo Lega al Municipio XI – ma a oggi non hanno conosciuto alcuna attuazione. La ciclabile della Magliana è soggetta a occupazioni e spesso è una sorta di magazzino dei nomadi, i quali conservano e smerciano qualsiasi tipo di materiale. La manutenzione ordinaria è del tutto inesistente e a oggi non riscontriamo investimenti per la creazione di nuove piste ciclabili. Bisognerebbe cominciare a partecipare a bandi, anche europei, sulla sostenibilità ambientale e sulla viabilità – ha concluso Catalano – e prendere d’esempio le capitali in Europa che hanno per la maggior parte le piste ciclabili lungo le principali strade, e non sui marciapiedi come nel caso di via della Magliana”.
Anche per Maurizio Veloccia, ex Presidente del Municipio XI e oggi Consigliere Pd, il tema delle ciclabili è molto sentito, soprattutto per il tratto di Magliana che era stato rimesso a posto dalla sua amministrazione, all’interno del Parco del Tevere: “La ciclabilità è stato un cavallo di battaglia della Giunta Raggi e si è infranto nel nostro Municipio, sull’inerzia dell’attuale amministrazione. Noi avevamo rimesso a posto un km di ciclabile sul Tevere e oggi è l’unica pista che resiste, mentre quelle su via della Magliana e a Marconi sono in uno stato pietoso. Avevano parlato di tante ciclabili locali – ha concluso Veloccia – in realtà non ce n’è nemmeno una, né progettata, né realizzata dalla giunta grillina, e quelle che ci sono versano nel totale abbandono”.

DAL MUNICIPIO – Come abbiamo detto, la competenza sulle piste ciclabili è del Comune di Roma. Il Municipio, ovviamente, può provvedere a fare pressione politica affinché si concentrino gli sforzi su alcune opere più sentite dalla cittadinanza rispetto ad altre meno urgenti. La situazione, però, è molto complessa, come spiega Giacomo Giujusa, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente al Municipio XI: “La pista che attraversa Roma sulle aree golenali del Tevere è un asse strategico, in quanto polmone naturale, purtroppo con molte criticità. Essendo lunga, passando sia per le strade sia a ridosso del fiume, percorre non solo tante aree della città, ma anche molte problematiche”. Il riferimento è ai vari insediamenti abusivi, ma anche ai rifiuti sversati. La soluzione è, in primis, inserire su quel percorso dei servizi, per far rivivere gli spazi e scoraggiare la criminalità: “La spiaggia Tiberis è un modo per fare connettivo e portare delle funzioni in queste zone. Così anche il Parco del Tevere, su cui bisognerebbe impostare delle attività”. Nel dettaglio il Comune si occupa dello sfalcio dell’erba e della pulizia ordinaria, operazioni che vengono fatte periodicamente, secondo Giujusa, anche se a volte sono necessari degli appalti per le situazioni “straordinarie”, come può essere quella del limo depositatosi sulla pista di Marconi, che dovrebbe essere risolta a breve. Le decisioni che Roma Capitale deve prendere devono rispettare un certo equilibrio: “La città è grande e ha necessità diverse, si rischia di fare delle ciclabili belle per poi tirarsi dietro altri problemi. Noi auspichiamo che il Comune migliori le tempistiche sulla manutenzione, o faccia più passaggi, ma per essa servono adeguate risorse, anche per la segnaletica o per il manto stradale”. Il percorso di riqualificazione è lungo, quindi, come le piste che si diramano nell’ombra della città, tra la vegetazione alta e tutte le problematiche esposte. Ci vuole tempo, è vero, ma da qualche parte bisogna pur iniziare, anche ritrovando un giusto rapporto di rispetto tra le istituzioni, che dovrebbero intervenire per dare dei servizi dignitosi alla città, e i cittadini, spesso responsabili del degrado dei quartieri e, in questo caso, delle piste ciclabili.

Serena Savelli