
MARCONI – A poco più di un mese dall’inaugurazione, il centro antiviolenza “Manuela Petrangeli”, situato nel cuore del Municipio XI in via Fabio Conforto, si afferma come esempio concreto di un approccio innovativo e integrato nella lotta contro la violenza di genere. I dettagli delle attività e delle linee progettuali sono stati al centro della seduta di ieri della commissione Pari Opportunità di Roma Capitale, a ridosso del 4 luglio, data simbolica che segna un anno dal femminicidio di Manuela Petrangeli, a cui il centro è dedicato.
Tra i principali elementi distintivi del nuovo Cav, vi è l’attenzione alla violenza digitale, la promozione dell’empowerment femminile e l’apertura al territorio, con iniziative mirate alla prevenzione e all’educazione nelle scuole. Il centro nasce all’interno di un bene confiscato alla criminalità organizzata, trasformato ora in presidio di legalità e cultura antiviolenza, grazie a una coprogettazione innovativa tra Dipartimento Pari Opportunità e un’Ats composta dalle associazioni Lucha y Siesta e Scosse.
“La coprogettazione è una scelta politica che rafforza la rete dei centri antiviolenza, permettendo di ampliare i servizi, rispondere con maggiore efficacia ai bisogni delle donne e agire anche sul piano della prevenzione e dell’autonomia. Il centro Manuela Petrangeli, attivo da un mese, è il primo risultato concreto di questo nuovo modello: aperto al territorio, in dialogo con le scuole, attento alle nuove forme di violenza, come quella digitale. È il segno di una Roma che cambia approccio, che investe sulla cultura del rispetto e sulla qualità dei servizi pubblici, che sceglie di costruire sicurezza e giustizia a partire dalla prossimità e dalla collaborazione” – ha dichiarato Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale.
Il centro è attivo cinque giorni a settimana con reperibilità telefonica 24 ore su 24, e beneficia di un finanziamento triennale di 360 mila euro stanziato da Roma Capitale. Questo consente l’erogazione non solo dei servizi fondamentali della rete antiviolenza, ma anche attività aggiuntive finalizzate all’autonomia economica delle donne, considerata condizione essenziale per fuoriuscire da situazioni di violenza.
“Non solo il momento del colloquio individuale delle utenti con l’equipe, ma anche la soddisfazione di altre esigenze connesse alla piena efficienza della rete antiviolenza, come incontri formativi e di accoglienza dei minori, grazie a spazi adeguati e alla professionalità delle operatrici che oltre all’educazione all’affettività e alle tematiche antiviolenza sono specializzate nel sostegno alle genitorialità. E poi la possibilità di formazione e di assistenza in materia di violenza digitale e sicurezza. Il centro antiviolenza dedicato a Manuela Petrangeli rappresenta un modello innovativo multidisciplinare e multiprofessionale che siamo onorati che Roma Capitale abbia messo in campo”, ha concluso Michela Cicculli, presidente della commissione Pari Opportunità.
Un modello, dunque, che mira a diventare un punto di riferimento per la città, ispirando nuove aperture anche nei Municipi VI e X, già coinvolti in ulteriori procedure di coprogettazione. Un passo avanti deciso verso una città più giusta, sicura e inclusiva.
Redazione